Tin & Tina

Spagna | 2013 | 35mm | B/W 12′

Tin e Tina non mangeranno la zuppa stasera.

 

regista / director     Rubin Stein                       

sceneggiatura / screenplay    Rubin Stein

fotografia / cinematographer     Alejandro Espadero

musica / music      Juan Carlos Casimiro

tecnico del suono / sound editor     Jose Tome

suono / sound     DOLBY SR

costumi / costume designer     Paz Manzo

scenografia / set decoration     Rosario Aneas

cast    Ana Blanco, Sasha Di Benedetto, Manolo Cuervo

genere / genre    Fiction

produzione / production       NIRVEIN FILMS

distribuzione / distribution      NIRVEIN FILMS

 

 

Simulacra

Croazia | 2014 | Digital | col. 9′

Quale immagine è reale – quella che ci fissa dallo specchio o quella che le sta davanti? In un corridoio pieno di illusioni, un simulacro dietro allo specchio, lui sta cercando di capire se sta guardando uno sconosciuto o a un a parte nascosta di sé.

 

regista / director       Ivana Bosnjak, Thomas Johnson

sceneggiatura / screenplay      Ivana Bosnjak, Thomas Johnson

fotografia / cinematographer      Ivan Slipcevic

montaggio / editing       Iva Kraljevic

musica / music      Hrvoje Stefotic                                          

tecnico del suono / sound editor      Hrvoje Stefotic

suono / sound      DOLBY SR                             

scenografia / set decoration      Ivana Bosnjak, Thomas Johnson                    

genere / genre      Animazione

produzione / production     Bonobostudio

distribuzione / distribution     Bonobostudio

 

 

Foto dal Festival

Ultima serata di proiezioni – Diario di bordo di giovedì 9 luglio

With a little help from my friends, cantava Ringo Starr con la sua voce irrimediabilmente stonata. Erano i sorridenti Anni Sessanta, e i Beatles rappresentavano un sogno vivente.

bobulova-1-3Gli amici sono importanti, anzi fondamentali, e a riguardo di quelli che incontriamo quotidianamente durante l’ INTERNATIONAL SHORTS FILM FESTIVAL , Il rammarico consiste nel non poterli citare tutti.

A partire dal nostro staff, che conta presenze fondamentali, senza le quali non esisterebbe la manifestazione.

Chiara Valenti Omero, per i più intimi solo Chiara, è la straordinaria direttrice e coordinatrice del Festival, ci lega a lei un affetto sincero e senza riserve.

Tenace e combattiva, vince quotidianamente una sfida morale ed artistica, portando avanti una battaglia culturale importante, anche quando le maree sono contrarie.

Chi la conosce sa che, prima di ogni cosa, è una bellissima persona.

Martina Parenzan, la nostra cara ed efficace Martina, che senza perdere mai la bussola risolve molto del lato organizzativo.

Lo fa da molti anni oramai, ed è oltretutto l’occhio fotografico della kermesse, ma in primis una  nostra amica.  Quasi scontato dire che non si tira mai indietro di fronte alle difficoltà.

Indispensabile, insostituibile Martina.

Difficile poi non essere orgogliosi di Vicky, alias Vittoria Rusalen: una ragazza veneta di quelle toste, sempre disponibile e gentile, non sta ferma un attimo e con la sua fattiva creatività è uno dei punti di riferimento del Festival.

Non ho mai visto nervoso ed irritato Francesco Paolo Cappellotto, a cui dobbiamo il versante creativo – grafico del nostro Festival , anche lui ti accoglie con il sorriso sulle labbra ed è un giovane amico versatile, estroverso, aperto al dialogo e molto scrupoloso. Lavora sodo, come del resto tutti quelli che stiamo nominando.

Discreta e dolce, quasi sognante nello sguardo, Daniela Sartogo ha un talento naturale per la comunicazione, determinazione e fantasia. Le conversazioni con lei sono sempre ricche di spunti appassionanti ed il suo lavoro preciso ed approfondito.

Biondissima e simpatica,Zita Fusco presenta le serate del Festival con spumeggiante esuberanza, ed i suoi siparietti verbali con Chiara Valenti Omero sono oramai una consuetudine simpatica.

Moira Cussigh, Lisa Lombardini e last but not least Raffaella Canci… come potremmo privarci del loro sguardo femminile sulle cose del cinema, visto che interagiscono così bene con adulti e bambini?

Sui carissimi e giovanissimi stagisti, italiani e stranieri , torneremo nel prossimo diario di bordo, insieme ad altre personalità che sarebbe peccato omettere.

Attenzione, i giri di giostra del Festival si stanno facendo molteplici e vertiginosi… ecco arrivare Barbora Bobulova, protagonista di un interessante incontro pubblico moderato da Maurizio Di Rienzo. Lei è bellissima, ma anche molto versatile.

Al suo fianco un giovane interprete di cui riparleremo, Jacopo Olmo Antinori a cui è dedicata una prospettiva.

Ritroviamo invece, con piacere, Chiara Caselli, che a Trieste è oramai di casa, una donna sempre in fermento creativo.

Serata finalmente ventilata in Piazza Verdi, a tutto vantaggio della concentrazione dei -moltissimi spettatori.

MATHIEU è un surreale cortometraggio diretto da Massimiliano Camaiti, ed allude ai ruoli sociali con cui la compagine umana fa i conti ogni santo giorno.

A suo modo, il curioso protagonista della pellicola possiede una propria filosofia da proporre.

Fotografia in bianco e nero per PARTOUZE, strana storia della società Blue Lagoon, che dovrebba garantire scambi di coppie in placida armonia.

Come sovente accade, però, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Dietro la macchina da presa Matyhieu Tick.

THRILLING si presenta invece come un sorprendente lavoro italiano che prcede su di un doppio binario narrativo, il sogno artistico di un giovane appassionato di Michael Jackson contrapposto alla dura realtà lavorativa di Taranto , alle sue rivendicazioni sindacali.

Dirige – omaggiando in una sequenza un maestro del cinema italiano quale Elio Petri – il promettente Giuseppe Marco Albano.

UN PARFUM DE CITRON è un frutto cinematografico proveniente dal Libano, ma non aspettativi sogni esotici.

Qui si parla di desideri femminili , della maternità e delle sue problematiche, della ricerca del sesso facile come antidoto al malessere esistenziale.

Nonostante tutto, uno spiraglio di luce, anche psicologica, illumina gli ultimi frammenti della pellicola. Autrice, Sarah Carlot.

La Cine Comunidad De Madrid produce NENA cdove una giovane donna trova un messaggio sulla segreteria telefonica appartenente al suo primo non ricambiato amore.

Vittima di sentimenti contrastanti, è anche alle prese con il fantasma di sè stessa ragazzina.

Un modo molto originale per parlare d’amore, di passato e di presente. Firma Alauda Ruiz de Azua.

Eccoci poi davanti ad un bel momento di cinema italiano,  dove un giovane non può starnutire senza creare disastri, in un ambiente collegato alla fantascienza più sarcastica.

Pubblico partecipe, l’opera è LOTHAR di Luca Zuberbuhler.

Ritratto psicologico on the road, LA GITA di Giampiero Bazzu ripropone il classico tema del passato che ritorna, riaprendo pagine che sembravano chiuse, suscitando inquietudine.

Spazio visivo, in sponda finale di serata, per  EL CORREDOR di Josè Luis Montesinos, incentrato sulla perdita del lavoro, è un cortometraggio spagnolo di buona qualità.

DRONE STRIKE a firma Chris Richmond ci trasporta nel mondo della Royal Air Force, nel microcosmo di un pilota come tanti altri, eppure speciale.

Conclusione di serata con l’animazione gustosa di THE GALLANT CAPTAIN a doppia firma Mathers – Base, e in un soffio soffiato siamo oltre mezzanotte.

Appuntamento a venerdì, ricca giornata di premiazioni.

 

Diario di bordo – mercoledì 8 luglio

Nubifragio su Trieste, la tanto agognata pioggia arriva e lo fa con inaudita violenza. Fulmineo cambio di location, quindi per i nostri cortometraggi ospitati al Cinema Ariston. Da registrare il debutto luminosissimo della sezione SweeTS4Kids, che presso l’auditorium del museo Revoltella ha riunito una colorata folla di piccoli spettatori competenti.

Il doppiaggio è un momento – cardine della macchina Film, e quindi in mani sbagliate può suscitare danni tragicomici, coma accade in The Gunfighter di Eric Kissack, satira in salsa western.

Se non è un capolavoro poco ci manca: The Nostalgist del nostro Giacomo Cimini gioca letteralmente a dama con le epoche storiche, da un paesaggio stile “Giardino dei ciliegi” di Cechov si passa alla violenza fantascientifica. Mirabile.

Di nuovo un atipico confronto tra bambini ed animali per Yo Te Quiero! di Nicolas Conte, affettuoso nel suo ritrarre in un paesaggio agreste due soggetti dai connotati bizzarri.

Siamo sul versante dell’analisi proto-sessuale, ma niente paura, anche stavolta succede tutto in chiave surreale: Serori di Pedro Collantes non sarebbe spiaciuto a Pedro Almodovar per la caustica ripartizione dei ruoli sociali.

Ancora avanti con la breve ma efficace analisi sociale della coppia gay di Luigi e Vincenzo di Giuseppe Bucci, dove si dimostra palesemente come certe tematiche possano essere affrontate in maniera non retorica nè ridondante. Plauso dovuto a due vecchie care conoscenze del pubblico cinematografico e televisivo, vale a dire Francesco Paolantoni e Patrizio Rispo.

Esiste il color sabbia? Ce lo chiediamo avvertendo quasi epidermicamente una sensazione di calore alla visione di Foad di Farzad Samsami, ancora una storia di perimetri geografici lontani e problemi purtroppo vicini.

Eccoci poi ad una bella produzione d’animazione che porta la doppia nazionalità Grecia – Stati Uniti; Dinner for Few di Nassos Vakalis conserva una atmosfera alla Circolo Picwick di Dickens, pur mantenendo una autonoma struttura.

Si rimane sempre stupefatti da come le varie stagioni della vita possano essere raccontate al cinema, quei centomila rigagnoli comportamentali mai uguali a sé stessi … comunque sia Aharit Davar di Zvi Landsman ha da dire la sua in proposito.

Bambini, ragazzi, adolescenti, questo è il vostro momento! Siete presenti in tantissimi contesti di questo Festival, per esempio nel cotrometraggio di Javier Giner El Amor Me Queda Grande, una saporita caramella alla menta visiva.

Diceva Vittorio Gasman che chi fa l’attore vuole essere qualcun altro, per esempio una ragazza che non sa nuotare interpreterebbe volentieri Federica Pellegrini, e gli esempi potrebbero essere infiniti. Ferdinand Knapp di Andrea Baldini è un cortometraggio che ha qualcosa da dire anche sulla Recitazione.

Chiusura – quando le furie pluviali sembrano essersi calmate – con il lavoro di Luca Murri Un amato Funerale, ancora una volta una ricerca all’interno dei moduli interpretativi. Al lavoro del regista fanno preciso supporto gli interpreti, e non ci stancheremo mai di dire che quelli italiani sono tra i più versatili.

Vista dopo la scatenata prepotenza degli elementi, la città appare ancora più bella: con questa visione negli occhi ci congediamo dandovi appuntamento a giovedì sera.

Diario di bordo – martedì 7 luglio con il giovane direttore artistico Tommaso

” E sentirai una voce, una voce dietro di te. Quella voce ti dice: Non sarò mai più giovane una seconda volta….”  DAPHNE DU MAURIER, I’LL NEVER BE YOUNG AGAIN.

Aveva proprio ragione, Daphne Du Maurier, a sottolineare la preziosità della stagione più tenera della vita, quella dove sogni utopie e realtà si inseguono in un valzer fiammeggiante.

Naturalmente giovinezza vuol dire anche fantasia, energia in movimento, audacia e sguardo spalancato sul mondo.

Questa edizione del nostro ShorTS International Film Festival può contare sulla presenza di un direttore artistico davvero speciale: Tommaso, soltanto dieci anni ed una competenza cinematografica da far invidia .

Simpaticissimo, educato e spontaneo, si è prodigato come selezionatore dei cortometraggi presenti nella sezione SWEETS4KIDS.

Una nuova iniziativa del Festival, che permette ai più piccoli di dire la loro sul Cinema.

Qualcuno sospetta che Tommaso, sotto mentite spoglie, abbia già pubblicato otto libri e partecipato ad almeno quindici simposi sulle ultime tendenze del cinema esquimese e dei formalisti russi.

Stiamo scherzando ovviamente, ma se il buongiorno si vede dal mattino….

Non vi annoieremo più con lamentele metereologiche, siamo arrivati ad un punto di non – ritorno, più che le palme tropicali firmeremmo per un freddo dolomitico, decisamente impossibile.

Serata all’insegna del buon anzi ottimo cinema, in Piazza Verdi ecco le immagini di un lavoro italiano, L’IMPRESA di Davide Labanti che narra di lavoro sottratto, di battaglie troppo importanti per esser taciute, di dignità, di tutto quello che purtroppo ci appartiene oramai quotidianamente.

Molto buona la prova degli attori, nei panni di operai vecchi e giovani costretti a reazioni caratteriali esarcerbate, come accadeva ne LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO di Elio Petri, capolavoro del 1971.

Avete mai visto quel terrificante film olandese su di un ascensore assassino, L’ASCENSORE appunto (THE LIFT di Dick Maas , 1983)?

Lì la soluzione dell’intreccio era metafisica,  nel cortometraggio presente stasera LA NOCHE DEL  ASCENSOR siamo su di un terreno diverso, ma la paura non manca, garantisce l’autore Antonio Such.

Chiuso in un ascensore senza controllo, il giovane protagonista vivrà un’esperienza di comunicazione verbale inconsueta, potremmo anzi parlare di horror psicologico – analitico.

Davvero originali i quattro minuti – quattro di WRAPPED, una produzione a sei mani siglata Wittman – Kalin – Paeper, dalle valenze fortemente pittoriche, molto ben condotte visivamente.

Distruzioni, costruzioni e vedute aeree per parlare del Pianeta Terra e delle sue meraviglie.

Produzione inglese ma recante firma italiana, THE CAUSE di Marco De Luca ripropone il tema dello spazio chiuso, in questo caso un bunker, dove il libero arbitrio viene polverizzato e il confronto umano si fa spietatamente sincero.

La vicenda si svolge nel futuro, una madre ed un figlio sui venticinque anni spiati da telecamere a raggi infrarossi, fino ad un clamoroso voltafaccla finale.

Puntuale la prova recitativa degli attori, in un continuo alternarsi di zucchero e di amaro.

L’autrice polacca Marta Prus ci propone invece POZEGNANIE, soltanto tre minuti di colloquio carcerario tra uomo e donna, sufficienti a delineare un mondo sentimentale, dove forse nonostante un divorzio imminente, non tutto è perduto.

Specchio delle mie brame, declamava la strega di Biancaneve e come aveva ragione…. ne tiene calcolato conto la coppia di autori Bosnjak – Johnson per SIMULACRA, dove reale ed immaginario giocano a canasta con lo spettatore.

Siamo di fronte ad un cortometraggio d’animazione sul tema del Doppio.

Eccole, sorprendenti e spiazzanti: sono le immagini nate dalla fantasia di Marcel Becker – Neu per ITALIAN STANDOFF, strana storia di furti e colpi di scena….

Si ride macabro, invece, in compagnia della classe elementare voluta da Cody Blue Snider per il cortometraggio americano FOOL’S DAY , che illustra cosa succede quando il gioco trascende. Un caffè a dir poco …. esplosivo è al centro dell’intreccio.

Anche Miriam Bliese, autrice sensibile, si interroga sulle relazioni sentimentali, su quei nodi interpersonali tanto difficili da sciogliere…. succede nel suo AN DER TUR.

Arriva poi l’invadente gitano protagonista del bozzetto on the road targato David Bonneville, CIGANO appunto.

Un cortometraggio francese dall’impianto fortemente psicologico.

MEANWHILE di Stephen Mc Nally è una coproduzione anglo – irlandese formato cartoon, dove alla puntuale fattura grafica si unisce un tenero affetto per i personaggi creati.

Impegnativo, proprio a livello di sceneggiatura, HATATZPITANIT racconta la creazione di un  mondo fantastico, parallelo, da parte di una ragazza costretta ad una livida realtà bellica.

Dirige Noa Gusakov, anche stavolta antenne dritte da parte dello spettatore che segue, partecipe.

Davvero bella e poetica, invece, la catena di eventi che unisce il passato ed il presente di una donna, semplicemente attraverso l’acquisto di una brocca rotta. Firma Martin – Christopher Bode.

Dopo questa ricca serata di cinema, non rimane che sognare una brocca, stavolta piena magari di tamarindo e ghiaccio. Vi aspettiamo mercoledì sera e vi salutiamo simpaticamente.

Diario di bordo – lunedi 6 luglio

ShorTS International Festival non conosce soste, anzi moltiplica le occasioni di incontro e di confronto, sole e luna, bianco e nero ed in mezzo tutte le variazioni possibili.

Siamo in Piazza Verdi per il nostro consueto bagno di visioni,un bagno salvifico visto che corrobora corpo e intelletto.

lunedì 6-2

Delicato e sferzante, il primo cortometraggio ci introduce nel mondo straziante di un bambino malato, del suo rapporto con il padre che gli racconta di un mondo fatato, di un pianeta perfetto.

Una storia che contrappone alle corsie d’ospedale ed al dolore la forza della favola. Dirige  Andres Walter, titolo del cortometraggio HELIUM

Si continua, pochi minuti dopo le dieci, con un’opera italiana di Pierpaolo Paganelli, LA VALIGIA, film d’animazione sulla vecchiaia, con qualche reminiscenza del testo teatrale di Furio Bordon LE ULTIME LUNE.

Con il patrocinio del Polsky Institut, ecco le immagini lacustri e di vegetazione di LAS CIENI, dove una caccia all’uomo nei boschi funge da ennesimo monito contro la guerra. Dirige Andrezej Cichocki, che sa come rendere visivamente efficaci uomini ed animali-

PINEAPPLE CALAMARI,da par suo, è una buffa favola animata che illustra l’improbabile relazione sentimentale tra una stupefatta donnina ed il suo più che addomesticato cavallo.

Sorpresa finale, ben orchestrata dalla regista Kasia Nalewaika.

Ancora avanti  con una produzione diretta da Hallvar Witzo, una surreale parata di veterani militari che presto diventa racconto multigenerazionale, cronometro di epoche diverse.

Si prosegue poi con un lavoro targato NZFILM, vale a dire WHISKER incentrato su di una singolare gara tra clochards, in palio un appetitoso premio gastronomico.

Per i più cinefili tra di voi,appare palese l’omaggio al classico horror di John Landis UN LUPO MANNARO AMERICANO A LONDRA . Bravo l’autore, Steven Saussey.L’ora è tarda, propizia quindi per un bicchiere di ironia in salsa iberica, fornitaci senza riserve da Rodrigo Canet con LITIO, partita verbale a ping pong tra ragazzo e ragazza.

Ana Blanco e Sasha Di Benedetto sono i piccoli protagonisti di TIN E TINA,biondissimi e cadaverici come i bambini alieni del vecchio classico di fantascienza  IL VILLAGGIO DEI DANNATI Gotico e tragicomico sono evidentemente le cifre espressive del regista Rubin Stein, veramente sadici i suoi baby killers…

SNOWFLAKE invece è una produzione italoamericana attribuibile a Francesco Roder, una vertigine sentimentale tra donne che deve venire a patti con la fine del percorso umano.

Un forte e drammatico soggetto, a cui segue ERLEDIGUNG EINER SACHE di Dustin Loose dove un figlio alla ricerca del padre ricoverato in un ospedale psichiatrico vive un colloquio dai retroscena sconvolgenti.

Conclusione di serata per INSIDE THE BOX a firma David – Martin Porras, una produzione americana che gode di un eccellente clima di sospetto. Una vera e propria indagine poliziesca, dove forse le cose non sono esattamente come appaiono.

Un lavoro a sfondo sociale, sulla ghettizzazione della quale sono vittime certe persone malate.

Acqua fresca con tantissimi cubetti di ghiaccio, a questo anelano tutti per combattere il caldo – caldissimo.

In attesa del fresco, appuntamento a martedì sera.

Riccardo Visintin

 

L’amore per il cinema – Diario di bordo di domenica 5 luglio

Giorgio Albertazzi, maestro indiscusso del teatro italiano, ama spesso ripetere che ogni esperienza artistica va affrontata con “stupore di bimbo”, mantenendo una estatica verginità…..

La suddetta teoria trova pieno supporto in queste serate piene di appuntamenti legati al mondo giovanile, appuntamenti su cui torneremo nei prossimi diari di bordo.

Platea gremitissima in questa domenica sera che non allenta la morsa del caldo: evidentemente l’amore per il cinema rappresenta un eccellente antidoto ai soprusi metereologici.

domenica-3

Senz ‘altro indugio ci prepariamo ad una ricca serata di proiezioni, provenienti da tutto il mondo;

Una selvaggia rissa tra giovani diventa  tragedia sfiorata quando uno di loro finisce  in coma causa le percosse subite ; in qualche modo la tracotanza degli anni verdi cede il passo ad una prima scintilla di consapevolezza adulta. Firma il lavoro Wess Pelinenburg, titolo COWBOYS JANKEN OOK.

Cosa pensereste, da cittadini di questo nostro pazzo mondo, se esistesse una società dove chi non produce reddito viene “rottamato” attraverso una sorta di eutanasia sponsorizzata?

FIRME USTED AQUI di Rodrigo Zarza Rioja ci introduce in un ambiente grottesco in cui qualcuno già sta incrementando tale progetto.

Amicizia, amore, quanta confusione generano i rapporti umani, quando li si vuole preservare dalla ruggine e dalla volgarità.. HJONABANDSSAELA di Jorundur Ragnarsson presenta due attempati scapoli alle prese con la comnpagine femminile e con se stessi, con i loro dubbi da maschietti irrisolti.

Avanti ancora con JOSE’ a firma Alexandre Bouchet, che ancora una volta ci illustra astri e disastri del carattere maschile, e lo fa mantenendo una sua personale dimensione d’autore.

Stupenda, poi, la parabola d’animazione della ragazza che anela di cambiare identità, di passare dalla specie umana a quella animale, adottata ed amata da un branco di coyote.

Bellissime idee visive, plauso quindi alla coppia di autori Gerbeaud – De Panafieu. Titolo ORIPEAUX.

Si basa viceversa su di una storia vera, su quanto accaduto ad un telegrafista nel 1944, il serrato cortometraggio THE WEATHER REPORT di Paul Murphy, che solo sui titoli di coda svela che con il suo operato il protagonista fece posticipare lo sbarco in Normandia.

La guerra, spettro che infesta la nostra realtà e i nostri sogni, ritorna ancora nei due minuti di MELODY NIGHT diretto da Kayhan Anwar, una brughiera licantropica formato cartoon, raffinatissima.

FUMER TUE arriva dalla Francia, lo firma Denise Powers e ironizza su quello che noi italiani chiameremmo il vizio di “attaccar bottone”, in una girandola verbale e verbosa molto simpatica.

Continuamente sospesa in una dimensione di attesa e di tensione, la vicenda di SKINSHIP siglata Nichola Wong esige attenzione: qui si parla di sessualità e di rapporti umani, quindi è materia che riguarda tutti.

La demenza senile, la malattia e la invalidità sono tematiche da far tremare i polsi, da non prendere alla leggera, come appunto accade in PFLEGESTUFE dell’autrice tedesca Julia Peters, accorto seppur terribile racconto di distruzione e minaccia morale.

Se dietro alla macchina da presa c’è una donna – è stato detto più volte –  molto spesso possiamo contare su pregevoli ed inediti punti di vista autoriali e caratteriali, come testrimonia Mirna Dizdarevc con il suo ISKUPLIENJE.

Siamo in dirittura d’arrivo, mentre una provvidenziale brezza solca il cielo rosso scorrono le immagini di DOMOJ a cura di Simona Feldman, teutonico spaccato di vita di coppia che cede il passo a TOBACCO BURN di Justin Liberman, dove sceneggiatura e interpreti forniscono il loro fattivo contributo per una vicenda che parla di violenza ,senza altre definizioni di comodo.

Avete pronto il ventilatore? Per adesso tutti a casa, ma lunedì sera si ricomincia.

Riccardo Visintin

Shopping che passione – diario di bordo di sabato 4 luglio

Shopping che passione! Trieste supera almeno apparentemente il calore allucinante di questi giorni e di queste notti donandosi alle spese compulsive.
Tanto di guadagnato per la vivacità del centro cittadino, e anche la nostra platea è strapiena di spettatori più che attenti.
Inizio al fulmicotone con la satira estetica di “ Bold” di Davide Gentile, che allude in modo simpaticamente irriverente a quei soggetti non propriamente dotati di una capigliature fluente.

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La grande tradizione del cinema fantastico prevede da sempre l’incontro del soggetto umano con la Bestia.
“Bang bang!” di Julien Bisaro è una discesa nel profondo delle tradizioni ancestrali, una macchia rosso scarlatto in un contesto grigiofumo, una ragazza che fugge dal padre, angoscia e scoperta.
Ritorniamo al vecchio caro escamotage della satira funeraria, un irresistibile mix di macabro e di ilare con “Le doigt d’honneur” di Malika Pellicioli, che oltretutto dirige mirabilmente questa cinica famiglia di approfittatori.
Eccoci quindi totalmente partecipi delle funamboliche lezioni di piano di un bambino decisamente non dotato di quello che Beethoven chiamava l’orecchio assoluto; complimenti senza riserve a Tommaso Pitta, che scuote letteralmente la platea dalle risate.
Titolo del suo lavoro “How I Didn’t Become a Piano Player”.
Dolce, indifesa, un petalo di iris che galleggia sull’acqua: come non voler bene alla ragazza con i capelli fioriti pensata da Sarah Tabibzade per il suo “Lady with Flower-Hair”: una tenera torta di lamponi visiva.
Cinema on the road, di quello frenetico, per “Taxistop” di Marie Enthoven, dove tutti inseguono tutti, ed una irresistibile bambina bionda corona il suo massimo desiderio: stare in compagnia del suo occhialuto papà.
Vicenda invece cupa e drammatica quella che ci inoltra nel mondo claustrofobico della malattia, della sofferenza, di un disagio che può appartenere a tutti: “Tzniut” di David Formentin racconta proprio di questo.
Ezra Pound parlava della vecchiaia come di una stagione all’insegna del coltello e del velluto; chissà se ne é al corrente l’autore di “Arroz y fòsforos”, cortometraggio d’animazione con protagonista un uomo anziano alle prese con i propri fantasmi.
Giovinezza, età di paure, piccoli momenti di luce, ed ombre fastidiose da accettare: un difficile rapporto con la madre e al centro del quotidiano della protagonista di “The Sound of Crickets” di Justine Klaiber.
Animazione di elegante confezione, come del resto quella del seguente “Le Vélo de l’éléphant” di Olesya Shchukina.
Parteggiamo moralmente per il pachiderma aspirante corridore che in fondo non chiede dalla vita la realizzazione del suo unico sogno.
Come vi sentireste se vi attribuissero una paternità che sapete non essere vostra? Ci sono anche altre verità nascoste, che qualcuno definirebbe scheletri nell’armadio, all’interno di “Père” di Lotfi Achour.
Dopo tanti segmenti di vita soggettiva l’ultimo lavoro in cartellone per questa sera ci porta in un contesto scientifico dove è il destino degli uomini ad essere in ballo; tensione crescente per un’opera visiva che attribuisce una valenza fondamentale alla recitazione.
A questo punto il sabato sera diventa sabato notte, buona sangrìa e altrettanta buona movida a tutti, le proiezioni continuano!

Riccardo Visinitin

Diario di bordo – venerdi 3 luglio

Una meteora incandescente incattivita nei confronti di noi comuni mortali dardeggia sul cielo triestino. Caldo soffocante, citando il titolo di un bel film italiano di qualche anno fa, in piazza Unità c’è una performance teatrale e quindi i nostri cortometraggi iniziano alle ore 23.

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Apertura di quelle da red carpet – ed intendiamo a livello artistico – per il film inerente il premio Mattador Bagaglio in eccesso di Mariachiara Manci. Si tratta della prova provata che dal cinema italiano possiamo aspettarci ancora delle bellissime sorprese, non importa se di breve medio o lungo minutaggio.

Mentre una ingioiellata compagine esce dal Teatro Verdi ecco irrompere sullo schermo le dissacranti avventure conviviali pensate da Gina Wenzel per il suo Coming Out: uno sberleffo, una salace monelleria a proposito di questa fatidica identità sessuale che pare ossessionare molti di noi.

Che bella la satira partenopea e romana quando pur attingendo ai cliché canonici, vedi Vesuvio Pulcinella Trilussa, conquista un suo spazio inedito! E’ quanto dobbiamo moralmente da spettatori ad Antonio Losito che  con il suo A questo punto … compone un vero e proprio alfabeto sulle malizie e sugli intoppi della Truffa.

Ancora relazioni sentimentali da svelare, come matrioske silenziose, in un scelto gioco di agnizioni e confessioni. Stiamo parlando di En eftermiddag di Soren Green.

Cesare Pavese è stato tra gli scrittori italiani quello più capace di raccontare la campagna, quel filo di luce impercettibile che attraversa i filari, dove tutto è fermo eppure in leggiadro movimento. Autore sensibile, Simone Massi nei sei minuti de L’attesa del Maggio compone un gioco visivo che rispetta questa lontana tradizione.

Mit Besten Grüßen di Bernhard Wenger raccoglie dentro di se il miele ed il salato delle predisposizioni sentimentali; esistono persone dalla timidezza biancolatte ed altre che scelgono un porpora acceso per esprimersi. Il lavoro in questione ci offre in questo senso una originale chiave di lettura.

Ci stupiamo ancora dopo tanti anni di come il cinema d’animazione attraversi dedali poetici e descrittivi senza appesantire i toni, come una carezza sul pelo dell’acqua, Swan di Oleksander Danylenko ci porta dal focolare domestico alle vette dei cieli dove le ali si dispiegano felici e volano, volano …

Conclusione ancora all’insegna del disegno animato per Amazing Adventure di Danny Clark che prevede un originale chapeau al mondo dei videogiochi, da quelli antidiluviani a oggi, senza dimenticare un protagonista simpatico ed occhialuto che è atteso da una prova di coraggio.

Mentre in tanti ritirano la loro copia del catalogo del Festival edizione 2015, a noi tocca il piacevole compito di citare l’opera grafica di Leonardo Di Rocco ed il suo simpaticissimo Napoleone Bonaparte in technicolor. Sarà un brindisi tintinnante, diceva Francesco De Gregori in Titanic, ed è appunto ad un prossimo brindisi cinematografico serale che vi aspettiamo, non dimenticando un caldissimo saluto.

Riccardo Visintin