Diario di bordo – Premiazioni 2020

L’APPRODO.

L’ultima seduta era un famoso racconto di Agatha Christie, ed era fenomenale perchè per la prima volta la grande autrice abbandona il genere thrilling a favore del puro horror di sapore gotico. Per capirci l’ ultima sedia era quella di una finale seduta spiritica, dopo la quale un gruppo di appassionati si sarebbe diviso.

Ultimo a parer nostro, è sinonimo di qualcosa che finisce, a volte inesorabilmente; International ShorTS Festival invece va avanti, e quest’anno ha vinto una sfida molto importante. Niente pubblico dal vivo, niente surriscaldamenti emotivi da vivere pelle su pelle, eppure l’astronave di cui parlavamo giorni fa è felicemente approdata alla sua stazione siderale finale. Tante cose belle sono successe, alcune ve le racconteremo adesso, e ci cospargiamo in anticipo il capo di cenere per inevitabili omissioni o dimenticanze.

È stata l’ edizione che ha visto il consenso morale di ben tre cortometraggi italiani, ognuno premiato con un diverso riconoscimento.

IL PRIMO GIORNO DI MATILDE di Rosario Capozzolo, ha evidentemente convinto e commosso per quel ritratto a tratti straziante di una bambina e di un padre, reso con efficacia drammaturgica, vincendo il premio per il miglior film italiano.

La medesima calibratura emotiva, nel diverso pianeta del cinema di animazione, è stata ottenuta da Veronica Spedicati con il suo IL NOSTRO TEMPO (miglior montaggio italiano).

A proposito del lavoro sul montaggio, va menzionato il lavoro del triestino Andrea Andolina con il suo A COLLOQUIO CON ROSSELLA.

Il pubblico ha invece premiato la struggente storia d’amore stigmatizzata da LOST AND FOUND della coppia Goldsmith e Slabe.

La giuria ha invece premiato una storia di stremo fisico e di sussulto psicologico: SHE RUNS di Qiu Yang; forse la prospettiva attuale dei giovani registi internazionali è rivolta verso lo studio d’ambiente e l’analisi di come i soggetti umani affrontano dei vissuti davvero complicati.

Un festival, si sa è un automobile da corsa che funziona solo se i freni sono ben oliati, e se le marce rispondono ai comandi. Perché ciò si concretizzi è necessario il lavoro di tante persone: Chiara Valenti Omero, direttrice della nostra manifestazione, non si è arresa alla situazione stagnante dell’arte in questi duri mesi, ed i risultati sono stati notevoli ugualmente. Francesco Ruzzier, che in tanti avete visto nella clip di presentazione dei film, ha come sempre curato nel dettaglio una scelta sensibile ed omnicomprensiva. Insostituibile il lavoro grafico e descrittivo di Francesco Paolo Cappellotto, responsabile in termini di layout del catalogo e organizzatore del 24H Comics Marathon. Sempre gentili, accorte, disponibili, e precise le tante presenze femminili dello staff; da Giulia Resi a Vittoria Rusalen, passando per Elisa Rossetto e Deborah Macchiavelli, ogni aspetto dell’ ufficio stampa e dell’organizzazione generale è stato curato con pregevole scrupolosità. Last but not least hanno sempre avuto un sorriso per tutti, e questo riguarda anche Daniela Pick-Tamaro ed Ilaria di Milla, la cui radiosa presenza ha contribuito al pieno risultato globale. In questo festival dalla natura virtuale non possiamo dimenticare Francesco Bonerba, Anna De Marco e Manuela Marchesan; ragguardevole supporto tecnico visivo è stato fornito da Laura Gorlato, mentre il cinema per le frange più giovani ha conosciuto l’attenta collaborazione di Manuela Morana. Compagine straniera del festival, ma in realtà completamente assorbita dal carattere tutto italiano a livello di colori ed umori, la coppia di fotografi Muchut e Faino e Joana Fresu De Azevedo. Ovviamente non tutti erano presenti a livello fisico e quindi a maggior ragione rappresentano il corpus interno del festival. Naturalmente da citare la sezione Nuove Impronte a cura di Beatrice Fiorentino; la selezione da lei curata, ci offre sempre la possibile di trovare delle autentiche perle. Ne citiamo quindi il vincitore: FAITH di Valentina Pedicini.

Un noto settimanale di programmi radiotelevisivi palesava in copertina, qualche settimana fa uno spettatore solo in un’enorme sala cinematografica; disperatamente solo sulla sua poltroncina di velluto rosso in compagnia di una mega porzione di popcorn.

Speriamo che non sia così il nostro futuro, e che si ritorni quanto prima al gesto ed al sublime connaturato moto dell’abbraccio.

Il cinema serve anche a questo ed a una bella sensazione non si chiede altro che ci torni a trovare.

Appuntamento al prossimo anno.

Diario di bordo – 11 luglio 2020

Stan Lee, indimenticato nume tutelare della Marvel Comics, che ha il non piccolo pregio di averci regalato personaggi come l’Uomo ragno e i Fantastici Quattro, diceva che il vero lettore di fumetti è un concentrato di bambino e di adulto.

Parliamo di fumetti perché sono importanti nella vita delle persone, ed anche International Shorts Festival ne tiene conto con i suoi appuntamenti rivolti ai più giovani.

Al mondo della fantasia più salubre, quella che ci fa restare ad occhi aperti, appartiene anche Simone Massi, giovane cartonist della vecchia scuola che conosciamo meglio grazie ad un appuntamento in streaming da non perdere.

Mentre la città è abbondantemente innaffiata dalla reiterata pioggia ecco la sezione Maremetraggio, da esplorare con avidità.

Chissà se la coppia di autori Chin e Zacharevic, ha conosciuto il gruppo armonico italiano Nuova Dissonanza; il suporto sonoro del loro REWILD sembra uno scoperto omaggio a quel complesso dodecafonico che lavorò anche con Ennio Morricone. Film dal linguaggio sociale, accorato monito contro la deforestazione, ci trasporta a Sumatra ed al suo verde paradiso trafitto dall’ uomo.

Un ambiente sociale dai contorni degradati, prostituzione e personaggi da casellario giudiziario, tutto sembra confluire in una brutta versione esistenziale in LA BELLEZZA IMPERFETTA di Davide Vigore. Eppure il non giovane protagonista dal volto incredibilmente evocativo riacquista una sua purezza grazie a un incontro che cambierà la sua vita. Splendida la ragazza al centro dell’intreccio.

PORTRAITIST a firma di Cyrus Neshvad proviene dal Lussemburgo ed è soprattutto una triste favola pittorica dove i fiori e gli alberi disegnati diventano un ponte fra un uomo e la sua famiglia.

Veramente bizzarra la vicenda narrata da LAY THEM STRAIGHT di Robert Deleskie. Una ragazzina mantiene con i numeri una relazione a dir poco ritualistica, che le rende difficile il confine fra fantasia e realtà; un efficacie tensione drammatica trasporta l’opera filmica verso un finale enigmatico.

SATURDAY’S APPARTAMENTS di Jeon Seungbae si configura come un’ode alla collaborazione, in uno strano condominio abitato da irritati pupazzi di animazione, sembra non andarne giusta una ma le fiabe, si sa, non possono che finire bene…

THE STRAINGE HOUSE IN THE MIST di Guilherme Daniel ci trasporta in una strana casa sulla scogliera dalle torbide atmosfere, l’incontro tra un penitente ed il suo misterioso anfitrione sarà materia di disamina psicologica.

Stasera l’estate si è presa una pausa si configura una notte dal fresco giaciglio, dopo cotanta afa.

Attenzione collettiva comunque desta per l’inebriante cerimonia delle premiazioni.

Diario di bordo – 10 luglio 2020

Ci sono compleanni che non possono proprio passare inosservati: Ringo Starr, nasuto e simpaticissimo batterista dei Beatles è una sorta di gigantesca icona popolare internazionale, compie 80 anni. Auguri di cuore al caro Richard Starkey, suo vero nome, grazie per le mille emozioni che ci hai regalato, a partire da quella stonata ed indimenticabile performance vocale che si chiama “Yellow submarine”.

Ancora una volta, ci aspetta la sezione Maremetraggio, con i suoi treni visivi ed i suoi binari deliziosamente scomposti.

Apertura delle danze per WE SOUND di David Carrizales; mediante supporto filmico del bianco e nero di animazione, ci spiega come tutti noi siamo particelle umane rumoreggianti, dalla prima infanzia alla fine dei nostri giorni.

“La solitudine è una strana compagna”, cantava Antonello Venditti in una pregevole e dimenticata canzone del 1979, “Stai con me”. Ne sa qualcosa l’anziano protagonista di TERESA di Gabriele Ciances, dove un vedovo cerca di riavere la moglie con un eccentrica scelta. Commovente la scena del ballo. La perdita raccontata da un originale punto di vista.

THE LITTLE SOUL di Barbara Rupik corto d’animazione, narra il viaggio di un’anima. Si lega emotivamente alla lezione visiva di Hieronymus Bosh, lascia allo spettatore una sensazione di inquietudine.

Giocato tutto nell’angusto spazio descrittivo di una video chiamata THE TEST di Philipp Christopher contiene una sorpresa per lo spettatore decisamente ben congegnata…

I dolori dell’attività sportiva, ci vengono raccontati da Qiu Yang nel suo SHE RUN; i rovelli esistenziali di una giovane donna alle prese con il dolore e la fatica. Quasi un backstage controcorrente, il velo nascosto dietro gli applausi e i lustrini.

Si prosegue con RAIN RAIN RUN AWAY di Clémentine Carrié, ricorda a tratti il famoso romanzo “Il signore delle mosche” di William Golding dove una società totalmente governata dai bambini veniva fagocitata dai propri riti. Anche questo corto, che ha per protagonista l’infanzia, racconta di un volontario esilio dal mondo degli adulti alla ricerca di un inedito eden da erigere.

Chiude la kermesse di stasera il film di Pham Thien An STAY AWAKE, BE READY che ci offre uno spaccato di vita a Saigon tra varia umanità fluttuante. Un incidente è lo spunto per la riflessione che da il titolo al film. Numerosi i richiami ai ritmi forsennati della vita moderna.

Anche una via deserta può offrire inediti scorci di riflessione: una indimenticabile Donna Summer canta dalla radio la struggente “The deep” tema dalla colonna sonora del film abissi del 1977 o giù di lì.

Un gran bel sentire, ed a occhi chiusi celebriamo il mare, l’estate tutto quello che ci riporta a sensazioni vive e palpitanti.

Appuntamento a sabato sera.

Diario di bordo – 9 luglio 2020

CRONACHE MARZIANE (Martian Chronicles) è un bellissimo romanzo di Ray Bradbury che ipotizza la pacifica convivenza tra alieni ed umani, in un contesto edulcorato dove gli abbracci e la comprensione reciproca sono valori consolidati.

Quest’anno siamo un po’ tutti extraterrestri ed un po’ umani inquilini di un bosco telematico che stiamo imparando ad annaffiare. Masterclass pomeridiana dedicata ad un giovane rampante con già sullo scudiere diversi successi: è Saverio Costanzo e lo si ascolta molto volentieri. Sezione Maremetraggio sempre colma di sorprese, entriamo in connessione e svariati universi paralleli ci si palesano.

Partenza con WHY SLUGS HAVE NO LEGS? Diretto da Aline Hochli, gustoso corto di animazione incentrato sulle avventure di un gruppo di lumache. Da un lato i travagli professionali di chi non brilla per velocità, dall’altra la favola rivolta al pubblico infantile, doppio risultato narrativo che convince.

Italiano il prossimo lavoro, a firma di Rosario Capozzolo IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA DI MATILDE. Un padre che sembra preda di misteriosi rimorsi ed ansietà e investe la figlia con sproporzionati consigli davanti ai cancelli didattici. Drammatica la soluzione emotiva finale.

Proviene viceversa da Singapore il bozzetto descrittivo infantile di ADAM diretto da Shoki Lin; di nuovo una storia di non appartenenza, di abbandono ed in questo caso un barattolo di latte in polvere diventa guida narrante.

MONOLOGUE della coppia Landi, Mellony prende posizione sul tema dell’ipoacusia e ci illustra come gli scompensi uditivi possano sconvolgere la vita di qualsivoglia individuo.

Il regista Luca Zuberbühler ci presenta con il suo EXIST si configura come una raffinata metafora teatrale della vita e della morte; forse quella occorsa ad un giovane operaio è una disavventura a base di fantasmi e tra le rovine di un palcoscenico quasi polverizzato si svolge una vicenda carica di pathos.

A COLLOQUIO CON ROSSELLA firmato da una cara e vecchia conoscenza del nostro festival, alludiamo ad Andrea Andolina che coinvolge la voce di Ariella Reggio ed attori ben noti come Sara Cechet Woodcock ed Raffaele Sincovich.

La vita di una donna raccontata da una particolare prospettiva: i suoi messaggi in segreteria. Le ultime notizie sgorgate dai telegiornali sono sempre all’insegna di un pessimismo ormai quasi cronico, a maggior ragione quando dallo schermo giungono le immagini di alcuni bellissimi film musicati da Ennio Morricone come “Mission” oppure “C’era una volta il West” ci si rende conto di come le schiarite emotive e la positività, possano arrivare solo da qualche illuminato connubio artistico.

Una canzone meravigliosa di Bruce Spingsteen intitolava “Girls in their summer clothes” a nostro avviso è anche questo un bel segnale di ripartenza, viste le tante bellezze triestine e non che colorano le vie e le piazze.

Appuntamento a venerdì sera.

Diario di bordo – 8 luglio 2020

Fate finta di essere al timone di una nave interstellare che percorre sentieri siderali mai conosciuti prima.

Istantanee immagini che sembrano il retaggio di una vita già vissuta altrove, e sempre quella medesima sensazione di esserci già stati, di avere una sorta di autocoscienza che dichiara: “da qualche parte è già successo”.

Anche Shorts International Film Festival è una nave, che solca oceani popolati di visioni e di scansioni emotive.

In questi giorni densi di appuntamenti si susseguono momenti di emozione pura, plausibili anche grazie al supporto tecnologico.

Beatrice Fiorentino ha, per esempio, curato con la consueta attenzione la sezione Nuove Impronte; le cronache forniscono dati incoraggianti sul feedback delle pellicole da lei selezionate.

Da citare IL GRANDE PASSO di Antonio Padovan, con il formidabile Giuseppe Battiston; ma di tutti i lungometraggi presenti relazioneremo nei giorni a venire.

Come sempre spazio creativo apertissimo ai giovani, le nostre farfalle tenere e visionarie, che sbocciano al mondo con occhi carichi di progettualità; al Teatro Miela appuntamento con i video degli studenti del Deledda-Fabiani. Un evento di qualche giorno fa, che era giusto rammentare, intitolato SCIENCE FOR SUBURBS.

Mercoledì sera puntualmente dedicato ai lavori della sezione Maremetraggio, uno sguardo internazionale sempre pieno di sorprese.

Carolina Crescentini è una bellissima e talentuosa attrice italiana sempre più sicura di se stessa man mano che il tempo passa; la troviamo protagonista di FULMINI E SAETTE, a firma Daniele Lince. Si tratta di una gustosa parodia dei fumetti della Marvel Comics a base di supereroi, dove Carolina riveste il ruolo di un’eroina in calzamaglia molto più vincente nel pubblico che nel privato.

In una breve videopresentazione del suo lavoro il regista ceco Jan Vejnar ci compare come un giovane gentile dalla barba bohémien, ma la materia del suo corto FIGURANT è sferzante ed incisiva. Passaggi di ruolo e sconvolgimenti emotivi che ricordano certe atmosfere livide alla Fassbender.

L’occhio narrativo di Venere, è stato già detto, registra accordi emozionali e dissonanze molto diverse dal peso specifico maschile; VERONICA NON SA FUMARE di Chiara Marotta sceglie la fase adolescenziale come tappeto descrittivo ricco di colorazioni.

Cosa passa nella mente di un artista durante il proprio travaglio? Le emozioni forti connaturate in uno spirito così sensibile possono anche frantumare la brocca di cristallo della creatività. Succede in EGGSHELL di Case Jernigan.

Il cimema europeo, quello per capirci lontano dai fasti hollywoodiani ed immune alle lusinghe del lusso e del benessere sfrenato, ha sempre portato eccellente fieno in cascina sulla piattaforma della settima arte. Penso ad un regista come István Szabó, che in film come Mephisto oppure Via dei pompieri ha narrato una frangia umana, dolente e dai sogni malinconicamente semplici, ANNA di Dekel Berenson, con la sua protagonista, appartiene di titolo a questa categoria. Vedere per credere.

Finale di serata a cura del cinema iberico, presentato da Lluís Margarit con il suo CALVARY che già dal titolo ironizza su stempiature e intermittenze sentimentali, in modo efficace.

Guardare fuori dalla finestra è diventato un meccanismo mentale inconscio: in fondo rimangono i sorrisi dei bambini, i gatti attorcigliati al sole ed il rumore di passi umani sconosciuti su strade semideserte i nostri agganci alla filiera esistenziale.

Quando tutto questo finirà ed il silenzio assordante di cui tutti parlano sarà solo un ricordo, proveremo a capire se questa lavanda gastrica dell’anima ci ha reso migliori od uguali a prima.

Appuntamento a giovedì sera.

Diario di bordo – 7 luglio 2020

Una volta i locali notturni e le discoteche avevano nomi esotici ed accattivanti: CAPRICCIO ROSA, NUOVO AMNESIA, BANDIERA GIALLA, per non citare che i più celebrati.

Erano luoghi illuminati da meravigliose luci stroboscopiche, dove la gente coloratissima godeva del piacere di stare insieme. Sembra di parlare di un’era preistorica, adesso che siamo confinati nelle nostre quattro mura domestiche e le poche occasioni di incontro vengono denominate “assembramenti”.

CASTLES di Stefano Bertelli è un partecipato cortometraggio d’animazione sul senso stesso del nostro vivere: mano nella mano una coppia in formato ombra attraversa case sugli alberi. Squarci di cielo installazioni lievi di un mondo poetico ed idealizzato dove tutti vorremmo vivere.

Suspance mozzafiato per RED VINE di Santiago Menghini. Durante un evento di beneficenza qualcuno si accanisce col veleno su un bicchiere di vino; la traiettoria che lo stesso compierà è tutta da scoprire.

SUCH A BEATIFUL TOWN di Marta Koch racconta il surreale percorso notturno di una giovane donna angosciata. Cortometraggio di animazione che indaga sulla pulsioni sessuali ed esistenziali. Da notare la produzione, la medesima scuola di cinema di Lodz in Polonia, dove studiò Roman Polansky.

DEAF LOVE – VOLER ESSERE FELICI AD OGNI COSTO di Michele Bertini Malgarini ha i toni di una commedia on the road con qualche bozzetto umoristico sul linguaggio proto-meridionale, ma contiene anche un messaggio universale d’ amore oltre le barriere della sordità e dell’handicap in generale.

THE VAN di Erenik Begiri ci trasporta in un mondo cattivo ed impermeabile ai sentimenti umani, dove si viene massacrati di botte per denaro e dove il contatto esistenziale si sgretola sotto il peso dei soprusi.

Suonato più che declamato, DIALOGUE di Souvik Chakraborty è uno psichedelico viaggio in India che ricorda molto un videoclip anni ’80.

PAOLA MAKES A WISH di Zhannat Alshanova è un film consigliato agli uomini; l’ affascinante dialogo nulla ha da invidiare a “ sex and the city”.

Una delle cose che la forzata clausura non ci ha sottratto è la fantastica capacità di attraversare il vortice delle immagini filmiche metabolizzandole attraverso la nostra personale visione.

Fatelo sempre, è il presidio più a buon mercato che esista.

Appuntamento a mercoledì sera.

Diario di bordo – 6 luglio 2020

Ennio Morricone ha rappresentato, per l’Italia ed il mondo in generale,molto più di un celebre autore di colonne sonore.

Le sue partiture volavano di vita proprio, come un motore a doppia gittata intervenivano sul nitrato d’ argento della pellicola, diventando materia poetica a sé stante, immediatamente riconoscibile.

Apprendere la sua scomparsa è stato un colpo al cuore, più che il personaggio ci mancherà la persona: mite, semplice un delicato alfiere dell’understatement.

Luglio fa uscire dal proprio cilindro un coniglio bizzarro, tra rovesci climatici assortiti ed ampolle di caldo insopportabile.

International Shorts Festival 2020 prosegue il suo viaggio virtuale, ben tre rappresentanti del gentil sesso dietro la cinepresa; ma andiamo con ordine.

EXAM di Sonia K. Hadad racconta con accesi toni drammatici l’incubo didattico di una giovane araba; pericolosamente investita del ruolo di corriere per sostanze stupefacenti, dovrà sopportarne le conseguenze.

La visione prosegue con IL NOSTRO TEMPO di Veronica Spedicati,con un gioco narrativo/drammaturgico che non sarebbe dispiaciuto ad un fine conoscitore della tenera età come Gianni Amelio. Un difficile rapporto fra padre e figlia si dipana attraverso i lenti ed assopiti pomeriggi estivi nella splendida terra pugliese; c’ è forse lo spettro di una malattia paterna ma i sorrisi rinsaldano il rapporto fra due figure così lontane.

El LIBRE di Francesca Català contempla una libraia dai capelli rossi alle prese con un libro disubbidiente fino ad un sorprendente effetto finale.

SONG SPARROW di Farzaneh Omidvarnia è un lavoro di animazione che ci racconta il viaggio di un gruppo di profughi; le coloriture drammatiche dell’assunto si stemperano nell’inattesa speranza finale.

GUY PROPOSES TO IS GIRLFREND ON A MONTAIN di Bernhard Wenger ci fa fare una bellissima vacanza sulle cime innevate, ma attenzione che è Cupido a reggere le fila del gioco… Plauso particolare per l’ originalità dell’insieme; produzione austriaca sotto lampi e tuoni da discoteca.

Ultima proiezione quella di COMMUNITY GARDENS a firma di Vytautas Katcus, regista lituano, in questa ambientazione bucolica si svolge un incendio; l’evento ambientale delinea il solco creatosi fra il protagonista e la sua terra.

Giugno, mese di anniversari e di ricordi: Vittorio Gassman e Alberto Sordi sono talmente vicini al cuore degli spettatori, da assurgere ad icone preferenziali di un cinema che forse non esiste più; ci sembra giusto ricordarli, visto che pure loro hanno contribuito ad erigere una grande edificio di emozioni in celluloide.

Appuntamento a martedì sera.

Diario di bordo – 5 luglio 2020

Profumo d’estate, di sole e di mare, di salsedine che si attacca sulla pelle.

La vita collettiva riesplode, dopo una primavera sacrificata sul nero altare dell’angoscia; occhi bramosi di emozione, quella che sgorga decisa come un fluido vitale, sfida le correnti e vince.

Caldissima serata, a casa lo schermo televisivo ci rimanda le immagini di un amico di tutti, una grande persona che sta combattendo una grande battaglia: Alex Zanardi.

Il nostro Festival continua il suo percorso narrativo attraverso la sezione Science & Society, in collaborazione con ESOF 2020, occasione preziosa per parlare del nostro rapporto con la tecnologia e le sue istanze, una materia quotidianamente fluttuante.

Quasi tutti i cortometraggi sono di animazione, si parte con AVARYA di Gokalp Gölen. Un anziano, fragile essere umano fronteggiato da un robot; la posta in gioco è altissima: un pianeta dove vivere.

Si prosegue con CLACK, della coppia Martinoni/Peretti, una divertente ma consapevolmente distopica satira sulle insidie della tecnologia, dalla quale tutti siamo spggiogati.

Ancora avanti con il progetto filmico femminile diretto da Beatrice Aliné ABSENCE OF LIGHT; una considerazione estetico-meditativa sulla natura dell’energia luminosa, sul buio ed il suo contrario.

A seguire DEJEUNER SUR L’HERBE, del collettivo Bourges/Charles/Harbonn Viaud/Rougemont, che contempla un buffo scienziato alle prese con problemi lavorativo-esistenziali.

Già dalle prime sequenze, HOME AWAY 3000, della coppia Pétel/Baranzini, ci rende solidali con il simpaico cosmonauta protagonista; calvo, baffuto, agé e con un problema da risolvere.

FRAMES di Farhad Pakdel ci ha ricordato un capolavoro della fantascienza italiana anni 70, Le Orme di Luigi Bazzoni (1975): la medesima atmosfera da capsula compressa, da ambiente immobile nella stessa temperatura…

Volenti o nolenti siamo sempre più vittime della sindrome del voyeur, e lo testimonia STORY di Jola Bańkowska.

L’elemento acquatico più che una risorsa è un bene essenziale, ma cosa succederebbe se la collettività ignorasse la sua mancanza? Un piccolo gioiello di fantascienza ecologica intitolato THE WATER, firmato Andrea Dargenio, affronta questo problema.

Dal cortometraggio al lungometraggio con la sezione Nuove Impronte, su cui ritorneremo diffusamente anche in seguito.

LOS FANTASMAS di Sebastián Lojo contempla vita ai margini, prostituzione maschile ed un contesto corrotto, narrando il tutto in un’ambientazione grigia dimenticata da Dio.

Nonostante tutto, siamo riusciti a stare insieme anche a distanza, gettando un ponte metaforico da una sponda all’altra. Appuntamento a lunedì sera.

Diario di bordo – 4 luglio 2020

Il destino, a volte riserva al consorzio umano degli scherzi davvero imprevedibili.

Ci sottrae il vassoio caldo della nostra quotidianità, azzera le nostre abitudini e le nostre false sicurezze.

Reinventa il nostro microcosmo calibrandolo in soluzioni esistenziali inedite.

Di fronte a tutto questo l’Arte non può e non deve fermarsi. Forse cambierà tutto, ed il grande temporale non si asciugherà completamente ma la poetica e l’inventiva che tutti noi custodiamo non si lascerà fagocitare.

Quest’anno il nostro Festival sceglie di adopera nuove metodologie di fruizione, e quasi come una sfida, sono sempre le belle immagini a farci compagnia.

Virginia Raffaele bella e brava interprete, non solo comica, di queste ultime stagioni teatrali e televisive raccontava tempo fa la sua esperienza di bambina cresciuta in una famiglia di giostrai, dove certe convivenze e condivisioni sono diverse da come le immaginiamo.
INVERNO di Giulio Mastromauro parla anche di questo, attraverso gli occhi di Timo, piccolo giostraio greco, alle prese con il dolore e la perdita.

Pregevole impianto narrativo per un cortometraggio che ha conosciuto unanimi consensi e premi.

Toccante e commovente, LOST AND FOUND di Andrew Goldsmith e Bradley Slabe; storia d’amore fra 2 pupazzi di filo, una volpina e un dinosauro in una dimora giapponese, parabola di amore e sacrificio intriso di autentico lirismo.

PINA COLADA di David Grove Draad fa conoscere al malintenzionato protagonista un brutto quarto d’ora e sarà una inaspettata combinazione…alcolica a capovolgere la situazione. Grottesco e fulminante.

MARS OMAN di Vanessa del Campo Gatell, è un documentario che sceglie una evidente dicotomia quale struttura narrativa.
Da un lato la spartana vita nel deserto e le scansioni rurali, dall’ altra l’esplorazione di Marte.

Quest’anno, parlare di vacanze è decisamente azzardato diventa così ancora più curioso capire cosa ne pensa in merito Wiep Teeuwisse.
Su di un sfondo che più arancione di così non si può INTERMISSION EXPEDITION ci illustra alcuni turisti dai buffi copricapi che si muovono come un sol uomo in un contesto inquietante dove la natura muta continuamente.

LIMBO di Dani Viqueria Carballal vi farà correre un brivido lungo la schiena nonostante il caldo; palesi le citazioni dal miglior cinema slasher stile West Craven o Tobe Hooper. Nella sinistra drammaturgia del film si configura il minaccioso spettro di un raptus omicida collettivo.

Un lucido controllo degli spazi e il passaggio frammentato tra bellissimi paesaggi naturali ed illuminazioni metropolitane contrassegnano I CREATED MEMORIES di Sammy Gadboys.

Uno sguardo partecipe ai diversi scenari della Vita nella speranza di coglierne l’inafferrabile senso dei ricordi.

In questi mesi di forzata clausura, il senso e la risorsa insita nel linguaggio cinematografico ci è apparsa scopertamente evidente: stavolta il viaggio intorno al mondo si svolge ad armi pari ognuno davanti al proprio schermo salvaguardando la nostra interiorità.

Crediamo di averlo già detto qualche anno fa: Vasco Pratolini era solito ripetere che il viaggio di conoscenza verso il mondo inizia dal giardino di casa propria; noi nel nostro giardino personale siamo stati costretti a dormire negli ultimi mesi, volenti o nolenti.

Adesso come diceva una bellissima canzone degli Stadio dedicata a Marco Pantani, ci rialziamo sui pedali per un nuovo percorso.

La navigazione continua…

Riccardo Visitin