Diario di bordo – 5 luglio 2020

Profumo d’estate, di sole e di mare, di salsedine che si attacca sulla pelle.

La vita collettiva riesplode, dopo una primavera sacrificata sul nero altare dell’angoscia; occhi bramosi di emozione, quella che sgorga decisa come un fluido vitale, sfida le correnti e vince.

Caldissima serata, a casa lo schermo televisivo ci rimanda le immagini di un amico di tutti, una grande persona che sta combattendo una grande battaglia: Alex Zanardi.

Il nostro Festival continua il suo percorso narrativo attraverso la sezione Science & Society, in collaborazione con ESOF 2020, occasione preziosa per parlare del nostro rapporto con la tecnologia e le sue istanze, una materia quotidianamente fluttuante.

Quasi tutti i cortometraggi sono di animazione, si parte con AVARYA di Gokalp Gölen. Un anziano, fragile essere umano fronteggiato da un robot; la posta in gioco è altissima: un pianeta dove vivere.

Si prosegue con CLACK, della coppia Martinoni/Peretti, una divertente ma consapevolmente distopica satira sulle insidie della tecnologia, dalla quale tutti siamo spggiogati.

Ancora avanti con il progetto filmico femminile diretto da Beatrice Aliné ABSENCE OF LIGHT; una considerazione estetico-meditativa sulla natura dell’energia luminosa, sul buio ed il suo contrario.

A seguire DEJEUNER SUR L’HERBE, del collettivo Bourges/Charles/Harbonn Viaud/Rougemont, che contempla un buffo scienziato alle prese con problemi lavorativo-esistenziali.

Già dalle prime sequenze, HOME AWAY 3000, della coppia Pétel/Baranzini, ci rende solidali con il simpaico cosmonauta protagonista; calvo, baffuto, agé e con un problema da risolvere.

FRAMES di Farhad Pakdel ci ha ricordato un capolavoro della fantascienza italiana anni 70, Le Orme di Luigi Bazzoni (1975): la medesima atmosfera da capsula compressa, da ambiente immobile nella stessa temperatura…

Volenti o nolenti siamo sempre più vittime della sindrome del voyeur, e lo testimonia STORY di Jola Bańkowska.

L’elemento acquatico più che una risorsa è un bene essenziale, ma cosa succederebbe se la collettività ignorasse la sua mancanza? Un piccolo gioiello di fantascienza ecologica intitolato THE WATER, firmato Andrea Dargenio, affronta questo problema.

Dal cortometraggio al lungometraggio con la sezione Nuove Impronte, su cui ritorneremo diffusamente anche in seguito.

LOS FANTASMAS di Sebastián Lojo contempla vita ai margini, prostituzione maschile ed un contesto corrotto, narrando il tutto in un’ambientazione grigia dimenticata da Dio.

Nonostante tutto, siamo riusciti a stare insieme anche a distanza, gettando un ponte metaforico da una sponda all’altra. Appuntamento a lunedì sera.

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