2007

LA LUNGA NOTTE DEI CORTI

Ieri mercoledì, all’ interno del Maremetraggio Village di Piazza S. Antonio, a partire dalle 11.00 il pubblico di Maremetraggio ha potuto nuovamente visionare i cortometraggi della sera precedente e incontrare gli ospiti presenti.

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DIARIO DI BORDO DI MERCOLEDI’ 4 LUGLIO

DIVORATORI DI CELLULOIDE!
L’estate sembra proporre una brusca interruzione durante la giornata di mercoledì: freddo, vento, pioggia ed un gran da fare per le bravissime hostess del Meremetraggio Village; tanta furia meteorologica non ferma la nostra rassegna multicolore che approda nel pomeriggio ad uno dei dibattiti più interessanti, vale a dire “Un Tuffo nello Specchio”, che indaga con seria partecipazione i legami tra sport e anoressia.
Un vero “perterre de roi” di esperti ha attirato un pubblico letteralmente impermeabile al temporale
Per forza… meteorologica convogliata al cinema Excelsior, la serata si è articolata in numerosissime piccole visioni.
Debutto tutto italiano con il lavoro “Lu non fa Miracoli” di Fabrizio Ruggirello, che unisce una storia di violenza e di inseguimenti ad un gioco ad incastro di sapore… clericale.
Ci trasferiamo in Gran Bretagna per il corto di animazione “Solo Duets” di Joseph Feltus, figurativamente uno dei lavori più raffinati visti durante il festival.
Sfruttando un impianto allegorico e fortemente simbolico la coppia di registi polacchi Kiwerski e Szymanski racconta l’eterna ricerca della verità da parte dell’uomo; una caustica satira dell’ambiente lavorativo è invece proposta dalla spagnola Carlotta Coronado nel suo corto “Libra” che gioca molto sulla mimica dell’interprete femminile: si tratta di una comproduzione tra i Paesi Iberici e Italia.
Tipicamente italiano del linguaggio giovanilista e nella riuscita coloritura d’ambiente il lavoro tutto al femminile di Elisabetta Bernardini “Baiano”: un prezioso scrigno di verità sulle età anagrafiche e sul gioco a scacchi dell’uomo con il tempo.
Intrecci sentimentali spesso anelati e sovente delusi ci ammoniscono sulla inevitabilità del fato: succede nel cortometraggio tedesco “Berlin Budapest” di Rita Lengyel.
Spassoso, sanguigno, pienamente riuscito il circo di personaggi d’animazione che sono al centro di habitat della coppia Arrhenius e Muntzing: l’opera proviene dalla Svezia e si segnala anche per un riuscito assembramento fonetico; sempre provenienti dalla fantasia e dal cartone animato i pupazzi ubbidienti e non di “Pyesa Dlya Tryokh Aktoriv” del giovane Alexandr Shmigun.
Mille cose surreali e disastrose capitano nella cucina schizofrenica di “Coucou Clock” della coppia Cailleau-Fobis, dissacrante partita a freccette tra personaggi e oggetti.
Intelligente e sensibile il gioco ad incastro… letterario nato dal talento del francese Guillaume Martinez per il suo “Gratte-Papier”, che sarebbe piaciuto ad un “cupido” cinematografico come Claude Chabrol.
Lungo la strada scorre un corriera “scuola-bus”: peccato che è notte ed il mezzo pare quasi una versione moderna del carro trainato dagli asini verso il “Paese dei Balocchi” di Collodi; succede con pieno piglio narrativo nel corto danese “Spraekker” di Aage Rais-Nordentoft.
Il nostro giovane autore Davide Rizzo firma invece il lavoro a metà tra dramma privato e denuncia sociale “Il Settimo Giorno l’Abbaglio”, che si segnala per la riuscita tensione drammaturgica.
“Tricko” di Hossein Martin Fazeli ruota intorno ad una maglietta dal contenuto compromettente: narrato in forma di truce apologo, è in realtà un avvertimento di matrice sociale.
Il senso del grottesco e dell’ironia appartiene a noi italiani quasi come uno smoking dalla taglia perfetta: lo comprova il giovane autore Francesco Segré, nel suo “Manila” dove il bisogno di denaro porta a parossistici rimedi non cristallini.
Una feroce e divertente caricatura della svizzera ci viene proposta da Corrado Ravazzini nel suo “Swissigns” che si avvale di un monologo sinceramente irresistibile.
A parere di chi scrive uno dei migliori lavori visionati batte bandiera teutonica; il talento strafottente e iconoclasta di Stefan Mueller esplode letteralmente nel bailamme di “Mr Schwartz, Mr Hazen & Mr Horlocker”.
Un grande manipolatore di corpi e di incubi carnali come David Cronenberg avrebbe senz’altro apprezzato “Inside” di Philipp Hirsch: una vera e propria centrifuga dell’orrore che narra di sangue e di morte.
Appuntamento a giovedì mattina in piazza Sant’Antonio sperando di vedervi tutti con ombrelli rigorosamente azzurri.

Riccardo Visintin

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A MAREMETRAGGIO SENTIMENTI, LEGGENDE E SEGRETI

Nella giornata di ieri 4 luglio a partire dalle 11.00 Maremetraggio ha offerto ai suoi spettatori la possibilità di visionare nuovamente i cortometraggi della sera precedente all’ interno del Maremetraggio Village di Piazza S. Antonio.

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DIARIO DI BORDO DI MARTEDI’ 3 LUGLIO

PROFONDO ACQUATICO!
Se vedere è bene, rivedere è ancora meglio! Pensiamo proprio a questo la mattina di martedì nella splendida cornice del Maremetraggio Village, dove rivediamo i cortometraggi della sera precedente.
Una scintilla di genio, un’angolazione di ripresa, un piano sequenza, il viso bellissimo di una particolare attrice: sono tanti i regali visivi da conservare in una segreta zona della nostra memoria.
La sera, poi, è irrinunciabile l’appuntamento al Giardino Pubblico, sotto le stelle e “stregati dalla luna”, per un viaggio attraverso il cinema internazionale.
Bandiera italiana e femminile per il cortometraggio “Rana Rana” di Silvia Innocenzi, che unisce il consueto microcosmo infantile molto caro a certo cinema italiano, ad istanze psicologiche legate al mondo della musica.
Entusiasmo sincero da parte del pubblico ( e da parte del vostro recensore ) per il fulminante “Kwiz” del regista belga Renaud Callebaut, capace di “infierire” simpaticamente sul non simpatico ambiente ospedaliero inventandosi la terribile vecchietta vendicativa che se la prende nientemeno che con… Louis Vitton!
Ha le dimensioni di un incubo invernale alla Tolkien il racconto introspettivo e terrificante “Primiera nieve” di Pablo Aguero, che imbastisce una pura suspence degna dei maestri della tensione.
Barocca, piacevolmente ridondante e straniante la parabola gotica di “Judas” di Nicolas Bary, che ricorda molto da vicino Edgar Allan Poe ed il suo racconto “La maschera della morte rossa”: ineguagliabile ballo funebre ordito da persone già passate nel regno dei più.
Mancava la fantascienza in questa ricchissima edizione di Maremetraggio che ha praticamente presentato ogni genere narrativo possibile ed immaginabile.
“Star Fly” di Beryl Koltz sopperisce a questa mancanza attraverso un parossistico e survoltato racconto siderale, che si trasforma in un party surreale che non sarebbe dispiaciuto a Pedro Almodovar.
Nel 1975 nacquero in Italia le prime radio private, e per molti rappresentarono una raggiunta forma di libertà espressiva: a tanti anni di distanza è ancora importante il messaggio universale che passa “via etere” accontentando le anime inquiete.
Il cortometraggio italiano “Radio Panico” di Gigi Piola si trasforma da omaggio al mezzo radiofonico in minaccioso monito sui destini dell’umanità.
Naturalmente il riferimento più logico va ad Orson Welles ed al suo allucinante scherzo sui marziani in arrivo.
A metà strada tra William Butler Yeats ed il racconto dell’orrore si situa il corto di Claran Foy “The faeries of blackheath woods”, visivamente folgorante è ruscito soprattutto nel finale.
Conclusione di serata con il lungometraggio “Il segreto di Rahil” di Cinzia Bomoll, ancora una volta una carezza filmica femminile sui temi dell’infanzia e sul rapporto tra la medesima e l’ambiente circostante.
Appuntamento a domani, mentre si profila la fase più calda ed eccitante della manifestazione.
Un tuffo profondo, quindi, e… attenzione all’apnea!

 

Riccardo Visintin

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L’ONDATA DI MALTEMPO NON FERMA L’ONDA DI MAREMETRAGGIO

La giornata di ieri, 2 luglio, si è aperta con l’incontro mattutino in piazza S. Antonio: alle 11.00 infatti, Mariantonia Avati, regista del film “Per non dimenticarti”, ha incontrato la stampa e il pubblico presso il Maremetraggio Village. A moderare l’ incontro era presente il giornalista Filippo Mazzarella .

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DIARIO DI BORDO DI LUNEDI’ 2 LUGLIO

IL DIZIONARIO AZZURRO DEI SENTIMENTI
Il primo week-end di Maremetraggio 2007 ci ha lasciato piacevolmente senza fiato!
Incontri, proiezioni ed eventi si sono susseguiti a tamburo battente, mentre il pubblico triestino ha dimostrato ancora una volta la propria inequivocabile voglia di cinema….
Lunedì mattina al Maremetraggio Village è arrivata un’ospite femminile preziosa: Mariantonia Avati, regista dello struggente “Per non dimenticarti”, film corale sul senso della maternità e sui mille anfratti psicologici ad essa annessi; la pellicola – che ha fatto versare più di qualche sincera lacrima in platea domenica sera – è stata raccontata dalla sua autrice con semplicità anche attraverso gli aneddoti produttivi.
Moderatore dell’evento, il lucido ed ironico Filippo Mazzarella.
Un cielo minacciosamente plumbeo ha preannunciato l’irreparabile: la calda pioggia di luglio ha significato il classico cambio di sede per la serata, convogliata al cinema Excelsior.
Pubblico divertito e partecipe per il lungo tuffo nel passato che ha rinverdito, con ampi materiali d’epoca, gli anni gloriosi di Carosello; personaggi amatissimi dal pubblico dell’epoca e comunque rimasti nell’immaginario collettivo, da Raimondo Vianello a Sandra Mondaini, a Lina Volonghi hanno insegnato anche ai più giovani il senso di un mondo attoriale ormai scomparso.
Una breve pausa e poi via con la lunghissima, altisonante sequela di cortometraggi da tutto il mondo: particolarmente crudele nella sua genialità il lavoro d’animazione organizzato da Run Wrake per il suo “Rabbit” che conferma la tesi di Franz Kafka secondo la quale tutte le fiabe sono crudeli ed intinte nel sangue.
Una strampalata e tragicomica squadra di calcio è protagonista del corto spagnolo “Maxima Pena” di Juanjo Gimenez Pena: certo il nevrotico allenatore non è meglio di loro, visto che omette il funerale del padre per seguire le sorti della sua improbabile Armata Brancaleone.
Veramente deliziosa la serata romantica pensata dalla francese Cecil Vernant per i tredici ed oltre minuti del suo “Le diner”: un racconto sintomatico dei rapporti di coppia e degli annessi malintesi.
Di nuovo nei sentieri irrequieti del cinema di animazione per il corto belga “Le portefeuille” di Vincent Bierrewaerts, dove l’occasionale ritrovamento di un portafoglio è pretesto narrativo per una piccola favola stilizzata.
Menzione particolare per il sogno-incubo quasi psichedelico pensato da Jan Koester per il suo “Our man in Nirvana”: un cartone animato trasformato in vero e proprio “trip” inerente la vita delle rockstar.
Il particolare occhio cinematografico surreale e grottesco tipico di certo cinema iberico rivive in “Cuadrilatero” di Josè Carlos Ruiz, ma stavolta tutto è inserito in una chiave sentimentale e romantica.
Mai come in questa edizione di Maremetraggio ci sono stati numerosi cortometraggi dedicati al tema della integrazione razziale, o meglio della sua negazione; per il regista di origine svedese Cameron B. Alyasin la materia va però inserita in uno specifico contesto privato e psicologico.
Titolo del lavoro, molto apprezzato dal pubblico in sala, è “Aldrig en absolution”.
Per il suo percorso filmico a base di intrecci sentimentali, il regista svedese Jonas Odell ha scelto dei protagonisti che non hanno né volto né corpo; apprendiamo solo di loro le età anagrafiche ed il diverso approccio nei confronti della fatidica “prima volta”: succede in “Aldrig som forsta gangen!”.
Una figlia disperata intrisa di altrettanto disperato amore nei confronti del padre squilibrato è plausibile protagonista del lavoro francese “Comment on freine dans une descente?”; si tratta di una delle opere meglio recitate e sceneggiate tra quelle in cartellone quest’anno.
Il senso di desolazione e di solitudine viene restituito con lodevole capacità narrativa.
Quasi un’allucinazione bellica, sormontata da un’angoscia senza freni è il fiore all’occhiello del cortometraggio ungherese “Elobb – Utobb”, dove la macchina del tempo viene usata con fini terrificanti e non tali comunque da risolvere il dilemma atavico del rapporto tra l’uomo e la guerra.
Appuntamento a martedì…. Sperando nella clemenza dei rubinetti del cielo!

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UN’ALTRA GIORNATA RICCA DI SPETTATORI DI EMOZIONI

Domenica 1 luglio alle 11.00, il Maremetraggio Village si è riempito di curiosi e appassionati di cinema per assistere all’ incontro dal titolo Serbia ieri, oggi e domani organizzato in collaborazione con il Comune di Trieste

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DIARIO DI BORDO DI DOMENICA 1 LUGLIO

TRA AZZURRE MALINCONIE E VIAGGI NEL TEMPO
Gli Italiani festeggiano il primo giorno di luglio fiondandosi al mare come sacrosanto, a maggior ragione è stata una graditissima sorpresa trovare gremito il Maremetraggio Village per una domenica mattina all’insegna dell’approfondimento cinematografico.
Una voce ( ed una penna ) lucida come quella di Maurizio Cabona è quanto serve per moderare un dibattito impegnativo come quello intitolato “Serbia : ieri, oggi e domani”.
Ancora freschi della bella visione del nuovo film di Dusan Milic “Gucha!”, abbiamo incontrato il medesimo regista che si è contraddistinto per disponibilità e simpatia.
Nodo nevralgico della dotta conversazione, i rapporti produttivi e distributivi che in questi ultimi anni hanno contrassegnato con i loro cambiamenti la cinematografia dei paesi dell’ Est.
Mentre i telegiornali ci narrano di spiagge infuocate e temperature decisamente fuori dalla norma,
passiamo da un pomeriggio torrido alla fresca soireé del giardino pubblico.
Presenze femminili da segnalare: la bionda e simpaticissima Chiara Sani, tra le protagoniste del film di Mariantonia Avati “Per non dimenticarti” e la stessa regista reduce da una prova aurorale riuscita; inizia poi la consueta serie di assortiti cortometraggi internazionali, alcuni dei quali a nostro avviso tra i migliori visti in questa edizione del Festival.
Un ambiente opprimente, freddo e grigio circonda il ragazzino protagonista del corto italiano di Gianclaudio Cappai “Purchè lo senta sepolto”: una straziante riflessione sulla morte e sul destino dei viventi, adulti o minorenni che siano.
La Parigi cara ai cuori sensibili è quella della Torre Eiffel, dei film minimalisti di François Truffaut, delle canzoni indimenticabili di Charles Aznavour e di Gilbert Becaud; tutto questo mondo rivive in “Comme un air” del francese Yohann Gloaguen: una canzone lunga nove minuti fischiettata da innumerevoli personaggi.
Fu per primo Vittorio De Sica a teorizzare il talento naturale e destrutturato degli adolescenti: della storica lezione si ricorda Jan Wagner per il suo fulminante “Porno” : un minifilm che la dice lunga sui primi tormenti sentimental-sessuali, aggiungendo come asso nella manica un finale di rara poesia.
Già segnalato durante alcuni festival di cinema Fantastico, arriva sullo schermo di Maremetraggio l’inquietante apologo de “La guerra” della coppia Luiso Berdejo – Jorge C.Dorado: ancora un bambino come protagonista, vittima di un destino terrificante che condanna l’evento bellico come massima forma di ottusità dell’uomo.
Cinema tutto al femminile con il corto di Petra Schroder “Knospen Wollen Explodieren”: proviene dalla Germania ed è quasi un mediometraggio dai contorni fiabeschi, quasi una versione sarcastica e provocatoria delle fiabe dei Fratelli Andersen.
Giocato invece sul sempre attuale tema del rapporto tra gli uomini e gli animali è il cortometraggio “Carlitopolis” di Luis Nieto: spassoso divertissement con protagonista un topolino da laboratorio, Carlito appunto, che viene centrifugato dalla pazzia medica di un giovane sperimentatore.
Torniamo in Italia con due giovani protagonisti dell’altrettanto giovane cinema italiano, molto amati dal pubblico e non debuttanti per quanto riguarda il cortometraggio: parliamo di Cecilia Dazzi e Valerio Mastandrea, protagonisti di una mancata lìasonne sentimentale nel piacevole lavoro di Stefano Chiodini “Sotto le foglie”.
Simpaticissimo nella migliore tradizione dei cortometraggi d’animazione, il cane paranoico inventato da Bill Plympton : si aggira in un pandemonio dove animali e uomini seguono un codice comportamentale parossistico e survoltato.
Seconda parte di serata in grande stile con la proiezione del già menzionato “Per non dimenticarti” di Mariantonia Avati presente ad un incontro con il pubblico al Maremetraggio Village nella mattina di lunedì.
Riccardo Visintin

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MAREMETRAGGIO FESTEGGIA L’EUROPA E DECRETA IL SUO PRIMO VINCITORE

Prosegue senza sosta il ricco programma di questa ottava edizione del Festival., che ieri, 30 giugno ha dedicato gran parte della giornata al CEI, l’ Iniziativa Centro Europea.

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DIARIO DI BORDO DI SABATO 30 GIUGNO

L’EUROPA TRA LE BRACCIA, A DUE PASSI DAL MARE…
Sabato 30 giugno 2007: il caldo che non dà tregua sigla anche l’ultimo giorno del mese, ma per “la gente di cinema” è un’altra giornata da ricordare.
Stavolta è l’Europa che parla attraverso un respiro non solo azzurro ma multicolore: salgono infatti in cattedra al Maremetraggio Village i protagonisti del CEI Day, capitanati dal Direttore Generale Amb. Harald Kreid; l’occasione è quella giusta per parlare di cinema a tutto campo, grazie anche alla presenza dei cortisti della Sezione CEI appunto, e del regista Dusan Milic su cui avremo modo di tornare in seguito.
Un incontro segnato da una forte presenza di pubblico evidentemente interessato alle dinamiche anche politiche che muovono i registi e gli autori dei paesi lontani.
Primo pomeriggio dedicato al giovane Andrea Andolina ed al suo cortometraggio “I migliori talenti vengono a galla: 60’’ per Maremetraggio”; simpatico e disponibile, con un linguaggio giovane ed irresistibile Andrea ha raccontato la sua esperienza nel mondo dei cartoons, quasi una vocazione accompagnata da un forte senso del cinema.
Sempre attenta all’utenza più giovane, l’organizzazione di Maremetraggio ha ospitato in Piazza S. Antonio verso il tramonto la classe V della Scuola Primaria “G. Mazzini” di Beivars (Udine): piccoli grandi attori in erba protagonisti del corto “Dall’incanto magico delle colline friulane…la storia d’amore di Romeo e Giulietta”.
Una corsa contro il tempo, poi, per chi di Maremetraggio vuole assaporare ogni goccia: alle ore 20:00 al Cinema Ariston è già tempo di cortometraggi internazionali, mentre alle 21:00 in un Giardino Pubblico contrassegnato da un record di presenze, si dà spazio alla premiazione ufficiale della Sezione CEI.
Piena consacrazione per il cortometraggio “Soldat” di David Peros Bonnot.
Fuoco alle polveri per una rassegna senza fiato di cortometraggi internazionali: davvero una gran bella serata di cinema scandita da autori molto diversi gli uni dagli altri.
Stavolta li elencheremo in ordine sparso, creando una sorta di bric-a-brac cinematografico dai tratti funanbolici.
Partiamo dal sentiero italiano con lo spassoso, irrisistibile “Papà, fattene una ragione” di Alessandro Giglio, variopinta e tragicomica fiaba gay dai risvolti grotteschi: un esempio di mini-commedia all’italiana di eccellente livello.
Assolutamente antitetico l’assunto bellico e tristemente morale del già citato corto d’animazione “Soldat” di David Peros Bonnot: una riflessione desolata sul Potere e sulla stupidità della violenza umana.
Quante cose possono succedere in un ascensore, se protagonista è una coppia di innamorati? Mille piccole scintille di relazione vengono incastonate tra le porte di un freddo mezzo meccanico, grazie al talento di Chavdar Cher.
Una spiaggia desolata è poco simile ad una cartolina turistica fa da sfondo al triste brindisi dei fidanzati diretti con sensibilità da Marian Crisan in “Happy New Year”: 7 asciutti minuti di disgregazione sentimentale.
Sottile e sorprendente la furia distruttiva delle mani che agiscono in “Yellow Pages” di Gunter Puller: detto per inciso uno dei corti più apprezzati dal pubblico.
Ancora animazione di eccellente livello per “Ark”, cupissimo apologo esistenziale diretto da Grzegorz Jonkajtys, un film che fa riflettere sull’ecatombe sociale e morale a cui tutti assistiamo inerti.
Di nuovo protagonisti…di carta per “Nightingale and the King” di Bertrand Shijaku: un tuffo nell’Oriente fiabesco delle tradizioni monarchiche viste attraverso un occhio cinematografico quasi spirituale.
Deliziosa l’idea narrativa all’interno dei cinque minuti filmici di “We are what we lost”, dal riuscito scenario agreste.
Presente anche in carne ed ossa durante i dibattiti inerenti il premio CEI, la giovane autrice Slobodanka Radun ha visto finalmente proiettato il suo corto “Little Tempations”, che rinsalda la convinzione di una cinematografia proveniente dai paesi dell’Est articolata ed indipendente.
Ancora una donna dietro la macchina da presa per “Prisera” di Micaela Ostadalova: sull’ottica femminile cinematografica, che rappresenta un mondo a sé, sarà bene prima o poi compiere uno studio approfondito.
Denudare i sentimenti, denudare il corpo, posizionarsi senza preconcetti: in qualche modo è questa la linea di condotta di “Strip Tease” di Atila V. Nagy.
Ancora, una riuscita prova cinematografica nel consueto lampo di secondi di un cortometraggio, per “Da bom lazje nosil” di Frank Copik.
Presente in sala e quasi disarmante per la sua semplicità, il regista Dusan Milic ha completato la serata grazie all’anteprima nazionale del suo nuovo film “Gucha! – Distant Trumpet! “.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: il film è bellissimo e centrato, e passa in rassegna uno per uno i temi più importanti della cinematografia dell’
Est: una storia d’amore tra giovanissimi, l’ostilità del padre di lei, la violenza e l’ottusità che diventano da un contesto privato un macroscopico conflitto di etnie, un happy end che è contemporaneamente segnale di speranza per la comprensione tra i popoli.
A rendere più lieve una materia così importante è la musica: musica ovunque praticamente dall’inizio alla fine, tra orchestre rivali e grandi bagni di folla, fiere e fuochi d’artificio: quasi l’apologia di un mondo agreste e scevro da contaminazioni che resiste alla tecnologia.
Milic non dimentica la grande lezione di Kusturiza, ma vi apporta caldi segnali personali che fanno benissimo sperare per le sue prove future.
Appuntamento a domenica primo luglio, per inaugurare il nuovo mese con una copiosa giornata all’insegna del cinema internazionale.
Riccardo Visintin

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