“Diario di bordo” del quarto incontro con gli autori al Maremetraggio Village

Si dice che la vita è l’arte degli incontri; una massima applicata da sempre e alla perfezione della fantasiosa compagine di Maremetraggio.
Doppia occasione d’incontro quella offerta dal Festival nella giornata di martedì.
Primo a sottoporsi al fuoco di fila delle domande del pubblico come al solito assortito, è stato il regista di “3 metri sopra il cielo” di Luca Lucini.

Un’opera come già avemmo modo di sottolineare controversa ma interessante, ed il responso del pubblico ha seguito fondamentalmente questa linea di condotta.
Rimane encomiabile il tentativo di passare al microscopio una generazione turbolenta e tormentata sulla quale non è ancora stato fatto uno studio meramente sociologico.
Panorama sospeso tra l’America e l’Italia per l’incontro del pomeriggio: a poggiare i gomiti sui tavoli azzurri di Maremetraggio è un cognome nobile; in pieno stile Miami Beach è arrivato John Hemingway, il nipote di Ernest e autore di uno strano e suggestivo libro dal titolo “A strange tribe”.
Introdotto dalla “non solo bionda” Chiara Valenti Omero, lo scrittore nativo di Miami ha subito catalizzato l’attenzione del pubblico introducendoci nel mondo avventuroso e particolare del nonno; grazie al moderatore Riccardo Visintin ed alla preziosa collaborazione dell’organizzatore di incontri culturali Giorgio Ardito (proveniente da Lignano ed artefice della venuta a Trieste di John Hemingway) si è subito raggiunto un climax di grande interesse e fascino.
Non resta che aspettare l’uscita del libro per confermare lo spessore del personaggio.

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