Diario di Bordo – Day 07

[:it]

Uragano su Piazza Verdi: stavolta il caldo soffocante ha schierato le sue carte da gioco più cattive, il banco salta ed anche le sedie diventano ballerine impazzite che soccombono al putiferio creato da grandine e pioggia.
Uno scenario da panico scoccato verso le ventitré, e quindi quello che segue è il racconto della serata prima degli accadimenti acquatici.
Presentazione semplice e simpatica ad opera di Francesco Ruzzier, poi sullo schermo irrompono le immagini orientali di WISH firmato da una giovane autrice, Ting – An Liu.
Una sorta di confronto temporale e sociale su quello che è moderno e quello che è antico, raccontato con perizia.
L’asticella della suspense viene tenuta costantemente alta dal cortometraggio seguente, GAZE del regista iraniano Farnoosh Samadi.
Dentro un microcosmo urbano avaro di emozioni positive, una donna dallo sguardo triste torna a casa dalla figlia, di sera dopo una dura giornata lavorativa. Sull’autobus, però, un giovane dall’aria disperata sottrae il portafoglio ad un distratto viaggiatore, e la donna testimone smaschera il malvivente.
I minuti seguenti, giocati con maestria registica rimarchevole, hanno il sapore freddo della paura, quella che la donna prova nei confronti del giovane ladro, desideroso di vendicarsi di lei.
Proviene dal Belgio, invece, COCON di Sarah Lederman: un personaggio dalla barba rossa, intorno a lui una dimora di stampo antico, echeggiante ricordi, dove la Memoria trasmette nostalgia e senso del perduto. Un’opera sottile come un giunco, senza parti recitate di sorta, un muto acquario dalle pareti di vetro gotico.
L’integrazione tra popoli e culture diverse è tema disperatamente attuale, ferita continuamente aperta dove qualcuno si ostina pervicacemente a gettare del sale. IL LEGIONARIO di Hleb Papou è la storia di un massiccio ragazzo di colore, agente del reparto mobile della Polizia di Stato. Nel suo cammino esistenziale piomba come un fulmine la necessità di obbedire ad un ordine di sgombero che coinvolge proprio la sua famiglia. Un cortometraggio a tinte forti, impreziosito dalla vivida fotografia di Felix Burnier.
Fin dai tempi dello storico LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO (regia di Elio Petri, 1971), la tematica dello sfruttamento dei lavoratori ispira fattivamente cineasti ed autori .
MATRIA di Alvaro Gago porta sullo schermo il viso sgualcito di una donna che ha già conosciuto tutto il brutto della vita… molta tristezza, più che comprensibile in un contesto grigio di ferro e metallo.
Ognuno di noi serba il ricordo di un campeggio o di una colonia estiva, momento di aggregazione e di scoperta. Diretto dalla coppia Aubry – Jacob, UN JOUR EN COLONIE omaggia un vecchio campo estivo francese, scegliendo l’originale vasca narrativa del Suono come serbatoio immaginifico.
Poco prima dell’ecatombe temporalesca di cui sopra, arrivano le inquietanti immagini di MARE NOSTRUM, firmato dal duo Kazkaz – Khalaf.
Un padre, una figlia, un percorso di mare celeste a perdita d’occhio, eppure non c’è nulla di turistico né di vacanziero, sta per succedere qualcosa di autenticamente terribile…
Chi di voi ha letto il bellissimo libro LO STRANIERO di Albert Camus conosce bene l’atmosfera allucinata eppure potentemente reale di queste storie di terra e di mare, dove il pericolo serpeggia cattivo.
Gonfio di nuvole minacciosamente rossastre, il cielo sopra Piazza Verdi diventa un killer munito di saette e fulmini, bisogna fare fagotto ed è tutto uno scappar via mentre le strade si irrorano di pioggia battente.
Il resto della cronaca , speriamo meno…bagnata, alla prossima puntata.
Appuntamento a venerdì sera.

[:en]Uragano su Piazza Verdi: stavolta il caldo soffocante ha schierato le sue carte da gioco più cattive, il banco salta ed anche le sedie diventano ballerine impazzite che soccombono al putiferio creato da grandine e pioggia.
Uno scenario da panico scoccato verso le ventitré, e quindi quello che segue è il racconto della serata prima degli accadimenti acquatici.
Presentazione semplice e simpatica ad opera di Francesco Ruzzier, poi sullo schermo irrompono le immagini orientali di WISH firmato da una giovane autrice, Ting – An Liu.
Una sorta di confronto temporale e sociale su quello che è moderno e quello che è antico, raccontato con perizia.
L’asticella della suspense viene tenuta costantemente alta dal cortometraggio seguente, GAZE del regista iraniano Farnoosh Samadi.
Dentro un microcosmo urbano avaro di emozioni positive, una donna dallo sguardo triste torna a casa dalla figlia, di sera dopo una dura giornata lavorativa. Sull’autobus, però, un giovane dall’aria disperata sottrae il portafoglio ad un distratto viaggiatore, e la donna testimone smaschera il malvivente.
I minuti seguenti, giocati con maestria registica rimarchevole, hanno il sapore freddo della paura, quella che la donna prova nei confronti del giovane ladro, desideroso di vendicarsi di lei.
Proviene dal Belgio, invece, COCON di Sarah Lederman: un personaggio dalla barba rossa, intorno a lui una dimora di stampo antico, echeggiante ricordi, dove la Memoria trasmette nostalgia e senso del perduto. Un’opera sottile come un giunco, senza parti recitate di sorta, un muto acquario dalle pareti di vetro gotico.
L’integrazione tra popoli e culture diverse è tema disperatamente attuale, ferita continuamente aperta dove qualcuno si ostina pervicacemente a gettare del sale. IL LEGIONARIO di Hleb Papou è la storia di un massiccio ragazzo di colore, agente del reparto mobile della Polizia di Stato. Nel suo cammino esistenziale piomba come un fulmine la necessità di obbedire ad un ordine di sgombero che coinvolge proprio la sua famiglia. Un cortometraggio a tinte forti, impreziosito dalla vivida fotografia di Felix Burnier.
Fin dai tempi dello storico LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO (regia di Elio Petri, 1971), la tematica dello sfruttamento dei lavoratori ispira fattivamente cineasti ed autori .
MATRIA di Alvaro Gago porta sullo schermo il viso sgualcito di una donna che ha già conosciuto tutto il brutto della vita… molta tristezza, più che comprensibile in un contesto grigio di ferro e metallo.
Ognuno di noi serba il ricordo di un campeggio o di una colonia estiva, momento di aggregazione e di scoperta. Diretto dalla coppia Aubry – Jacob, UN JOUR EN COLONIE omaggia un vecchio campo estivo francese, scegliendo l’originale vasca narrativa del Suono come serbatoio immaginifico.
Poco prima dell’ecatombe temporalesca di cui sopra, arrivano le inquietanti immagini di MARE NOSTRUM, firmato dal duo Kazkaz – Khalaf.
Un padre, una figlia, un percorso di mare celeste a perdita d’occhio, eppure non c’è nulla di turistico né di vacanziero, sta per succedere qualcosa di autenticamente terribile…
Chi di voi ha letto il bellissimo libro LO STRANIERO di Albert Camus conosce bene l’atmosfera allucinata eppure potentemente reale di queste storie di terra e di mare, dove il pericolo serpeggia cattivo.
Gonfio di nuvole minacciosamente rossastre, il cielo sopra Piazza Verdi diventa un killer munito di saette e fulmini, bisogna fare fagotto ed è tutto uno scappar via mentre le strade si irrorano di pioggia battente.
Il resto della cronaca , speriamo meno…bagnata, alla prossima puntata.
Appuntamento a venerdì sera.[:]

Diario di Bordo – Day 07

[:it]

Uragano su Piazza Verdi: stavolta il caldo soffocante ha schierato le sue carte da gioco più cattive,il banco  salta ed anche le sedie diventano ballerine impazzite che soccombono al putiferio creato da grandine e  pioggia. 

Uno scenario da panico scoccato verso le ventitré, e quindi quello che segue è il racconto della serata prima degli accadimenti acquatici. 

Presentazione semplice e simpatica ad opera di Francesco Ruzzier, poi sullo schermo irrompono le  immagini orientali di WISH firmato da una giovane autrice, Ting – An – Liu. 

Una sorta di confronto temporale e sociale su quello che è moderno e quello che è antico, raccontato con  perizia. 

L’asticella della suspense viene tenuta costantemente alta dal cortometraggio seguente, GAZE del regista  iraniano Farnoosh Samadi. 

Dentro un microcosmo urbano avaro di emozioni positive, una donna dallo sguardo triste torna a casa dalla  figlia, di sera dopo una dura giornata lavorativa. 

Sull’autobus, però, un giovane dall’aria disperata sottrae il portafoglio ad un distratto viaggiatore , e la  donna testimone smaschera il malvivente. 

I minuti seguenti, giocati con maestria registica rimarchevole, hanno il sapore freddo della paura, quella che  la donna prova nei confronti del giovane ladro, desideroso di vendicarsi di lei. 

Proviene dal Belgio, invece, COCON di Sarah Lederman: un personaggio dalla barba rossa, intorno a lui una  dimora di stampo antico, echeggiante ricordi , dove la Memoria trasmette nostalgia e senso del perduto. 

Un ‘opera sottile come un giunco ,senza parti recitate di sorta, un muto acquario dalle pareti di vetro  gotico. 

L’integrazione tra popoli e culture diverse è tema disperatamente attuale, ferita continuamente aperta  dove qualcuno si ostina pervicacemente a gettare del sale. 

IL LEGIONARIO di Hleb Papou è la storia di un massiccio ragazzo di colore, agente del reparto mobile della  Polizia di Stato. 

Nel suo cammino esistenziale piomba come un fulmine la necessità di obbedire ad un ordine di sgombero  che coinvolge proprio la sua famiglia. Un cortometraggio a tinte forti, impreziosito dalla vivida fotografia di  Felix Burnier. 

Fin dai tempi dello storico LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO (regia di Elio Petri, 1971) , la tematica dello  sfruttamento dei lavoratori ispira fattivamente cineasti ed autori . 

MATRIA di Alvaro Gago porta sullo schermo il viso sgualcito di una donna che ha già conosciuto tutto il  brutto della vita… molta tristezza, più che comprensibile in un contesto grigio di ferro e metallo. 

Ognuno di noi serba il ricordo di un campeggio o di una colonia estiva, momento di aggregazione e di  scoperta.

Diretto dalla coppia Aubry – Jacob, UN JOUR EN COLONIE omaggia un vecchio campo estivo francese,  scegliendo l’originale vasca narrativa del Suono come serbatoio immaginifico. 

Poco prima dell’ecatombe temporalesca di cui sopra, arrivano le inquietanti immagini di MARE NOSTRUM,  firmato dal duo Kazkaz – Khalaf. 

Un padre, una figlia, un percorso di mare celeste a perdita d’occhio, eppure non c’è nulla di turistico né di  vacanziero, sta per succedere qualcosa di autenticamente terribile… 

Chi di voi ha letto il bellissimo libro LO STRANIERO di Albert Camus conosce bene l’atmosfera allucinata  eppure potentemente reale di queste storie di terra e di mare, dove il pericolo serpeggia cattivo. 

Gonfio di nuvole minacciosamente rossastre, il cielo sopra Piazza Verdi diventa un killer munito di saette e  fulmini, bisogna fare fagotto ed è tutto uno scappar via mentre le strade si irrorano di pioggia battente. 

Il resto della cronaca , speriamo meno…bagnata, alla prossima puntata. 

Appuntamento a venerdì sera.- [:]

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