Diario di bordo del 25 giugno

Undici volte Maremetraggio!
Undici come il numero inconsueto, poco citato nelle statistiche, contingenziale? Niente affatto, basta organizzare una ricerca e le sorprese non mancano.
Abbiamo per esempio scoperto l’esistenza di un asteroide chiamato “11 Partenope”, scoperto nel 1850 da tale Annibale De Gasperis, scienziato e studioso.
Fu battezzato così riferendosi ad una delle sirene che secondo la mitologia greca fondarono la città di Napoli.
Una storia avventurosa e romantica come tante viste negli anni a Maremetraggio.
Il Festival Internazionale del Cortometraggio e delle Opere Prime tiene fede al suo carattere cosmopolita; il viaggio si preannuncia sin dalle prime tappe come rilevante, i viaggiatori saranno pregati di abbandonarvisi senza riserve.
La settima arte, il Cinema cioè, stavolta inquadra una diapositiva senza tempo che oscilla tra passato, presente e futuro come una sinuosa danzatrice di flamenco.
Partenza al Teatro Miela, dove ufficialmente sboccia l’undicesimo fiore di Maremetraggio.
La prospettiva su Michele Riondino ci permette di conoscere piu’ a fondo una delle personalità piu’ interessanti del nuovo Cinema Italiano con forti connotazioni teatrali.
Ecco il grass green familiare del Cinema Estivo Giardino Pubblico dove ci attende il grande schermo ancora bianco ed intonso, anche lui pronto al viaggio.
L’evento speciale Electrolux presenta “ZanussImage”, avvincente percorso a ritroso nel tempo, alla scoperta di storici caroselli e cortometraggi pubblicitari, creati dalle ex industrie Zanussi SpA.
Siamo tra gli anni ’50 e ’70, e questo pregevole materiale visivo vede protagonisti Dario Fo, Franca Rame, Ernesto Calindri e altri grandi nomi dell’epoca.
Spazio tutto europeo, poi, per l’atteso Focus sul cinema Bulgaro; dopo l’esperienza di Maremetraggio a Sofia nel marzo 2010, e il cuore mitteleuropeo di Trieste a fare da sfondo ad uno scambio-gemellaggio.
Cinque i corti in programma, ognuno ambasciatore di un certo modo di fare cinema.
“Omelette” di Nadejda Koseva racconta con uno stile asciutto e naturalistico, una piccola storia di povertà domestica.
Sette minuti per un pranzo che non avrà luogo.
“Waltzes and Tangos In The Village of Whitewater” di Ivan Vladimirov mantiene saldi i connotati tipici di certo cinema veritè: storie agresti di gente che ama, lavora, litiga e si riappacifica senza bisogno di molte parole; figlia di una terra rigida e ventosa, questa popolazione ha bisogno di nascondere il proprio orgoglio così come la propria sensibilità.
Toni decisamente piu’ scanzonati per “The Air Ace” di Svilen Simeonov Dimitrov: è uno squisito sognante delirio aereo con protagonista una deliziosa creatura che vuole disperatamente volare. Icaro docet?
“Family Therapy” di Petar Valchanov viceversa, non ha nulla del sogno e tutto del gelido dramma metropolitano: pioggia, violenza domestica ed orrore ai danni di una coppia rapita e picchiata da ignobili malviventi.
Pure, il legame dei due ne uscirà clamorosamente rafforzato.
In chiusura di serata “Portrait of a Family” di Dimitar Sardjev ripresenta atmosfere care ad autori quali Kusturiza; in questo caso il matrimonio in un villaggio turco è pretesto per una disamina su riti e folklore.
Da un certo punto in poi, soffia letteralmente sul cortometraggio un vento dal doppio nome inequivocabile: Eros e Thanatos.
Appuntamento a sabato mattina, alla Terrazza del Grand Hotel Duchi D’Aosta, per incontrare i registi dei corti bulgari, ad implemento del focus a loro dedicato.

Riccardo Visintin

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