Da Sergio a Rubini – La retrospettiva di Maremetraggio 2010

15 pellicole per festeggiare i 50 anni dell’attore e regista pugliese in proiezione dal 18 giugno come anticipazione del festival triestino.

Una retrospettiva a lui dedicata è di rigore in questo 2010 in cui il pugliese Sergio Rubini taglia il traguardo dei 50 anni e dei 50 film (10 nella veste di regista e 40 come attore). Gliela dedica il festival Maremetraggio, che anticipa la sua undicesima edizione, con la proiezione di 15 sue pellicole: 7 lungometraggi da lui diretti più 7 film e un cortometraggio che lo hanno avuto come interprete, in programma dal 18 al 24 giugno al Teatro Miela  (Trieste), al ritmo di due film a serata, con inizio alle ore 20 e a ingresso libero.

Per ripercorrere la lunga carriera del regista pugliese verrà proposta una selezione dei suoi lavori più significativi, spaziando dagli esordi alle sue ultime regie.

Nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, nel dicembre del ’59, finito il liceo Rubini si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico, che però abbandona dopo un paio d’anni. Nel frattempo però si avvicina al teatro, recitando con registi del calibro di Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Enzo Siciliano ed Ennio Coltorti, e nel 1985 comincia a lavorare sul grande schermo con piccoli ruoli: appare in “Figlio mio infinitamente caro”, “Desiderando Giulia” e “Il caso Moro”. La svolta arriva da Cinecittà, con Federico Fellini che lo sceglie per interpretare un giovane se stesso in “L’intervista” (Federico Fellini, 1987), visionaria opera di metacinema del grande maestro riminese. Proprio da quest’opera e dall’interpretazione di un Rubini ventisettenne inizierà il viaggio proposto in “da Sergio a Rubini”, che prosegue con “Il grande blek” (Giuseppe Piccioni, 1987), “Al lupo al lupo” (Carlo Verdone, 1992), “Una pura formalità” (Giuseppe Tornatore, 1994) e “Nirvana” (Gabriele Salvatores, 1997). Passando alle sue interpretazioni del ventunesimo secolo  verranno infine proposti i lungometraggi “Mio cognato” (Alessandro Piva, 2002) e “Manuale d’amore” (Giovanni Veronese, 2005).

Da Sergio attore si passerà poi a Rubini regista, con la proiezione del suo quarto film dietro la macchina da presa, “Il viaggio della sposa” (Rubini, 1997), con una luminosa Giovanna Mezzogiorno.  Seguiranno “Tutto l’amore che c’è” (2000), “L’anima gemella” (2002), “L’amore ritorna” (2004), “La terra” (2006), “Colpo d’occhio” e “L’uomo nero” (2009)

Come nelle altre pellicole di questa retrospettiva in cui Rubini è regista, eccezione fatta per il thriller “Colpo d’occhio” (Rubini, 2008),  l’ambientazione dei suoi lavori dietro la macchina da presa è rigorosamente pugliese, con la Puglia rappresentata, secondo il critico cinematografico Maurizio Di Rienzo, come “terra di ritorni e scoperte, crescita e conflitti, famiglia e magia, malaffare e amore”.

Completerà la selezione targata Maremetraggio il cortometraggio “Sputo” (Umberto Marino, 1996). Con questa lunga carrellata di opere il pubblico di Maremetraggio avrà la possibilità di conoscere Sergio Rubini attraverso le sue diverse interpretazioni cinematografiche e la sua viva voce: l’attore pugliese sarà infatti a Trieste il 2 luglio, ospite del festival, per parlare di sé, del suo lavoro e dei suoi programmi futuri.

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