Vivere secondo se stessi

Fabio Tagliavia nasce a Lavagna (Ge) il 27 agosto 1967, ma si trasferisce presto a Cuneo e poi a Torino. Dopo la laurea in Lettere Moderne, con una tesi in Storia e Critica del Cinema, comincia a lavorare proprio nel mondo del cinema.

Fabio Tagliavia

Vivere secondo se stessi
intervista a cura di
Jimmy Milanese

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Jimmy Milanese (JM): Siamo con Fabio Tagliavia che presenta a Maremetraggio il suo primo lungometraggio, Cardiofitness. Prima di parlare del tuo film, vorrei tornare un po’ indietro nel tempo e, precisamente, all’interessante Gusto corto.

Fabio Tagliavia

Fabio Tagliavia (FT): Gusto corto è un insieme di otto cortometraggi all’interno del quale è presente anche il mio corto Playgirl, i cui protagonisti sono Daniela Fazzolari, Valerio Mastrandrea e Fabio Volo. È un cortometraggio che ha avuto abbastanza successo, col quale abbiamo partecipato a un sacco di festival, sia in Italia che all’estero. Una piccola commedia romantica, cornice di genere entro la quale si muove anche questo mio primo lungometraggio, Cardiofitness.

JM: Film che è l’adattamento di un libro di Alessandra Montrucchio.

FT: Si, primo romanzo della scrittrice torinese, uscito nel 1998, il quale racconta una bellissima storia d’amore tra una ragazza di ventisette anni ed un ragazzino di quindici, una particolarità che rende il tema molto forte. Riportandola sullo schermo, abbiamo cercato di rimanere in qualche modo fedeli rispetto allo sguardo che Alessandra ha portato, quasi gettato, sulla vicenda di Stefano e Stefania, mantenendo una certa delicatezza, evitando di sottolineare le cose più “scandalose” di un rapporto così sbilanciato dal punto di vista dell’età.

JM: È una storia quasi da YouTube se vogliamo. Di quelle che piacciono ai ragazzi e che ne eccitano la curiosità.

FT: Si. Come dicevo, però, abbiamo cercato di evitare questo filone “scandalistico”. È vero che negli ultimi anni si sono presentate molte vicende similari, io però ho cercato di trattarla più come una storia d’amore abbastanza classica. La differenza d’età, inoltre, mi permetteva di affermare una cosa a mio modo di vedere importante: bisogna un po’ fregarsene di come la gente ti vuole e cercare di essere se stessi, di affermare la propria differenza, la propria individualità, anche a scapito di quello che la società ti chiede di essere.

JM: Quale pubblico, secondo te o il tuo desiderio, potrebbe apprezzare questo tipo di film? Hai un’idea ?

FT: Sinceramente, quando uno fa un film non pensa, o perlomeno per quanto mi riguarda, ad agganciare un target preciso. Io ho cercato di raccontare una storia abbastanza universale, i distributori e i produttori, invece, ci hanno pensato molto di più al momento della promozione del film, uscito il primo di giugno di quest’anno, cercando di contattare e “acchiappare”, un pubblico molto giovane.

Secondo me, è una storia d’amore che, per quelli a cui piacciono, è abbastanza adatta a tutti. Ovviamente la vicenda è legata alle fasce d’età dei protagonisti, però, credo possano apprezzarla gli appassionati in genere di questo tipo di commedia romantica, quindi una larga fascia di pubblico.

Federico Costantini

JM: L’uscita di questo lungometraggio è stata preceduta dalla creazione del blog, seguitissimo, di Federico: è stata un’idea vostra o è nata per caso?

FT: Il protagonista maschile del film, Federico Costantini (al suo primo lungometraggio), ha tenuto durante tutte le riprese, fino all’uscita della pellicola, un blog. È un’idea venuta fuori dalle prime discussioni con produttori e ufficio stampa su come poter iniziare a comunicare il film al pubblico. L’idea finale del blog è stata dell’ufficio stampa.

Ho chiesto a Federico se aveva davvero voglia di farlo, altrimenti ne avremmo fatto a meno, e lui ha appoggiato l’idea. L’avere questo contatto continuo, questo feedback, con quello che sarebbe poi diventato il pubblico del film, credo lo abbia divertito e anche appassionato. A tal proposito devo dire che l’interesse e i commenti di chi scriveva nel blog i messaggi per Federico, anche dopo l’uscita del film, sono stati ciò che più mi ha emozionato.

JM: Come tu stesso hai scritto, c’è nella pellicola un desiderio di ritorno alla semplicità. È forse una protesta, più o meno implicita, nei confronti di un perbenismo e un moralismo sociale?

FT: Si. Un perbenismo che abbiamo nelle nostre menti: siamo noi stessi in prima persona che ci facciamo soffocare da queste visioni un po’ moralistiche della vita. Anziché protestare nei confronti della società cattiva che non ci permette di essere come vogliamo, sta a noi come individui dire: “basta, sono diverso, la mia vita la voglio costruire in altra maniera!”, assumendosi le proprie responsabilità e vivendo la vita secondo il nostro desiderio.

JM: Dopo Cardiofitness quali sono i tuoi progetti futuri?

FT: Attualmente sto lavorando a una serie televisiva, la quarta serie di R.I.S., una fiction sul reparto investigativo-scientifico dei carabinieri. Inoltre ho iniziato a scrivere un nuovo film per il futuro…

JM: Di cui non ci parli ancora? È presto?

FT: È ancora un po’ prematuro, si.

Federico Costantini intervistato da Jimmy Milanese
foto di Giulio Donini ©

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