“Diario di bordo” della serata inaugurale

Dopo il tradizionale cocktail di inaugurazione è stato finalmente tagliato il nastro di partenza della quinta edizione di Maremetraggio, il festival internazionale del cortometraggio di Trieste. L’accoglienza del Pubblico non poteva essere più calorosa e convinta: sono state stimate più di 1400 presenze, segno inequivocabile di un affetto sincero per quella che oramai è una realtà culturale consolidata.

Il primo cortometraggio proiettato “L.City” di Sandro del Rosario, è subito ascrivibile tra i migliori presentati nel corso della rassegna: un raffinato gioco ad incastro di luci, ombre e ritagli cartacei, ripresi in maniera geniale ed anticonvenzionale. Sottolineato da un “tango” struggente il minifilm ricorda per atmosfere e locations certo cinema francese “noir”, ove pioggia e strade deserte sono persino elementi poetici.

Di altro taglio il successivo cortometraggio “Heterogenic” della coppia Dreossi – Della Calce: uno spassoso e variopinto disegno animato (tecnicamente sbalorditivo) nel quale seguiamo le peripezie di un simpatico atomo, una particella molecolare che dopo aver subito le più estreme angherie, decide di passare dall’altra parte della barricata.

Accolto dalle sincere risate degli spettatori, è un corto italiano dal respiro internazionale.

Chi ama il teatro (la tragedia greca nello specifico) non avrà mancato di apprezzare il successivo lavoro in scaletta, “Il vuoto” del milanese Giacomo Gatti. Un cortometraggio drammatico, livido ed intenso, girato a Sesto S.Giovanni (Milano) negli stabilimenti in disuso delle acciaierie Falck; il parralelismo tra il teatro classico ed il vissuto personale del protagonista, viene reso molto bene da interpreti giovani ma puntuali.

Infine “L’orizzonte degli eventi” di Giovanni Covini, un’opera amara e non consolatoria che si riassume nella frase posta a mò di epigrafe nel finale: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”; non è così per un uomo totalmente annientato da un recente e probabilmente ingiusto licenziamento. Il fratello lo cerca per 24 ore e lo trova, ma il futuro di entrambi sembra buio. Un lavoro di denuncia sociale applaudito dal pubblico.

Il clou della serata inaugurale si è nel frattempo consumato grazie all’intervento di Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Giovanni Morricone, Sabrina Impacciatore e della triestina Ariella Reggio.

Lodevole l’intervento di Tognazzi, che senza smanie di protagonismo ha parlato dell’importanza del “genere filmico” cortometraggio. Alle sue parole è seguito il breve spot sociale girato da Tognazzi insieme ad Ariella Reggio: un semplice monito a valorizzare la presenza degli anziani.

La serata (presentata come di consueto da Andro Merkù) e nel corso della quale le organizzatrici Maddalena Mayneri e Chiara Valenti Omero hanno brevemente spiegato l’assetto della ricca kermesse, si è poi conclusa nel migliore dei modi con la proiezione del lungometraggio “Al cuore si comanda” di Giovanni Morricone: una commedia brillante e spumeggiante, che narra in modo poetico e nel contempo pungente le tribolazioni di una caotica e adorabile trentenne interpretata magnificamente da Claudia Gerini. Scritto e recitato in modo eccellente, il film si avvale della colonna sonora di Ennio Morricone e ripropone i toni spensierati e divertenti tipici della migliore commedia all’italiana.

Riccardo Visintin
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