11 Opere Prime in gara per la Sezione Ippocampo

Sette i premi in palio per questa sezione: tre premi “Fondazione Antonveneta” e un premio scommessa a un esordiente in collaborazione con Officine Artistiche.

Dal film fantastico alla commedia sentimentale, dal dramma al film musicale. Molto spazio dedicato alle fobie del nostro tempo: la paura della solitudine, il timore del “diverso”, la pornodipendenza. Ma anche un desiderio di evasione, di ritorno all’infanzia, di viaggio spazio temporale. E’ un’istantanea sulle tendenze del nuovo cinema italiano la selezione di opere prime dell’undicesima edizione del festival Maremetraggio: 11 i lavori selezionati, per la maggior parte sconosciuti al grande pubblico perché passati in poche sale d’Italia.

Il più noto è probabilmente “Cosmonauta” (premio Controcampo al 66° Festival del Cinema di Venezia), di Susanna Nicchiarelli, con Sergio Rubini, Claudia Pandolfi e Angelo Orlando, recentemente premiato a Lecce e all’International Women Film Festival di Colonia. Segue a ruota “Basilicata Coast to Coast”, opera prima rivelazione di Rocco Papaleo, con Alesssandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno e, al suo esordio sul grande schermo, Max Gazzè. Questa insolita commedia musicale ha sbancato i botteghini, facendo registrare in alcuni casi un incasso maggiore del kolossal di James Cameron Avatar.

Chiude il cerchio dei più conosciuti “Dieci inverni”, opera prima di Valerio Mieli, con la quale il regista si è recentemente aggiudicato il David di Donatello: una commedia sentimentale con due ottimi coprotagonisti, Michele Riondino (che sarà il protagonista della prospettiva 2010 di Maremetraggio) e Isabella Ragonese.

Sempre Isabella Ragonese, insieme a Lorenzo Balducci e Ivan Franek è tra i protagonisti di “Due vite per caso” di Alessandro Aronadio, che esordisce alla regia con un film sul tema del doppio, alla “Sliding door”. Presentato nella sezione Panorama alla Berlinale il lavoro di Aronadio, che è stato presentato in anteprima nazionale lo scorso 6 maggio al MIFF, ha finora raccolto parecchi consensi anche da parte della critica italiana.

Consensi anche per “L’uomo fiammifero”, surreale esordio di Marco Chiarini, regista teramano ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia. Film realizzato con un piccolo bugdet, “L’uomo fiammifero” (Premio Internazionale della Giuria al Cairo Film Festival for Children e doppia nomination ai David di Donatello) è un piccolo gioiello del cinema indipendente che è riuscito a farsi strada grazie al passaparola degli spettatori.

Ci sarà inoltre il noir “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi, premiato a Venezia per la prova di Ksenia Rappoport, con Filippo Timi e “18 anni dopo”, tragicomica storia familiare di viaggio di Edoardo Leo, con Edoardo Leo e Sabrina Impacciatore.

Per la prima volta il cinema parlerà anche di pornodipendenze, con “Amore liquido”, opera prima di Marco Luca Cattaneo che prende a prestito il titolo dall’omonimo saggio di Bauman. Con un budget di soli 15 mila euro Cattaneo tenta in questo film un’indagine psicologica sul protagonista, Stefano Fregni, il Ciccio di “Un posto a sole”, che interpreta Mario, uomo dalla vita triste e solitaria che trova sfogo solo davanti ai filmini porno e cerca l’amore in chat.

Chiudono la selezione tre lavori che trattano il tema dell’integrazione razziale, recentemente molto esplorato dai giovani registi italiani. “La cosa giusta”, di Marco Campogiani con Ennio Fantastichini e Paolo Briguglia, racconta con leggerezza il rapporto con lo straniero dopo l’11 settembre. Nell’opera prima di Isotta Toso, “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, trasposizione dell’omonimo romanzo dell’algerino Amara Lakhous con Kasia Smutniak e Daniele Liotti, la narrazione si svolge tutta intorno a una palazzina multiculturale in zona Stazione Termini. Good Morning Aman di Claudio Noce, infine, è ambientato sempre a due passi dalla Stazione Termini, e narra con l’ausilio di due ottime intepretazioni, quella di Valerio Mastandea e di Said Sabrie, la storia di un’amicizia intergenerazionale e interrazziale.

Gli 11 lavori in gara si disputeranno ben 6 premi: il “Fondazione Antonveneta” alla migliore opera prima, il “Fondazione Antonveneta” al miglior attore e attrice, il premio coraggio al produttore che più ha saputo “osare”, il premio della critica alla migliore opera prima e quello del pubblico “35 mm.it”.

Per il secondo anno consecutivo continuerà inoltre la collaborazione con Officine Artistiche, che anche in questa edizione del festival premierà il migliore esordiente con il premio scommessa: un riconoscimento davvero speciale che permetterà al vincitore di accedere direttamente a Officine Lab, il “nido” di Officine Artistiche che ogni anno seleziona dieci tra gli attori più promettenti del panorama italiano e, per un biennio, li aiuta a muovere i primi passi nel mercato cinematografico, mettendoli in contatto con casting directors e addetti del settore.


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