A Maremetraggio 2012 un Focus sul cinema breve indiano

In collaborazione con Jindal Saw Italia Spa il Festival del Cortometraggio e delle Opere Prime si sposta sempre più a est e propone un focus sul cinema breve indiano e un documentario,  “Lettere dal deserto”, che racconta l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla vita dei piccoli villaggi.

 
Per la sua tredicesima edizione Maremetraggio guarda sempre più a est, con “Spazio India”,  un focus interamente dedicato al cinema breve indiano realizzato con il prezioso contributo del Gruppo JINDAL.

Grazie alla collaborazione con l’unico festival europeo di cinema indiano, il fiorentino River to River, e l’Osians-Cinefan Film Festival una serata del festival sarà interamente dedicata all’India e al suo cinema: verrà proposta in proiezione una selezione di cortometraggi indiani, per dare conto attraverso il cinema della millenaria cultura di questa grande nazione, tra tradizione e modernità. Dopo i cortometraggi, che daranno voce alle mille facce di questo continente, verrà proposto in proiezione un documentario molto particolare, girato da una regista italiana che in India si è fermata per lungo tempo, cercando di comprenderla prima ancora di raccontarla.

Il documentario, dal titolo “Lettere dal deserto. Elogio della lentezza”, di Michela Occhipinti, è ambientato nel Deserto del Thar, Rajasthan Occidentale. Racconta la storia di Hari, postino vecchio stampo, che ogni giorno, contando solo sulle proprie gambe, percorre chilometri nel deserto per recapitare messaggi chiusi in lettere scritte a mano, dalla calligrafia preziosa, da consegnare a destinatari che abitano villaggi sperduti, chiusi in una dimensione temporale dimenticata, fuori dal mondo. Le lettere parlano di amori, matrimoni, successi e decessi, quelle che portano la morte si riconoscono subito, sono quelle con l’angolo destro tagliato, che Hari legge sull’uscio ad alta voce e poi strappa, perché le brutte notizie vanno distrutte, disperse, cancellate per sempre. In un mondo in cui il tempo è il vero lusso, la velocità è sinonimo di efficienza e civiltà, la storia di Hari ci riporta a quando l’unico modo per comunicare era un foglio, una penna, l’inchiostro. Quando la gente era ancora in grado di aspettare.

Spazio India” non sarà solo cinema: oltre alle immagini sul grande schermo, un’immersione totale nel continente indiano sarà offerta dalla mostra “Indian Movies Faces”, una serie di scatti del fotografo Alberto Moretti ai grandi divi del cinema indiano. Al termine delle proiezioni seguirà un dibattito con la regista del documentario Michela Occhipinti, il direttore di Maremetraggio Chiara Valenti Omero, il fotografo Alberto Moretti e il direttore del Festival “River to River” Selvaggia Velo.

Grazie alla collaborazione con il ristorante indiano Krishna, inoltre, durante “Spazio India” sarà possibile testare personalmente i sapori speziati e gli odori dell’India nel corso di un “Indian happy hour”, allietato dalle danze di Kaartik sui suoni della musica tradizionale del continente indiano.

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