Il cinema di Giuseppe Gaudino si muove – al limite nello scarto, nello scatto tra fotogramma e fotogramma, nel tratto umbratile, chiaroscurale che separa la sagoma dalla sagoma – su un versante non-mimetico, anzi si direbbe consapevolmente anti-mimetico, nonostante lo spunto sia antropologico. Si muove in un ecosistema espressionista in cui lo sguardo dell’autore piuttosto che assorbire passivamente l’immagine proveniente dalla realtà, la scava, la penetra facendone emergere le essenze ctonie, profonde, viscose, con le quali poi allestisce una messa in scena che si fa, si sfa di simboli, miti (è uno sfarinarsi delle figure mentre ritornano dal passato, una perdita di contorni, uno smemorarsi del movimento), quindi di ellissi narrative in cui le figure vagano come fantasmi carnei, spasmodici alla ricerca del proprio spazio, del proprio tempo che, alla fine non possono che essere lo spazio e il tempo del cinema, questo piano d’esistenza arcano in cui si gioca nietzschianamente il giro di lune, il ritornare a essere delle cose. Ecco allora il continuo inquieto rispecchiarsi del contemporaneo con le proprie origini arcaiche, mitiche. L’affiorare di un che di animato (di disegno animato) nel suo cinema, è il rivenire delle immagini dalle profondità del tempo che non può che essere fisiologicamente onirico, fantasmatico: un meccanismo, la nudità della meccanica semovenza delle sagome, frutto di un salto di frames, di una perdita di fotogrammi avvenuta nel corso di questa reminiscenza. Per questo, per essere forse il maggior esponente di un’estetica minoritaria quanto esaltante, Gaudino è una figura centrale nel cinema italiano, ammantata essa stessa di mito, se si pensa che devono passare diciott’anni prima che all’esordio di Giro di lune tra terra e mare (1997) succeda il suo secondo lungometraggio di finzione, Per amor vostro presentato nel 2015 alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nell’attesa fremente di tutti quelli che ancora portavano negli occhi i bagliori, i riflessi di un giro di lune.

Biografia Giuseppe M. Gaudino
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, frequenta il DAMS, indirizzo Spettacolo, a Bologna. Diplomatosi poi nel 1982 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma in Scenografia, si specializza successivamente in Regia Cinematografica e Televisiva.

Dopo alcuni cortometraggi (In una notte di luna piena), documentari (Antrodoco, una storia per due battaglie), e lavori in teatro in qualità di regista e scenografo, gira il film Aldis, invitato a numerosi festival. Nel 1988 con il film 00580 Annotazioni per un documentario su Pozzuoli Gaudino inizia un racconto creativo sui Campi Flegrei che si svilupperà poi nell’arco di ulteriori nuovi lavori filmici, documentaristici, radiofonici.

Dal 1995 al 1997 realizza il film lungometraggio Giro di lune tra terra e mare, di cui è anche produttore e co-sceneggiatore. Il film è in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Alla XIV Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro nel 2000 a Gaudino viene assegnato il Premio CinemAvvenire come Autore Emergente del Cinema Italiano degli anni ‘90.

Nel 2001 gira il cortometraggio in animazione Gli Amori di Aldis. Amore 101, 102, 103….Sempre nel 2001 gira il documentario Scalamara. Nel 2003 realizza Materiali a confronto. Albania 1994 – Italia 2002, un film documentario su passato e presente di un angolo di mondo, un lavoro di sedimentazione delle immagini tra memoria e realtà. Dal 2003 al 2005 gira con Isabella Sandri il film-documentario Maquilas, sulle fabbriche di frontiera del nord del Messico, a Ciudad Juarez, la città dove vengono ritrovate centinaia di donne uccise e fatte a pezzi. Realizza dal 2007 al 2010 con Isabella Sandri il film-documentario Per questi stretti morire (cartografia di una passione), sulla figura di un esploratore cineasta italiano, Alberto Maria De Agostini. Realizza come regista nel 2015 Per amor vostro, un lungometraggio di finzione.

2015 Per amor vostro
2010 Per questi stretti morire (cartografia di una passione)
2008 Storie d’armi e di piccoli eroi
2005 Maquilas
2003 Materiali a confronto. Albania 1994 – Italia 2002
2001 Scalamara
2001 O’ ciuna!
2001 Gli Amori di Aldis. Amore 101, 102, 103…
1999 La casa dei limoni
1997 Giro di lune tra terra e mare
1992 Joannis Amaelii, animula vagula blandula
1988 00580 Annotazioni per un documentario su Pozzuoli
1985 Aldis
1983 Antrodoco, una storia per due battaglie
1981 In una notte di luna piena