20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 30 giugno 2019

Che strana e coinvolgente estate è quella che stiamo vivendo, dal dispiacere per le condizioni di salute del grande scrittore Andrea Camilleri al giusto orgoglio per la grinta della Nazionale Femminile di calcio.

SI sta chiudendo un altro decennio, la confusione come sempre è alle stelle, e secondo chi scrive è proprio in questi momenti che l’arte sfodera le proprie doti salvifiche e taumaturgiche , aiutando tutti a livello morale.

Piazza Verdi è ormai casa nostra, un luogo d’elezione dove ci si incontra e ci si confronta, tornando a casa più arricchiti.

Si parte bene, benissimo anzi, con la struggente storia di due sposi di zucchero, di quelli che stanno sopra la torta nuziale. Nella fantasia romantica e fuori tempo della regista Laura Luchetti, questi oggetti son vivi e palpitanti, soffrono come noi umani, persino se accartocciati e buttati via non rinunciano al loro sogno sentimentale. Bellissimo e singolare, il lavoro si intitola SUGAR LOVE, alla regista presente in platea tutto il nostro plauso.

Siamo ancora nei dintorni della fiaba, del racconto trapuntato di stelle che fa a pugni con la realtà violenta, quando assistiamo a THE ANNOUNCEMENT della coppia Roman e Thibault  Lafargue. Il tema è l’attendibilità di Babbo Natale, la sua esistenza viene messa in discussione, con inediti risvolti finali.

NOW WE CAN DIE IN PEACE, paradossale satira urbano – calcistica, è un bozzetto molto ben condotto dal poliedrico regista Arnaud Guetz, che si occupa anche della fotografia e della distribuzione del suo lavoro.

Dai paesaggi suburbani si passa quindi alle assolate, cocenti pianure desertiche, Arabia o dintorni, dove bambini indifesi vengono coinvolti in selvagge gare di cammelli. Il piccolo protagonista di THE CAMEL BOY spicca per dolcezza e sensibilità, in questo acido corto di denuncia sociale diretto dal francese Chabonne Zariab.

SAVOR, invece, può vantare degli attori protagonisti davvero sorprendenti: salse salate e dolci, centrifughe di verdura e di frutta, ogni sorta di ingrediente culinario – gastronomico viene shakerato, in una folle danza. Dirige Stèphane Baz, complimenti alla sua audacia autoriale….

MY TYSON, del nostro Claudio Casale, è un docufilm dedicato ad un vero giovane pupillo della boxe italiana, la cui evoluzione umana e professionale viene narrata dalla bocca della mamma, dolcissima parte in causa.

OUR SONG TO WAR non prevede sconti morali né retoriche al sapor di cannella: la guerra è una brutta rogna, chi passa attraverso le sue forche caudine ne esce trasformato, e non in meglio. Nonostante tutto, il film parla anche di misticismo e riti ancestrali, in un clima alla “FITZCARRALDO” di Werner Herzog.

HOW STEEL WAS TEMPERED prevede un padre, un figlio, un ambiente di duro lavoro manuale; secondo l’autore croato Igor Grubic la vita non è un film di Doris Day, come titolava una commedia di Mino Bellei.

RAYMOND OR THE VERTICAL ESCAPE di Sarah Van den Boom ha un climax rosso bollente ma niente paura i protagonisti sono tacchini, polli ed altri soggetti campagnoli d’animazione.

Finale drammatico con L’OMBRA DELLA SPOSA, di nuovo la guerra ed i suoi orrendi fardelli, ben raccontati dalla regista italiana Alessandra Pescetta.

Un cielo rosso fuoco a mezzanotte fa comunque clamore, agognando una bibita gelata vi diamo appuntamento a lunedì sera.

Riccardo Visitin

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