20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 29 giugno 2019

Aveva l’eleganza del gesto e la poesia della parola, una soave e profonda appartenenza all’estetica del meraviglioso come in pochi casi succede di riscontrare.

Franco Zeffirelli è mancato da poco e già si sente il vuoto lasciato da una persona che percorreva i viali illuminati della lirica, del cinema e del teatro come se non fosse nato che per questa vocazione.

Atmosfera inesorabilmente incandescente in piazza Verdi, la compagine femminile che capita di ammirare tra il pubblico allinea sete verde mare e monili che ricordano la profondità dei coralli marini.

E proprio di mare si parla nel lavoro filmico IL VECCHIO E IL MARE di Diego Muratore; un lavoro interessante che nulla a che fare con il celebre vecchio di Hemingway ma molto con la realtà triestina e con certe istanze professionali che non esistono più. Il film è stato presentato nella sezione EVENTI SPECIALI.

Chiunque ami profondamente il cinema, non può esimersi da provare affetto nei confronti di Marilyn Monroe; ne tiene conto l’autrice italiana Maria Di Razza con il suo GOODBYE MARILYN. In un universo parallelo la bionda icona di Hollywood non è morta e si concede, di confessione in confessione ad un giovane ammiratore. Toccante e surreale.

Sono proprio tre brutti ceffi i protagonisti di TOMATIC del francese Christophe M. Saber, testimoni perfetti del proverbio che indica come il crimine non paghi, un simpatico delirio condotto con mano sicura.

Scorre invece fluida la vicenda agonistica di RONALDO di Recep Bozgoz dove gli occhi ancora freschi ed autentici di un adolescente rinverdiscono il mito del calcio anche in un ambiente lontano ed avulso.

L’ambiente diplomatico è senz’altro un mondo a parte con le sue regole e le sue eccezioni, non sempre decodificabili dai non addetti ai lavori. SKIP DAY della coppia Lucas e Bresnan si inserisce nel filone narrativo dell’analisi psicologica, condotta con maestria.

La Svezia è notoriamente un paese freddo ma certo suo cinema irradia calore e poesia specie quando sfoglia come un libro le stagioni della vita. Si occupa di questo l’autrice svedese Mons Berthas con il suo ISLE OF CAPRI.

Eccoci invece spettatori attenti nel teatro di animazione di SWEET NIGHT della regista belga Lia Bertels, dove simpatiche figurine animali si muovono in un mondo lillipuziano alle prese con problemi di approvvigionamento.

Il fascino del cinema è quello di porre continuamente delle domande allo spettatore, promuovendo il gioco dei rimandi e dei riferimenti. FIVE MINUTES TO SEA dell’autrice russa Natalia Mirzoyan, chissà perché, ci ha ricordato certe atmosfere alla Peter Weir certe sue scansioni temporali ed uno strano uso della parola come se provenisse da profondità ancestrali.

COMMENTS arriva dalla Germania e si può facilmente capire che siamo davanti ai tasti bianchi e neri di un pianoforte verbale dove forme e stili della parola si rincorrono in un’affascinante architettura.

Lavoro battente bandiera teutonica, dietro la macchina da presa Jannis Alexander Kiefer.

Biondi, inebriati dalla loro stessa gioventù i protagonisti di FAUVE del canadese Jeremy Comte vivono di schermaglie e confronti conservando quella “saliva di bimbo” di cui parlava il grande Giorgio Albertazzi.

PATCHWORK è un buon lavoro della spagnola Maria Manero Muro sul tema sempre attuale del corpo e della nostra accettazione di esso.

Finale col botto grazie alla parabola animalista/umana del regista Katarzyna Gondek: DEER BOY è una favola nera sui cacciatori e sugli scherzi della natura con un bambino a metà strada tra la natura umana e quella animale. Fortemente animalista, è un lavoro di silenzi e di tensioni.

Qualche spettatore distratto ha lasciato sulle sedie di fronte a noi un bellissimo oggetto verde smeraldo di cui ignoriamo la funzione… Verde e blu sono i nostri colori preferiti richiamano il mare che è li a due passi in una intensa tarda serata di giugno.

Appuntamento a domenica sera.

Riccardo Visitin

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