20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 5 luglio 2019

Amici e compagni di viaggio, parte seconda; una compagine umana irrinunciabile, persone veramente dedite alla causa che tutti avrete visto correre, perché la velocità è indispensabile in queste occasioni.

Sono un coppia di origine argentina, Jorge Mochut e Luciana Faino, deliziosi nei modi ed efficacissimi come testimoni fotografici del nostro Festival.

L’organizzazione generale è curata da ragazze che hanno una precisione svizzera ma una grazia e una gentilezza di stampo orientale, vale a dire Giulia Resi e Manuela Marchesan.

Bionda, giovane e sorridente Beatrice Donda è responsabile della produzione insieme a Caterina Omero e Francesco di Martino, altri tre insostituibili ingranaggi di questo complesso sistema che chiamiamo Festival.

Ancora un duo tutto al femminile che provvede a qualsivoglia aspetto della comunicazione: Ilaria di Milla e Deborah Macchiavelli, sempre molto disponibili.

Della nostra presentatrice ufficiale Zita Fusco abbiamo tante volte parlato: è un piacere ritrovarla sempre bella e spumeggiante con quella naturalezza che la contraddistingue.

Come già evidenziato altrove non c’è arte senza supporto tecnico: Paolo Venier, responsabile delle proiezioni al Teatro Miela, si avvale di due valenti assistenti: Daniele Marzona e Francesco Sacchi.

Per rispetto alla regola del non c’è due senza tre, vi racconteremo degli altri protagonisti della kermesse nel prossimo diario di bordo.

Serata affollatissima in piazza Verdi, è alla ribalta un protagonista del nuovo cinema italiano di soli 18 anni, Francesco Di Napoli.

Va a lui il PREMIO PROSPETTIVA, come più che plausibile protagonista della pellicola LA PARANZA DEI BAMBINI di Claudio Giovannesi. Visibilmente emozionato il giovane interprete sale sul palcoscenico accompagnato dalle bellissime parole di stima a cura di Chiara Valenti Omero e Maurizio di Rienzo. Sorpresa nella sorpresa un video messaggio del regista Claudio Giovannesi che ribadisce l’estremo impegno profuso da Francesco al suo debutto davanti alla macchina da presa.

In men che non si dica è tempo di cortometraggi.

Ci immergiamo in un’atmosfera demenziale e fortemente caustica grazie FINO ALLA FINE di Giovanni Dota. Siamo davanti a una parodia dei riti mafiosi, un’autentica bomba al vetriolo che sorride di temi pesanti come macigni.

INANIMATE di Lucia Bulgheroni, che rimanda un po’ al racconto di Pirandello Il treno ha fischiato, ci mostra una protagonista in fuga dal caos.

Buona anche la descrizione degli ambienti reali e psicologici proposta da Charles Williams con il suo ALL THESE CREATURES, parabola triste di un padre di famiglia di colore che perde goccia a goccia la sua sanità mentale. A farne le spese è anche suo figlio, un ragazzo adolescente che non si rassegna a vedere il padre inebetito davanti allo schermo televisivo o perso in deliranti dialoghi notturni.

Vero e proprio film-maker abituato a curare ogni mattone del proprio edificio artistico Michele Bernardi firma un’opera che merita attenzione intitolata MERCURIO. Bernardi, molto conosciuto nell’ambiente del fumetto e dell’animazione Made in Italy, ci presenta una storia di guerra e di ricordi adolescenziali; se da bambini la bicicletta era il nostro strumento ludico, dice l’autore, poi una volta cresciuti può essere strumento di salvezza in un funerale dei giorni sereni.

BUTTERFLY di Gianluca Mangiasciutti è un malizioso e, a suo modo erotico, percorso attraverso le relazioni adolescenziali, dove però il “seduttore” è lei, con tutto il carico di dolci e perfide provocazioni.

Deve aver tenuto conto del capolavoro di George A. Romero La citta verrà distrutta all’alba il regista francese Just Philippot. Il suo incubo ACID racconta la disperata corsa di un padre e di una madre per salvare il loro figlio dalla morte.

Restiamo in tema di incubi con NIGHTMARE di Ana Maria Angel, deluderemo i fan perché non c’è il vecchio Freddy Kruger, sostituito da un simpatico insetto. Grandioso viver lo vediamo comodamente posizionato sul suo giaciglio a vantare le sue prodezze come un qualunque umano, sette minuti per un cartoon squisito.

RAPAZ ci riporta subito ad un contesto metropolitano freddo e senza speranza, il furto di un cellulare scatena reazioni violente, se non addirittura bestiali, fornendoci un ritratto allucinate della società odierna. Dirige Felipe Galvez, autore cileno.

Chiunque resterebbe atterrito visitando la dimora del protagonista di SLUGGISH LIFE di Mohsen Mehri Daruei regista iraniano. Metafora della solitudine dove le uova rappresentano un sistema di difesa divenuto prigione.

Una casa di produzione dal nome simpatico Baburka Production ci presenta il cortometraggio inconsueto del nostro Valerio Burli chiamato FREDDO DENTRO, una storia che sfrutta la location alberghiera cara a certo cinema introspettivo e ne rimanda echi e bagliori.

Direttamente dal molo audace giungono alcune risate: sono ragazzi e ragazze, turisti stranieri, a piedi nudi e in costume, reduci dal bagno di mezzanotte; li accompagna la nostra invidia per il ristoro ma, parlando delle proiezioni appena concluse, ci viene spontaneo esclamare: cosa vi siete persi!

Appuntamento a sabato per la cerimonia delle premiazioni e mille altre sorprese.

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 4 luglio 2019

Indigestione di cinema nei giorni cruciali dello ShorTS International Film Festival, edizione del ventennale.

Mentre il sole, da buon guardiano degli inferi, ci tiene ancora sotto il suo tallone, eccoci al Teatro Miela per vedere i cortometraggi che erano previsti la sera precedente.

Partiamo con una storia tutta al femminile, quella scaturita dalla fantasia delle autrici Kotecka e Poryzata con il loro VOLTE. Siamo nei pressi del dipinto filmico adolescenziale, dove le acrobazie ed il mondo agonistico in genere sono uno sfondo per la cronaca delle inquietudini giovanili. Molto toccanti le scene di conflitto emotivo tra ragazze.

In un’anonima città italiana si dipana il racconto psicologico di CENA D’ARAGOSTE; dovrebbe essere un’occasione di incontro tra due ragazzi e la mamma di uno di loro ma il convivio si trasforma in uno sfogo di reciproche debolezze ed aggressività; dirige Gregorio Franchetti.

Claudio Baglioni nella canzoni dedicata all’astronauta russo stigmatizzava le stelle come lentiggini di Dio; uno spicchio di quella poesia è contenuta anche in GAGARIN, MI MANCHERAI di Domenico De Orsi, che parte come un affresco di coppia per poi prendere il treno delle imprevedibilità.

Un’autentica orgia di colori, luci, suoni ed armamentari da incubo pomeridiano all’ interno di DON’T FEED THESE ANIMALS della coppia portoghese Afonso e Madail. Una favola dell’assurdo con una carota e un coniglio da laboratorio che suscita una piena ilarità.

Le cose che ci appartengono, fisiche o spirituali hanno a volte il cattivo gusto di abbandonarci sganciando la bomba pericolosa della nostalgia. 27 FLOORS di Alvaro Rivera si concentra su questi moduli narrativi descrivendo la peculiare perdita di un edificio simbolo di un pezzo della nostra vita.

FIRE MOUTH di Luciano Perez Fernandez: il Brasile è un paese che da sempre onora il calcio come fosse una vera e propria divinità; quella di Bocca di Fuoco è la parabola di un funambolo dell’etere sportivo.

SWAMP di Juan Sebastian Mesa è un lavoro di provenienza latina su un bambino e il suo macabro lavoro di scavo; come sempre le reminiscenze attingono ad un universo popolare fortemente simbolico dove lui seppellisce la sua innocenza.

BLESS YOU!  della giovane autrice polacca Paulina Zialkowska è un cortometraggio di animazione sulle imprevedibili scansioni dei comportamenti quotidiani; l’autrice si è diplomata alla celeberrima scuola di cinema di Lodz dove si è fatto le ossa Roman Polanski.

HUNGER KEEPS WALKING di Giulio Canella è un inquietante racconto del corpo nudo allo specchio, di come la fantasia possa partorire un altro da sé e da una fuga dalla realtà con conseguenze imprevedibili.

Un’attrazione inspiegabile è al centro di  F**K DIFFERENT del nostro David Barbieri. Un playboy da discoteca si scopre inesorabilmente attratto da una ragazza dal fisico non proprio apollineo; e lui è costernato, dibattuto ma alla fine cede…

WOMEN UNSEEN di Omar Daher Gullen sembrerebbe a tutta prima una storia romantica ma di sequenza in sequenza assistiamo alla costruzione di una cattedrale di sangue e morte; davvero indovinata la matrice horror, pensiamo soprattutto a quel giardino pubblico invaso da morti viventi o presunti tali.

20:30 precise: c’è il tempo per una passeggiata fino a Piazza Verdi mentre una folla colorata e internazionale immortala con lo smartphone la spuma allegra del molo audace. Incontro, denso di significati sociali con il regista Alessio Cremonini firmatario del film: SULLA MIA PELLE – GLI ULTIMI SETTE GIORNI DI STEFANO CUCCHI. Il regista si è aggiudicato il premio Cinema del Presente, con evidente soddisfazione dell’autore e del pubblico.

Felici di non avere un attimo di respiro ci abbandoniamo poi alla suspense in aeroporto con DELAY di Ali Asgari. Si profila la terribile ipotesi di uno stupro infantile o tentato tale ma come spesso accade la realtà può essere una variabile impazzita.

Due beniamini del pubblico triestino, Ariella Reggio e Lino Guanciale sono rispettivamente nonna e nipote in PEPITAS di Alessandro Sampaoli. Un giovane uomo nasconde la propria omosessualità e il suo mestiere di attore en travestì, l’anziana parente dimostrerà una sensibilità inaspettata. Delizioso.

Si ride italiano anche con il corto seguente GLI ARCIDIAVOLI di Lorenzo Pullega, una satira dei circoli aziendali e delle autorità cucinata in una tipica salsa emiliana e corroborata da attori noti al pubblico come Andrea Roncato.

THE DEATH OF DON QUIXOTE di Miguel Faus parla di teatro e di ruoli, della confusione atavica tra realtà e finzione, fotografando il tutto con un severo bianco e nero.

A PLACE CALLED HOME di Isabella Brunacker ci pone inquietanti interrogativi sul tempo e si avvale di una accurata interpretazione minimalista.

Si può essere dipendenti dalla Coca Cola? Il simpatico protagonista del fumetto animato COLAHOLIC di Marcin Podolec ne è testimone: annega letteralmente nella bibita cantata da Vasco Rossi, per lui è una pena continua anche se ne parla in termini autoironici.

Nessun elemento caustico o irridente, invece, per KAMPUNG TAPIR di Aw See Wee; sussistono nell’ opera due canoni descrittivi: la crisi di una giovane coppia ed il martirio di un animale quasi estinto.

BAUTISMO di Mauro Vecchi è un violento reportage dal cuore cattivo delle bande suburbane, dove coesistono assurde regole di potere e soprusi; il bagno purificatore finale ha un valore religioso ed evocativo.

MYCELIUM del tedesco Justus Toussaint tocca corse sentimentali molto sensibili specialmente quando chi dorme accanto a te prefigura la tua morte attraverso l’ evento onirico. Chi ne è responsabile? Chi pagherà il conto?

Sarebbe piaciuta al già citato Polanski la figura femminile ingabbiata nel proprio mondo di EVERYTHING CALMS DOWN di Virginia Scaro. In un clima alla REPULSION si svolge il Thriller claustrofobico con protagonista una giovane donna che dovrà ricorrere a ogni sua risorsa con un finale originale.

Serata ricchissima e ancora calda, c’è voglia di gelato o di qualsiasi cosa che rappresenti il freddo.

Appuntamento a venerdì sera.

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 3 luglio 2019

“Eccentriche visioni”, si intitolava tanti anni fa un pregevole ciclo di film su Rai Tre. Eccentrica, imprevedibile è stata anche la serata di ieri, che ha visto spostare i corti a giovedì pomeriggio nei locali del Teatro Miela, zona protetta da tuoni, fulmini e diavolerie assortite fornite generosamente da qualcuno che sta in alto.

Niente paura: il buon cinema è comunque presente grazie alla sezione EVENTO SPECIALE, che contempla un lavoro italiano firmato a quattro mani dai giovani Sara Pigozzo ed Enrico Meneghelli.

Alludiamo a TOXIKONDOM, presentato da Chiara Valenti Omero e Maurizio Di Rienzo durante un proficuo colloquio con i due autori, presenti in sala. Non soltanto la storia di un sanguigno, scatenato complesso di hard rock carico di forza eversiva e di trasgressione ma anche uno spaccato di vita lavorativa e sociale.

Acqua di mare, pesca delle vongole e sugheri, pescatori giovani e tutto quel mondo lacustre che il compianto regista veneto Salvatore SamperI aveva mirabilmente descritto nel film del 1973 UN’ANGUILLA DA TRECENTO MILIONI.

Un po’ di righe libere a disposizione rappresentano una risorsa preziosa per chi scrive, cerchiamo allora di non sprecarla componendo un’ideale mappa umana che tutta intera  palesa il nostro Festival.

Difficile non notare, in primis, l’impegno e  la coinvolgente pro positività della nostra presidente e direttrice artistica Chiara Valenti Omero: una sensibile anima artistica abituata a non mollare mai. Arguto, riflessivo, sapiente conoscitore delle faccende del cinema, Maurizio Di Rienzo è oltretutto dotato di un morbido senso dell’umorismo, mai lesivo del prossimo. Dialogate con lui, ne trarrete giovamento.

Una importante manifestazione artistica come questa non à fatta soltanto di creatività artistica, ci vogliono mezzi tecnici che non abbassino la guardia, e braccia robuste. Pietro Crosilla, Daniele Marzone e Francesco Sacchi sono gli uomini dietro lo schermo, personale tecnico di qualità.

Un nuovo giovane amico, Francesco Bonerba, è responsabile di social media e multimedia, quindi gli tocca anche sopportare le corbellerie del sottoscritto.

Accanto ai nostri piccoli ma in fondo grandi amici della sezione SHORTS KIDS N’ TEEN è Raffaella Canci, discreta e attenta coordinatrice che rivediamo sempre volentieri.

Daniela Pick Tamaro è un’altra nuova amica, si occupa di gestire l’ufficio ospitalità e lo fa con quella grazia sorridente che è tratto preminente del suo carattere.

Beatrice Fiorentino cura la sezione NUOVE IMPRONTE, ama il cinema e ne coglie tutte le istanze, inesorabilmente brava.

Francesco Ruzzier è a sua volta l’occhio inesausto che sta dietro la sezione MAREMETRAGGIO (anche il VIRTUAL REALITY è farina del suo sacco).

Altri, importanti amici aspettano di essere raccontati, lo faremo nei prossimi diari di bordo, il viaggio continua…

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 2 luglio 2019

Se il caldo bollente non ci dà tregua Eolo, Dio dei venti, ci concede un po’ di requie; ma il suo apporto birichino consiglia comunque di spostare le proiezioni al Teatro Miela.

Ecco che la magia del cinema vince su ogni sofferenza dovuta alla meteorologia: NESSUN DORMA di Paolo Strippoli è un incubo in pieno giorno tra atavici scenari di pietra e cattedrali da paese del Sud; quasi una reminiscenza del vecchio horror: NON SI SEVIZIA UN PAPERINO (1973). Diretto dal maestro degli spaventi Lucio Fulci, quel film restituiva un’inquietante atmosfera da messa pagana… nel pregevole corto di Strippoli, una sorta di sogno immoto aggredisce tutti in un contesto in cui le domande angosciose non hanno risposte.

THE STRAINED CLUB proviene dalla Francia ed è firmato da un collettivo di bravissimi registi di animazione. È un’apologia  sull’accettazione di se stessi e del proprio corpo; deliziosi nel loro sfoderare delle curiose macchie stile “Polvere di stelle”. Siamo nei dintorni di tematiche già viste come ad esempio in PLEASANTVILLE, ma rese con originale inventiva.

VOICE di Takeshi Kushida prevede una sorta di danza orientale prolungata tra un uomo qualunque ed una figura femminile che forse esiste solo nel mondo dei fantasmi; la continua frammentazione dei movimenti umani dona al film la valenza di una materia in divenire.

L’autrice tedesca Caroline Schwarz con il suo DOORS OF PERCEPTION non allude soltanto alle tematiche care a Huxley ma viaggia di vita propria con un personaggio disegnato di cui non vediamo il volto che cogita e si agita.

Fantascienza di quelle che mirano all’introspezione per l’autore spagnolo Frankie De Leonardis in FLOATING un giovane astronauta si trova circondato da una realtà ambivalente alle prese con un amletico dilemma.

Bullismo e social network per FIFTEEN di Peiman Zekavat, l’adolescenza, la perdita della privacy e il conseguente dolore esistenziale  visto  attraverso gli occhi di un adolescente.

La piscina è un ambiente da sempre caro al cinema dai tempi del famoso noir omonimo degli anni ’60 fino al tristissimo LA RAGAZZA DEL BAGNO PUBBLICO (1970) . L’autore italiano Lorenzo Puntoni sceglie un doppio piano di lettura per riempire il suo ACQUARIO che si segnala per un accurato gioco fotografico/psicologico.

In THE BONY LADY della coppia Barbossa e Zanato assistiamo alla storia vera di Arely Vazquez, una transessuale  divenuta leader della setta della Santa Muerte. Culto avvolto dal mistero, diffuso in Messico che celebra la morte e il sacrificio.

Attraversiamo l’Atlantico con TOO YOUNG FOR A MEMOIR di Case Jermigan, un viaggio nel viale dei ricordi che si trasforma in un’evoluzione personale del protagonista.

Adesso immergiamoci nelle fredde correnti del thriller  con un particolare lavoro tutto visto attraverso un semplice cellulare: FOLLOWER di Jonathan Behr.  Scoperto omaggio dell’autore ad un grande classico della paura: QUANDO CHIAMA UNO SCONOSCIUTO di Fred Walton e successivi cuginetti di imitazione.

Dopo tante sensazioni visive ne arriva una olfattiva. Il profumo di salsedine che arriva dal mare triestino mentre una giovane coppia probabilmente straniera si produce in effusioni. Very  Romantic.

Appuntamento a mercoledì sera.

Riccardo Visitin

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 1 luglio 2019

Una volta, in vacanza a San Candido in Val Pusteria, sulle Dolomiti quasi austriache, chi vi scrive ha incontrato Vittorio Gassman. Non aveva più il mondo in mano come negli anni giovanili, la depressione sulla quale tanto si è scritto lo stava letteralmente consumando eppure, nei pochi minuti di conversazione che mi ha concesso, i suoi occhi si sono illuminati un paio di volte di entusiasmo ragazzino. Stavamo parlando di Cinema, di quello con la c maiuscola, e il fascino potente della Settima Arte stava vincendo fiero sul male di vivere.

Tantissimi coloratissimi giovani rappresentano il sole sereno di questa ventesima edizione del nostro Festival, è un piacere vederli così carichi di adrenalina, di serena voglia di apprendimento.

Grande successo per la 24 HOURS SHORTS COMICS MARATHON pensata da Francesco Cappellotto, una inebriante avventura che conferma la propria valenza sociale e culturale.

Siamo poi nel bollente spazio di Piazza Verdi, in attesa che le immagini ci avvolgano come i tentacoli di una piovra amica.

Ancora una vera e propria “young parade” sul palco, accompagnata da Chiara Valenti Omero e Francesco Ruzzier: sono i giovani attori – attori del progetto CIAK LAB, diretti da Francesco Filippi.

ORGOGLIO ALIENO, titolo della loro fatica collettiva, vince e convince per il bel messaggio morale insito nell’opera.

Giungono poi disarmanti le scintillanti e surreali bagnanti della strana spiaggia di CIRCUIT a firma Delia Hess; quasi un pianeta idealizzato, d’animazione, ipnoticamente sospeso sulla propria aliena materia.

NAISSANCE D’UNE ETOILE – RISE OF A STAR si auto presenta con le immortali note del Bolero di Maurice Ravel. Un lavoro molto particolare sul privato di una giovane ballerina di successo, che scopre di essere incinta e teme che questo bellissimo evento possa rappresentare la fine del suo percorso artistico. Una vicenda al femminile diretta però da un uomo, il francese James Bort.

Che scostumati i ciclisti nati dalla fantasia del regista croato Vejko Popovic… si producono in atti sessuali irrefrenabili ma ci sono anche politici in tenuta adamitica e altri personaggi poco inclini al culto del pudore. Molto divertente, il titolo è CYCLISTS.

Arguta parabola sulla emancipazione femminile e nel contempo cronaca sulle scansioni impreviste del mondo attoriale: THE ROLE diretto dalla regista Faarnosti Samad si occupa di questo, con partecipazione.

COSÌ IN TERRA del giovane autore italiano Pier Lorenzo Pisano può contare sulla recitazione solida e sensibile di Roberto Citran, conosciuto dal pubblico che ama il teatro ed il cinema più introspettivo. Questa amara storia di fede e di suicidio, rarefatta e bianca come le pietre che la accolgono, contiene una disperata sostanza filmica che rimanda a Francesco Rosi e in generale al cinema nostrano social – rurale.

THE THWARTED della coppia si autrici Vasseur – Terragno funziona come una sorta di camera con vista sulle manipolazioni: personaggi in carne e ossa circondati da ambienti di carta colorata, in perpetuo movimento.

YOU IDIOT arriva addirittura da Singapore ed è una videocronaca adolescenziale, la musica come elemento aggregante , due ragazzi che si affacciano alla vita, facendo leva sui propri sogni di miele. Dirige Kris Ong.

THE DIVINE WAY è uno strano ed affascinante labirinto visivo: scale su scale, interminabili scalini percorsi dai piedi mai stanchi di una giovane donna; palese omaggio alla discesa agli inferi di dantesca memoria, è  un lavoro che affida al dècor un ruolo preminente. Dietro la macchina da presa, la nostra Ilaria Di Carlo.

SELFIES di Claudius Gentinetta ci trasporta – consenzienti – in una centrifugata sarabanda dove le immagini modulo cellulare la fanno da padrone, fagocitando l’uomo e costringendo il medesimo a un morboso contatto virtuale.

Infine, ciliegina sulla ricca torta serale, soffia su di noi il vento horror a firma Mael Le Mée: nel suo cortometraggio AURORE si muovono adolescenti alle prese con le prime pulsioni sessuali ma una ragazza, quella del titolo, sembra nascondere una seconda, terrificante natura che la diversifica dai suoi amici coetanei. Romantico il finale, che non sveleremo.

Stavolta rincasiamo passando per il Molo Audace, pullulante di giovani liquefatti dal caldo, eppure bellissimi.

La notte è anche lei una bella signora, e ci è amica.

Appuntamento a martedì sera.

Riccardo Vistin

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 30 giugno 2019

Che strana e coinvolgente estate è quella che stiamo vivendo, dal dispiacere per le condizioni di salute del grande scrittore Andrea Camilleri al giusto orgoglio per la grinta della Nazionale Femminile di calcio.

SI sta chiudendo un altro decennio, la confusione come sempre è alle stelle, e secondo chi scrive è proprio in questi momenti che l’arte sfodera le proprie doti salvifiche e taumaturgiche , aiutando tutti a livello morale.

Piazza Verdi è ormai casa nostra, un luogo d’elezione dove ci si incontra e ci si confronta, tornando a casa più arricchiti.

Si parte bene, benissimo anzi, con la struggente storia di due sposi di zucchero, di quelli che stanno sopra la torta nuziale. Nella fantasia romantica e fuori tempo della regista Laura Luchetti, questi oggetti son vivi e palpitanti, soffrono come noi umani, persino se accartocciati e buttati via non rinunciano al loro sogno sentimentale. Bellissimo e singolare, il lavoro si intitola SUGAR LOVE, alla regista presente in platea tutto il nostro plauso.

Siamo ancora nei dintorni della fiaba, del racconto trapuntato di stelle che fa a pugni con la realtà violenta, quando assistiamo a THE ANNOUNCEMENT della coppia Roman e Thibault  Lafargue. Il tema è l’attendibilità di Babbo Natale, la sua esistenza viene messa in discussione, con inediti risvolti finali.

NOW WE CAN DIE IN PEACE, paradossale satira urbano – calcistica, è un bozzetto molto ben condotto dal poliedrico regista Arnaud Guetz, che si occupa anche della fotografia e della distribuzione del suo lavoro.

Dai paesaggi suburbani si passa quindi alle assolate, cocenti pianure desertiche, Arabia o dintorni, dove bambini indifesi vengono coinvolti in selvagge gare di cammelli. Il piccolo protagonista di THE CAMEL BOY spicca per dolcezza e sensibilità, in questo acido corto di denuncia sociale diretto dal francese Chabonne Zariab.

SAVOR, invece, può vantare degli attori protagonisti davvero sorprendenti: salse salate e dolci, centrifughe di verdura e di frutta, ogni sorta di ingrediente culinario – gastronomico viene shakerato, in una folle danza. Dirige Stèphane Baz, complimenti alla sua audacia autoriale….

MY TYSON, del nostro Claudio Casale, è un docufilm dedicato ad un vero giovane pupillo della boxe italiana, la cui evoluzione umana e professionale viene narrata dalla bocca della mamma, dolcissima parte in causa.

OUR SONG TO WAR non prevede sconti morali né retoriche al sapor di cannella: la guerra è una brutta rogna, chi passa attraverso le sue forche caudine ne esce trasformato, e non in meglio. Nonostante tutto, il film parla anche di misticismo e riti ancestrali, in un clima alla “FITZCARRALDO” di Werner Herzog.

HOW STEEL WAS TEMPERED prevede un padre, un figlio, un ambiente di duro lavoro manuale; secondo l’autore croato Igor Grubic la vita non è un film di Doris Day, come titolava una commedia di Mino Bellei.

RAYMOND OR THE VERTICAL ESCAPE di Sarah Van den Boom ha un climax rosso bollente ma niente paura i protagonisti sono tacchini, polli ed altri soggetti campagnoli d’animazione.

Finale drammatico con L’OMBRA DELLA SPOSA, di nuovo la guerra ed i suoi orrendi fardelli, ben raccontati dalla regista italiana Alessandra Pescetta.

Un cielo rosso fuoco a mezzanotte fa comunque clamore, agognando una bibita gelata vi diamo appuntamento a lunedì sera.

Riccardo Visitin

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 29 giugno 2019

Aveva l’eleganza del gesto e la poesia della parola, una soave e profonda appartenenza all’estetica del meraviglioso come in pochi casi succede di riscontrare.

Franco Zeffirelli è mancato da poco e già si sente il vuoto lasciato da una persona che percorreva i viali illuminati della lirica, del cinema e del teatro come se non fosse nato che per questa vocazione.

Atmosfera inesorabilmente incandescente in piazza Verdi, la compagine femminile che capita di ammirare tra il pubblico allinea sete verde mare e monili che ricordano la profondità dei coralli marini.

E proprio di mare si parla nel lavoro filmico IL VECCHIO E IL MARE di Diego Muratore; un lavoro interessante che nulla a che fare con il celebre vecchio di Hemingway ma molto con la realtà triestina e con certe istanze professionali che non esistono più. Il film è stato presentato nella sezione EVENTI SPECIALI.

Chiunque ami profondamente il cinema, non può esimersi da provare affetto nei confronti di Marilyn Monroe; ne tiene conto l’autrice italiana Maria Di Razza con il suo GOODBYE MARILYN. In un universo parallelo la bionda icona di Hollywood non è morta e si concede, di confessione in confessione ad un giovane ammiratore. Toccante e surreale.

Sono proprio tre brutti ceffi i protagonisti di TOMATIC del francese Christophe M. Saber, testimoni perfetti del proverbio che indica come il crimine non paghi, un simpatico delirio condotto con mano sicura.

Scorre invece fluida la vicenda agonistica di RONALDO di Recep Bozgoz dove gli occhi ancora freschi ed autentici di un adolescente rinverdiscono il mito del calcio anche in un ambiente lontano ed avulso.

L’ambiente diplomatico è senz’altro un mondo a parte con le sue regole e le sue eccezioni, non sempre decodificabili dai non addetti ai lavori. SKIP DAY della coppia Lucas e Bresnan si inserisce nel filone narrativo dell’analisi psicologica, condotta con maestria.

La Svezia è notoriamente un paese freddo ma certo suo cinema irradia calore e poesia specie quando sfoglia come un libro le stagioni della vita. Si occupa di questo l’autrice svedese Mons Berthas con il suo ISLE OF CAPRI.

Eccoci invece spettatori attenti nel teatro di animazione di SWEET NIGHT della regista belga Lia Bertels, dove simpatiche figurine animali si muovono in un mondo lillipuziano alle prese con problemi di approvvigionamento.

Il fascino del cinema è quello di porre continuamente delle domande allo spettatore, promuovendo il gioco dei rimandi e dei riferimenti. FIVE MINUTES TO SEA dell’autrice russa Natalia Mirzoyan, chissà perché, ci ha ricordato certe atmosfere alla Peter Weir certe sue scansioni temporali ed uno strano uso della parola come se provenisse da profondità ancestrali.

COMMENTS arriva dalla Germania e si può facilmente capire che siamo davanti ai tasti bianchi e neri di un pianoforte verbale dove forme e stili della parola si rincorrono in un’affascinante architettura.

Lavoro battente bandiera teutonica, dietro la macchina da presa Jannis Alexander Kiefer.

Biondi, inebriati dalla loro stessa gioventù i protagonisti di FAUVE del canadese Jeremy Comte vivono di schermaglie e confronti conservando quella “saliva di bimbo” di cui parlava il grande Giorgio Albertazzi.

PATCHWORK è un buon lavoro della spagnola Maria Manero Muro sul tema sempre attuale del corpo e della nostra accettazione di esso.

Finale col botto grazie alla parabola animalista/umana del regista Katarzyna Gondek: DEER BOY è una favola nera sui cacciatori e sugli scherzi della natura con un bambino a metà strada tra la natura umana e quella animale. Fortemente animalista, è un lavoro di silenzi e di tensioni.

Qualche spettatore distratto ha lasciato sulle sedie di fronte a noi un bellissimo oggetto verde smeraldo di cui ignoriamo la funzione… Verde e blu sono i nostri colori preferiti richiamano il mare che è li a due passi in una intensa tarda serata di giugno.

Appuntamento a domenica sera.

Riccardo Visitin

20° ShorTSIFF – Diario di bordo del 28 giugno 2019

Immaginate un elegante salone in penombra, stile art déco.

Qualcuno, vestito con una bianca livrea, sopravanza trasportando una torta da vista panoramica.

Appare chiaro a tutti che c’è un compleanno da festeggiare, i nostri primi vent’anni all’insegna delle grandi e piccole immagini.

Tanto affetto e presenze familiari già alla presentazione del Festival a Palazzo Gopcevich, poi questa immensa bolla di caldo incandescente si scioglie nella prima serata in Piazza Verdi.

Si inizia con le tragicomiche e surreali vicende dei protagonisti di ALL INCLUSIVE di Corina Schwingruber; si tratta di una cineasta svizzera molto abile e sottile nel manovrare i suoi personaggi/marionette coinvolti nei pesi specifici della Grande Navigazione.

Il linguaggio dei segni è un acquario doloroso in cui nuotano figure di rara intensità emotiva, ne fa fede la bionda e tenera bimba protagonista di THE SILENT CHILD a firma del britannico Chris Overton.

Assistiamo ad un lavoro dal grande impegno sociale che ci mostra il diverso e la sua incredibile ricchezza di risorse umane e spirituali.

Si allentano i toni grazie al bozzetto umoristico spagnolo a firma di Felix Colomer che con il suo SEA coglie la poesia all’interno di una situazione ironica; molto coordinate e plausibili le due squisite interpreti. Due donne, un metrò e qualcosa di sorprendente…

Realtà virtuale, che passione! Peccato che la presunzione umana di poter dominare la macchina non venga puntualmente disattesa con effetti esilaranti. Succede in BUG del francese Cedric Prevost.

ENTROPIA dell’autrice ungherese Flora Anna Buda ci conferma un adagio che portiamo avanti dagli albori della nostra manifestazione: lo sguardo femminile reca sempre con se il tutto e il suo contrario.

Ancora una donna dietro la macchina da presa per il cortometraggio VIA LATTEA; Valeria Rufo alza il termometro della tensione alle stelle in una storia di sassi gettati in mare e di violenza esacerbata.

Mai tematica fu più di scottante attualità: clandestini ed annessi recinti umani trascinati nel gorgo delle autostrade sotto gli occhi di un bambino che già non conosce più il morbido dell’infanzia; il corto si chiama NIGHT SHADE di Shady El-Hamus.

Dai tempi del vecchio e caro Melìes la luna è una signora argentata che sta molto in alto e ci fa sognare e che oltre tutto sorride quando si parla di lei in termini umoristici.

In LUNAR-ORBIT RENDEZVOUS della canadese Melanie Charbonneau una variopinta vicenda di coppia sulle vie siderali vi farà ridere e scoprire nuovi spunti relazionali.

Torniamo sui sentieri italiani con un’opera degna della massima stima: QUELLE BRUTTE COSE di Loris Giuseppe Nese, il cortometraggio ci palesa paesaggi di pasoliniana memoria, bambini che mal si destreggiano nella caverne psicologiche degli adulti mescolati a scene di ordinaria quotidianità.

Mentre la temperatura continua la sua opera di tortura a danno di noi poveri umani ecco un cubetto di ghiaccio horror di terrificante fattura MILK del canadese Santiago Menghini.

Un abbraccio fraterno da parte dei cinefili nei confronti di questo sadico burattinaio di sapienti spaventi.

Il profumo dello shampoo alla vaniglia della ragazza seduta accanto a noi è l’ultima impressione olfattiva di una serata bollente ma speciale, la prima del nostro ventennale.

Appuntamento a sabato sera.

Riccardo Visitin