DIARIO DI BORDO DI SABATO 7 LUGLIO

QUESTI POSTI VICINO AL MARE…
Più di una goccia di malinconia scende durante la serata di sabato: siamo nel pieno della festa conclusiva di Maremetraggio 2007 allo stabilimento balneare Sticco, ed è decisamente tempo di bilanci.

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DIARIO DI BORDO DI VENERDI’ 6 LUGLIO

L’AURA DI LAURA ED ALTRE VISIONI…

Dopo tanta attesa, eccoci al clou di Maremetraggio 2007,
con uno di quegli appuntamenti attsi per mesi.
Di nero vestita, sorridente e disponibilissima al dialogo, Laura
Morante arriva a Trieste sulla scia della bella rassegna a lei
dedicata, “Gli sguardi di Laura” .
L’incontro si è subito segnalato per una fortissima atmosfera legata al cinema italiano che preferiamo, quello che soffre per uscire nelle sale e poi diventa magari un grande successo popolare.
Ricostruire la copiosa filmografia dell’interprete di “Colpire al
cuore” era quasi impossibile, ma lei stessa ha fatto del suo meglio per inanellare ricordi, testimonianze e speranze per l’immediato futuro; pubblico delle grandi occasioni e tanta voglia generalizzata di stringere la mano o almeno salutare l’attrice.
La magia si è ripetuta la sera al giardino pubblico quando Laura Morante è ricomparsa per presentare il film “Liscio” di Claudio Antonini.
Vivo interesse ha suscitato questo buon lavoro italiano incentrato su d’una madre simpatica e un po’ volubile ed il figlio piccolo ma molto protettivo nei suoi confronti; il tutto contornato dalle musiche tipiche delle grandi orchestre emiliane, quelle che hanno fatto la gioia di Pupi Avati.
Ultimo incontro poi con la cinematografia dal breve impatto quella che in pochi minuti deve condensare le storie personaggi ed emozioni.
Angosciante come un road-movie americano ma pienamente slavo per la crudezza ed il piglio il cortometraggio ” Sretan put nedime” di Marko Santic percorre letteralmente l’angosciante parabola d’un uomo malato terminale, e di un fratello disperato e disposto a tutto per aiutarlo; si tratta d’un lavoro anomalo e che forse avrebbe potuto “respirare” anche nei sentieri del lungometraggio.
La favola nera, non falsamente poetica e sarcasticamente erotica narrata in “Divini incontri d’orgasmo” di Barbara Cacciati, vive di certe atmosfere notturne e morbose che si risolvono in un finale beffardo.
Forse non esiste uno strumento di alimentazione caro agli italiani come la macchina per il caffè.
Esiste tutta una storiografia in merito, infarcita di caroselli e
spot pubblicitari che appartengono ormai all’immaginario collettivo; se ne ricorda acutamente il regista Mariano Fiocco per il suo corto “Moka”, che sfrutta la tecnica dell’animazione per una vicenda autoironica molto apprezzata dal pubblico.
Una vera e propria compagine di autori si è messa al lavoro per realizzare il divertentissimo “Amperio”, surreale e grottesca vicenda con protagonista un ragazzino “elettrico” e dalla testa quadrata a cui ne capitano di tutti i colori soprattutto in versante sentimentale; prova pienamente riuscita per il quintetto Ciccotti-Monti-Pizzinini-Taurino-Alliaud forse il più originale dei cortometraggi visti quest’anno.
“A trazione interiore” di Giacomo Mondadori è una sorta di cerimonia funebre compiuta ai danni di un vecchio archeologo sognatore e allo stesso tempo rappresenta un cauto avvertimento sugli scherzi del destino e sull’incapacità umana di sfuggire al medesimo.
Ancora cinema italiano sotto il microscopio dei giovani per “Un
inguaribile amore” di Giovanni Covini racconto di coppia dalle
rarefatte atmosfere malinconiche.
Si ritorna allo sfruttatissimo tema del mondo visto da un occhio infantile per ” Chronicles of impeccabile sportmanship” dell’autrice Erika Tasini, dimostrazione che l’altra metà del cielo guarda sempre a certi temi da un’ angolazione eminentemente personale.
Irlandese e quindi aspro, sanguigno e sfacciato insieme il
cortometraggio ” Nun more deadly” di David O’Sullivan, che certo si aggancia alle atmosfere tipiche dei registi senza fronzoli del suo paese.
Difficile non affezionarsi alla dolcissima bambina d’animazione
protagonista del cortometraggio italiano “La mia migliore amica” di Stefano Bonamico; assolutamente commovente ed antiretorica la vicenda della piccola pachistana e della sua bambola, la migliore amica del titolo, che diventa soggetto umano di una storia permeata di onestà nei confronti dei popoli stranieri.
Per chi ha sempre amato capire le dinamiche cinematografiche dal proprio interno analizzando tutti i molteplici passaggi che portano poi – non sempre – al prodotto finito il convegno di ieri pomeriggio “La rete dei Festival o i Festival nella rete” ha chiarito più di qualche dubbio.
Diversa la natura del secondo incontro pomeridiano dedicato ai cortometraggi aziendali ed al rapporto molto personale delle aziende con l’evento artistico.
Un po’ tristi per l’imminente conclusione del festival ci apprestiamo a vivere la giornata di sabato nella maniera migliore, aspettando soprattutto la proclamazione dei vincitori delle varie sezioni e il consueto bagno di folla finale; c’è chi dice che in questa settimana di caldo soffocante la temperatura delle acque abbia raggiunto livelli buoni per bollire la pasta: la nostra personale adrenalina peggiorerà piacevolmente la situazione.
Appuntamento a tutti per il gustosissimo rush finale!

Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI GIOVEDI’ 5 LUGLIO

CREANDO UN PONTE TRA IL CIELO E IL MARE…
Quando si dice la forza del destino… incupiti dalla medesima cupezza del cielo triestino, eravamo quasi rassegnati ad una consistente serie di visioni “a domicilio”; invece come nel racconto di Heminguay “Il vecchio ed il mare”, ogni onda può cambiare le sorti e le geometrie.
Un benvenuto sincero al bel tempo, quindi, e pubblico delle grandi occasioni per la presentazione del Premio Lucchetta al Maremetraggio Village.
Si tratta di un avvenimento molto sentito a livello morale in città, come hanno spiegato gli organizzatori del premio che porterà tra l’altro la preziosa musica degli Stadio e di Simone Cristicchi tra le pietre di Piazza Unità.
Qualche maglione in più in platea al giardino pubblico, per l’ennesima gradita compagine di cortometraggi provenienti da ogni latitudine.
Inizia la Francia con l’inquietante ed introspettivo rapporto a due di Emmanuel Malherbe, che nel suo ” Pure Laine Vierge” imbastisce una relazione allucinata che avrebbe fatto la gioia di Roman Polansky.
L’inverno, il freddo e i panorami glaciali si sono curiosamente ripetuti negli storyboards dei giovani autori di questa edizione del Festival; ne fa ulteriore fede il lavoro non consolatorio di “Winterlong” di Timo Valevi Puukko.
Polare, ancora di più, il climax anche emotivo della regista finlandese Mia Tervo, che nel suo “Hylje” imbastisce una vicenda anche psicologica tutta al femminile.
Il rapporto amichevole e rudemente conflittuale tra due giovani soggetti maschili sottolinea ciò che accade in ” Due bravi ragazzi” di Toni Palazzo, avventura on the road dai contorni inaspettati.
Quasi tutti i corti di animazione visti quest’anno si distinguono per il caleidoscopio di colori e di gags verbali e sonore: non è questo il caso dell’opera italiana “La memoria dei cani”, che in maniera orientale procede per sottrazione diventando un gioco di ombre cinesi; dietro la macchina da presa fa del suo meglio il giovane “Simone Massi”.
Lontano dalla fantasia creativa e dai mondi fantastici, il nostro Claudio Bozzatello sceglie la formula narrativa del documentario intinto nella fiction; si parla di operai, di stenti, di immense acciaierie dove la fatica fisica dell’uomo sembra non finire mai.
Un lavoro livido e drammatico, senz’altro da ascrivere tra i migliori visti quest’anno.
Versante completamente antitetico per lo spassoso ” One at time” della coppia di autori Barrocu-Cordini-Ghignone-Ventimiglia, cartoon che rinverdisce i fasti della mitologica Arca di Noè.
Infine, un tocco di minimalismo tutto francese e perciò attento alla levità dei toni per il regista Patrick Poubel per il suo “For interieur”.
Conclusione all’insegna del grande cinema d’autore grazie ad un film che ha riscosso un eccellente successo alla sua uscita nelle sale, vale a dire “Io, l’altro” di Mohsen Melliti: un film fin troppo ricco di istanze psicologiche, teso come un’ autentica corda tesa, benissimo recitato da un Raoul Bova che si lascia definitivamente alle spalle gli zoppicamenti recitativi del passato.
Appuntamento a venerdì mattina per l’incontro con Laura Morante.

Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI MERCOLEDI’ 4 LUGLIO

DIVORATORI DI CELLULOIDE!
L’estate sembra proporre una brusca interruzione durante la giornata di mercoledì: freddo, vento, pioggia ed un gran da fare per le bravissime hostess del Meremetraggio Village; tanta furia meteorologica non ferma la nostra rassegna multicolore che approda nel pomeriggio ad uno dei dibattiti più interessanti, vale a dire “Un Tuffo nello Specchio”, che indaga con seria partecipazione i legami tra sport e anoressia.
Un vero “perterre de roi” di esperti ha attirato un pubblico letteralmente impermeabile al temporale
Per forza… meteorologica convogliata al cinema Excelsior, la serata si è articolata in numerosissime piccole visioni.
Debutto tutto italiano con il lavoro “Lu non fa Miracoli” di Fabrizio Ruggirello, che unisce una storia di violenza e di inseguimenti ad un gioco ad incastro di sapore… clericale.
Ci trasferiamo in Gran Bretagna per il corto di animazione “Solo Duets” di Joseph Feltus, figurativamente uno dei lavori più raffinati visti durante il festival.
Sfruttando un impianto allegorico e fortemente simbolico la coppia di registi polacchi Kiwerski e Szymanski racconta l’eterna ricerca della verità da parte dell’uomo; una caustica satira dell’ambiente lavorativo è invece proposta dalla spagnola Carlotta Coronado nel suo corto “Libra” che gioca molto sulla mimica dell’interprete femminile: si tratta di una comproduzione tra i Paesi Iberici e Italia.
Tipicamente italiano del linguaggio giovanilista e nella riuscita coloritura d’ambiente il lavoro tutto al femminile di Elisabetta Bernardini “Baiano”: un prezioso scrigno di verità sulle età anagrafiche e sul gioco a scacchi dell’uomo con il tempo.
Intrecci sentimentali spesso anelati e sovente delusi ci ammoniscono sulla inevitabilità del fato: succede nel cortometraggio tedesco “Berlin Budapest” di Rita Lengyel.
Spassoso, sanguigno, pienamente riuscito il circo di personaggi d’animazione che sono al centro di habitat della coppia Arrhenius e Muntzing: l’opera proviene dalla Svezia e si segnala anche per un riuscito assembramento fonetico; sempre provenienti dalla fantasia e dal cartone animato i pupazzi ubbidienti e non di “Pyesa Dlya Tryokh Aktoriv” del giovane Alexandr Shmigun.
Mille cose surreali e disastrose capitano nella cucina schizofrenica di “Coucou Clock” della coppia Cailleau-Fobis, dissacrante partita a freccette tra personaggi e oggetti.
Intelligente e sensibile il gioco ad incastro… letterario nato dal talento del francese Guillaume Martinez per il suo “Gratte-Papier”, che sarebbe piaciuto ad un “cupido” cinematografico come Claude Chabrol.
Lungo la strada scorre un corriera “scuola-bus”: peccato che è notte ed il mezzo pare quasi una versione moderna del carro trainato dagli asini verso il “Paese dei Balocchi” di Collodi; succede con pieno piglio narrativo nel corto danese “Spraekker” di Aage Rais-Nordentoft.
Il nostro giovane autore Davide Rizzo firma invece il lavoro a metà tra dramma privato e denuncia sociale “Il Settimo Giorno l’Abbaglio”, che si segnala per la riuscita tensione drammaturgica.
“Tricko” di Hossein Martin Fazeli ruota intorno ad una maglietta dal contenuto compromettente: narrato in forma di truce apologo, è in realtà un avvertimento di matrice sociale.
Il senso del grottesco e dell’ironia appartiene a noi italiani quasi come uno smoking dalla taglia perfetta: lo comprova il giovane autore Francesco Segré, nel suo “Manila” dove il bisogno di denaro porta a parossistici rimedi non cristallini.
Una feroce e divertente caricatura della svizzera ci viene proposta da Corrado Ravazzini nel suo “Swissigns” che si avvale di un monologo sinceramente irresistibile.
A parere di chi scrive uno dei migliori lavori visionati batte bandiera teutonica; il talento strafottente e iconoclasta di Stefan Mueller esplode letteralmente nel bailamme di “Mr Schwartz, Mr Hazen & Mr Horlocker”.
Un grande manipolatore di corpi e di incubi carnali come David Cronenberg avrebbe senz’altro apprezzato “Inside” di Philipp Hirsch: una vera e propria centrifuga dell’orrore che narra di sangue e di morte.
Appuntamento a giovedì mattina in piazza Sant’Antonio sperando di vedervi tutti con ombrelli rigorosamente azzurri.

Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI MARTEDI’ 3 LUGLIO

PROFONDO ACQUATICO!
Se vedere è bene, rivedere è ancora meglio! Pensiamo proprio a questo la mattina di martedì nella splendida cornice del Maremetraggio Village, dove rivediamo i cortometraggi della sera precedente.
Una scintilla di genio, un’angolazione di ripresa, un piano sequenza, il viso bellissimo di una particolare attrice: sono tanti i regali visivi da conservare in una segreta zona della nostra memoria.
La sera, poi, è irrinunciabile l’appuntamento al Giardino Pubblico, sotto le stelle e “stregati dalla luna”, per un viaggio attraverso il cinema internazionale.
Bandiera italiana e femminile per il cortometraggio “Rana Rana” di Silvia Innocenzi, che unisce il consueto microcosmo infantile molto caro a certo cinema italiano, ad istanze psicologiche legate al mondo della musica.
Entusiasmo sincero da parte del pubblico ( e da parte del vostro recensore ) per il fulminante “Kwiz” del regista belga Renaud Callebaut, capace di “infierire” simpaticamente sul non simpatico ambiente ospedaliero inventandosi la terribile vecchietta vendicativa che se la prende nientemeno che con… Louis Vitton!
Ha le dimensioni di un incubo invernale alla Tolkien il racconto introspettivo e terrificante “Primiera nieve” di Pablo Aguero, che imbastisce una pura suspence degna dei maestri della tensione.
Barocca, piacevolmente ridondante e straniante la parabola gotica di “Judas” di Nicolas Bary, che ricorda molto da vicino Edgar Allan Poe ed il suo racconto “La maschera della morte rossa”: ineguagliabile ballo funebre ordito da persone già passate nel regno dei più.
Mancava la fantascienza in questa ricchissima edizione di Maremetraggio che ha praticamente presentato ogni genere narrativo possibile ed immaginabile.
“Star Fly” di Beryl Koltz sopperisce a questa mancanza attraverso un parossistico e survoltato racconto siderale, che si trasforma in un party surreale che non sarebbe dispiaciuto a Pedro Almodovar.
Nel 1975 nacquero in Italia le prime radio private, e per molti rappresentarono una raggiunta forma di libertà espressiva: a tanti anni di distanza è ancora importante il messaggio universale che passa “via etere” accontentando le anime inquiete.
Il cortometraggio italiano “Radio Panico” di Gigi Piola si trasforma da omaggio al mezzo radiofonico in minaccioso monito sui destini dell’umanità.
Naturalmente il riferimento più logico va ad Orson Welles ed al suo allucinante scherzo sui marziani in arrivo.
A metà strada tra William Butler Yeats ed il racconto dell’orrore si situa il corto di Claran Foy “The faeries of blackheath woods”, visivamente folgorante è ruscito soprattutto nel finale.
Conclusione di serata con il lungometraggio “Il segreto di Rahil” di Cinzia Bomoll, ancora una volta una carezza filmica femminile sui temi dell’infanzia e sul rapporto tra la medesima e l’ambiente circostante.
Appuntamento a domani, mentre si profila la fase più calda ed eccitante della manifestazione.
Un tuffo profondo, quindi, e… attenzione all’apnea!

 

Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI LUNEDI’ 2 LUGLIO

IL DIZIONARIO AZZURRO DEI SENTIMENTI
Il primo week-end di Maremetraggio 2007 ci ha lasciato piacevolmente senza fiato!
Incontri, proiezioni ed eventi si sono susseguiti a tamburo battente, mentre il pubblico triestino ha dimostrato ancora una volta la propria inequivocabile voglia di cinema….
Lunedì mattina al Maremetraggio Village è arrivata un’ospite femminile preziosa: Mariantonia Avati, regista dello struggente “Per non dimenticarti”, film corale sul senso della maternità e sui mille anfratti psicologici ad essa annessi; la pellicola – che ha fatto versare più di qualche sincera lacrima in platea domenica sera – è stata raccontata dalla sua autrice con semplicità anche attraverso gli aneddoti produttivi.
Moderatore dell’evento, il lucido ed ironico Filippo Mazzarella.
Un cielo minacciosamente plumbeo ha preannunciato l’irreparabile: la calda pioggia di luglio ha significato il classico cambio di sede per la serata, convogliata al cinema Excelsior.
Pubblico divertito e partecipe per il lungo tuffo nel passato che ha rinverdito, con ampi materiali d’epoca, gli anni gloriosi di Carosello; personaggi amatissimi dal pubblico dell’epoca e comunque rimasti nell’immaginario collettivo, da Raimondo Vianello a Sandra Mondaini, a Lina Volonghi hanno insegnato anche ai più giovani il senso di un mondo attoriale ormai scomparso.
Una breve pausa e poi via con la lunghissima, altisonante sequela di cortometraggi da tutto il mondo: particolarmente crudele nella sua genialità il lavoro d’animazione organizzato da Run Wrake per il suo “Rabbit” che conferma la tesi di Franz Kafka secondo la quale tutte le fiabe sono crudeli ed intinte nel sangue.
Una strampalata e tragicomica squadra di calcio è protagonista del corto spagnolo “Maxima Pena” di Juanjo Gimenez Pena: certo il nevrotico allenatore non è meglio di loro, visto che omette il funerale del padre per seguire le sorti della sua improbabile Armata Brancaleone.
Veramente deliziosa la serata romantica pensata dalla francese Cecil Vernant per i tredici ed oltre minuti del suo “Le diner”: un racconto sintomatico dei rapporti di coppia e degli annessi malintesi.
Di nuovo nei sentieri irrequieti del cinema di animazione per il corto belga “Le portefeuille” di Vincent Bierrewaerts, dove l’occasionale ritrovamento di un portafoglio è pretesto narrativo per una piccola favola stilizzata.
Menzione particolare per il sogno-incubo quasi psichedelico pensato da Jan Koester per il suo “Our man in Nirvana”: un cartone animato trasformato in vero e proprio “trip” inerente la vita delle rockstar.
Il particolare occhio cinematografico surreale e grottesco tipico di certo cinema iberico rivive in “Cuadrilatero” di Josè Carlos Ruiz, ma stavolta tutto è inserito in una chiave sentimentale e romantica.
Mai come in questa edizione di Maremetraggio ci sono stati numerosi cortometraggi dedicati al tema della integrazione razziale, o meglio della sua negazione; per il regista di origine svedese Cameron B. Alyasin la materia va però inserita in uno specifico contesto privato e psicologico.
Titolo del lavoro, molto apprezzato dal pubblico in sala, è “Aldrig en absolution”.
Per il suo percorso filmico a base di intrecci sentimentali, il regista svedese Jonas Odell ha scelto dei protagonisti che non hanno né volto né corpo; apprendiamo solo di loro le età anagrafiche ed il diverso approccio nei confronti della fatidica “prima volta”: succede in “Aldrig som forsta gangen!”.
Una figlia disperata intrisa di altrettanto disperato amore nei confronti del padre squilibrato è plausibile protagonista del lavoro francese “Comment on freine dans une descente?”; si tratta di una delle opere meglio recitate e sceneggiate tra quelle in cartellone quest’anno.
Il senso di desolazione e di solitudine viene restituito con lodevole capacità narrativa.
Quasi un’allucinazione bellica, sormontata da un’angoscia senza freni è il fiore all’occhiello del cortometraggio ungherese “Elobb – Utobb”, dove la macchina del tempo viene usata con fini terrificanti e non tali comunque da risolvere il dilemma atavico del rapporto tra l’uomo e la guerra.
Appuntamento a martedì…. Sperando nella clemenza dei rubinetti del cielo!

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DIARIO DI BORDO DI DOMENICA 1 LUGLIO

TRA AZZURRE MALINCONIE E VIAGGI NEL TEMPO
Gli Italiani festeggiano il primo giorno di luglio fiondandosi al mare come sacrosanto, a maggior ragione è stata una graditissima sorpresa trovare gremito il Maremetraggio Village per una domenica mattina all’insegna dell’approfondimento cinematografico.
Una voce ( ed una penna ) lucida come quella di Maurizio Cabona è quanto serve per moderare un dibattito impegnativo come quello intitolato “Serbia : ieri, oggi e domani”.
Ancora freschi della bella visione del nuovo film di Dusan Milic “Gucha!”, abbiamo incontrato il medesimo regista che si è contraddistinto per disponibilità e simpatia.
Nodo nevralgico della dotta conversazione, i rapporti produttivi e distributivi che in questi ultimi anni hanno contrassegnato con i loro cambiamenti la cinematografia dei paesi dell’ Est.
Mentre i telegiornali ci narrano di spiagge infuocate e temperature decisamente fuori dalla norma,
passiamo da un pomeriggio torrido alla fresca soireé del giardino pubblico.
Presenze femminili da segnalare: la bionda e simpaticissima Chiara Sani, tra le protagoniste del film di Mariantonia Avati “Per non dimenticarti” e la stessa regista reduce da una prova aurorale riuscita; inizia poi la consueta serie di assortiti cortometraggi internazionali, alcuni dei quali a nostro avviso tra i migliori visti in questa edizione del Festival.
Un ambiente opprimente, freddo e grigio circonda il ragazzino protagonista del corto italiano di Gianclaudio Cappai “Purchè lo senta sepolto”: una straziante riflessione sulla morte e sul destino dei viventi, adulti o minorenni che siano.
La Parigi cara ai cuori sensibili è quella della Torre Eiffel, dei film minimalisti di François Truffaut, delle canzoni indimenticabili di Charles Aznavour e di Gilbert Becaud; tutto questo mondo rivive in “Comme un air” del francese Yohann Gloaguen: una canzone lunga nove minuti fischiettata da innumerevoli personaggi.
Fu per primo Vittorio De Sica a teorizzare il talento naturale e destrutturato degli adolescenti: della storica lezione si ricorda Jan Wagner per il suo fulminante “Porno” : un minifilm che la dice lunga sui primi tormenti sentimental-sessuali, aggiungendo come asso nella manica un finale di rara poesia.
Già segnalato durante alcuni festival di cinema Fantastico, arriva sullo schermo di Maremetraggio l’inquietante apologo de “La guerra” della coppia Luiso Berdejo – Jorge C.Dorado: ancora un bambino come protagonista, vittima di un destino terrificante che condanna l’evento bellico come massima forma di ottusità dell’uomo.
Cinema tutto al femminile con il corto di Petra Schroder “Knospen Wollen Explodieren”: proviene dalla Germania ed è quasi un mediometraggio dai contorni fiabeschi, quasi una versione sarcastica e provocatoria delle fiabe dei Fratelli Andersen.
Giocato invece sul sempre attuale tema del rapporto tra gli uomini e gli animali è il cortometraggio “Carlitopolis” di Luis Nieto: spassoso divertissement con protagonista un topolino da laboratorio, Carlito appunto, che viene centrifugato dalla pazzia medica di un giovane sperimentatore.
Torniamo in Italia con due giovani protagonisti dell’altrettanto giovane cinema italiano, molto amati dal pubblico e non debuttanti per quanto riguarda il cortometraggio: parliamo di Cecilia Dazzi e Valerio Mastandrea, protagonisti di una mancata lìasonne sentimentale nel piacevole lavoro di Stefano Chiodini “Sotto le foglie”.
Simpaticissimo nella migliore tradizione dei cortometraggi d’animazione, il cane paranoico inventato da Bill Plympton : si aggira in un pandemonio dove animali e uomini seguono un codice comportamentale parossistico e survoltato.
Seconda parte di serata in grande stile con la proiezione del già menzionato “Per non dimenticarti” di Mariantonia Avati presente ad un incontro con il pubblico al Maremetraggio Village nella mattina di lunedì.
Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI SABATO 30 GIUGNO

L’EUROPA TRA LE BRACCIA, A DUE PASSI DAL MARE…
Sabato 30 giugno 2007: il caldo che non dà tregua sigla anche l’ultimo giorno del mese, ma per “la gente di cinema” è un’altra giornata da ricordare.
Stavolta è l’Europa che parla attraverso un respiro non solo azzurro ma multicolore: salgono infatti in cattedra al Maremetraggio Village i protagonisti del CEI Day, capitanati dal Direttore Generale Amb. Harald Kreid; l’occasione è quella giusta per parlare di cinema a tutto campo, grazie anche alla presenza dei cortisti della Sezione CEI appunto, e del regista Dusan Milic su cui avremo modo di tornare in seguito.
Un incontro segnato da una forte presenza di pubblico evidentemente interessato alle dinamiche anche politiche che muovono i registi e gli autori dei paesi lontani.
Primo pomeriggio dedicato al giovane Andrea Andolina ed al suo cortometraggio “I migliori talenti vengono a galla: 60’’ per Maremetraggio”; simpatico e disponibile, con un linguaggio giovane ed irresistibile Andrea ha raccontato la sua esperienza nel mondo dei cartoons, quasi una vocazione accompagnata da un forte senso del cinema.
Sempre attenta all’utenza più giovane, l’organizzazione di Maremetraggio ha ospitato in Piazza S. Antonio verso il tramonto la classe V della Scuola Primaria “G. Mazzini” di Beivars (Udine): piccoli grandi attori in erba protagonisti del corto “Dall’incanto magico delle colline friulane…la storia d’amore di Romeo e Giulietta”.
Una corsa contro il tempo, poi, per chi di Maremetraggio vuole assaporare ogni goccia: alle ore 20:00 al Cinema Ariston è già tempo di cortometraggi internazionali, mentre alle 21:00 in un Giardino Pubblico contrassegnato da un record di presenze, si dà spazio alla premiazione ufficiale della Sezione CEI.
Piena consacrazione per il cortometraggio “Soldat” di David Peros Bonnot.
Fuoco alle polveri per una rassegna senza fiato di cortometraggi internazionali: davvero una gran bella serata di cinema scandita da autori molto diversi gli uni dagli altri.
Stavolta li elencheremo in ordine sparso, creando una sorta di bric-a-brac cinematografico dai tratti funanbolici.
Partiamo dal sentiero italiano con lo spassoso, irrisistibile “Papà, fattene una ragione” di Alessandro Giglio, variopinta e tragicomica fiaba gay dai risvolti grotteschi: un esempio di mini-commedia all’italiana di eccellente livello.
Assolutamente antitetico l’assunto bellico e tristemente morale del già citato corto d’animazione “Soldat” di David Peros Bonnot: una riflessione desolata sul Potere e sulla stupidità della violenza umana.
Quante cose possono succedere in un ascensore, se protagonista è una coppia di innamorati? Mille piccole scintille di relazione vengono incastonate tra le porte di un freddo mezzo meccanico, grazie al talento di Chavdar Cher.
Una spiaggia desolata è poco simile ad una cartolina turistica fa da sfondo al triste brindisi dei fidanzati diretti con sensibilità da Marian Crisan in “Happy New Year”: 7 asciutti minuti di disgregazione sentimentale.
Sottile e sorprendente la furia distruttiva delle mani che agiscono in “Yellow Pages” di Gunter Puller: detto per inciso uno dei corti più apprezzati dal pubblico.
Ancora animazione di eccellente livello per “Ark”, cupissimo apologo esistenziale diretto da Grzegorz Jonkajtys, un film che fa riflettere sull’ecatombe sociale e morale a cui tutti assistiamo inerti.
Di nuovo protagonisti…di carta per “Nightingale and the King” di Bertrand Shijaku: un tuffo nell’Oriente fiabesco delle tradizioni monarchiche viste attraverso un occhio cinematografico quasi spirituale.
Deliziosa l’idea narrativa all’interno dei cinque minuti filmici di “We are what we lost”, dal riuscito scenario agreste.
Presente anche in carne ed ossa durante i dibattiti inerenti il premio CEI, la giovane autrice Slobodanka Radun ha visto finalmente proiettato il suo corto “Little Tempations”, che rinsalda la convinzione di una cinematografia proveniente dai paesi dell’Est articolata ed indipendente.
Ancora una donna dietro la macchina da presa per “Prisera” di Micaela Ostadalova: sull’ottica femminile cinematografica, che rappresenta un mondo a sé, sarà bene prima o poi compiere uno studio approfondito.
Denudare i sentimenti, denudare il corpo, posizionarsi senza preconcetti: in qualche modo è questa la linea di condotta di “Strip Tease” di Atila V. Nagy.
Ancora, una riuscita prova cinematografica nel consueto lampo di secondi di un cortometraggio, per “Da bom lazje nosil” di Frank Copik.
Presente in sala e quasi disarmante per la sua semplicità, il regista Dusan Milic ha completato la serata grazie all’anteprima nazionale del suo nuovo film “Gucha! – Distant Trumpet! “.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: il film è bellissimo e centrato, e passa in rassegna uno per uno i temi più importanti della cinematografia dell’
Est: una storia d’amore tra giovanissimi, l’ostilità del padre di lei, la violenza e l’ottusità che diventano da un contesto privato un macroscopico conflitto di etnie, un happy end che è contemporaneamente segnale di speranza per la comprensione tra i popoli.
A rendere più lieve una materia così importante è la musica: musica ovunque praticamente dall’inizio alla fine, tra orchestre rivali e grandi bagni di folla, fiere e fuochi d’artificio: quasi l’apologia di un mondo agreste e scevro da contaminazioni che resiste alla tecnologia.
Milic non dimentica la grande lezione di Kusturiza, ma vi apporta caldi segnali personali che fanno benissimo sperare per le sue prove future.
Appuntamento a domenica primo luglio, per inaugurare il nuovo mese con una copiosa giornata all’insegna del cinema internazionale.
Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DI VENERDI’ 29 GIUGNO

METTI UN PO’ D’AZZURRO NEL TUO BICCHIERE !
Una struttura bianchissima, un sole costante e forte, una Piazza S.Antonio colorata dal ricco popolo di passanti del venerdì pomeriggio: ecco lo scenario dell’inaugurazione ufficiale di Maremetraggio 2007.
Andata ” in onda ” appunto venerdì 29 giugno dalle ore 18.30, l’anteprima ha registrato tantissime presenze sotto il tendone, brindisi a ripetizione fino quasi all’ora di cena, ed in un soffio è già ora di posizionarsi al Giardino Pubblico.
L’inizio delle ricchissima serata è all’insegna del divertimento tutto italiano: prima il cortometraggio d’animazione del giovane Andrea Andolina ( un amico di Maremetraggio ), serve a scaldare gli animi e tra l’altro si avvale della voce narrante di un grande attore come Omero Antonutti, e di un piccolo grande genio dell’operetta come Riccardo Peroni.
Già protagonista la scorsa edizione del corto ” Buongiorno ” torna a Trieste l’irresistibile Domenico Lannutti dalla mimica inconfondibile; l’occasione è propizia per presentare gli altri due corti che compongono una trilogia diretta da Melo Prino, vale a dire ” Buonasera ” e ” Buonanotte “.
Approdiamo in territorio estero con il corto ” 37 Ohne Zwiebeln ” del tedesco Andrè Erkau: partendo dal presupposto che la clessidra del tempo può anche perdere la sanità mentale, eccone applicato un esempio nel mondo impiegatizio; Surreale e non comune la regia.
A metà tra i graffiti metropolitani e la satira di costume si situa il corto inglese ” City Paradise ” della giovane autrice Gaelle Denis: funambolico e visivamente spettacolare.
Di tutt’altra matrice la piccola parabola fantascientifica del norvegese Bobbie Peers: narrà con stile a metà tra l’ironico e il partecipe una strana storia di stivali gravitazionali; azzeccata la scena in cui il giovane regista rifà il verso allo Stanley Kubrick di Full Metal Jacket.
Menzione particolare per il poetico e romantico corto francese ” Chahut ” di Gilles Cuvelier, che racconta con toni lievi le peripezie d’una povera ” maschera ” abbandonata sola a carnevale.
Una metafora sulla vecchiaia e sull’esistenza che porta a scelte estreme è spunto fondante del mini film svedese ” En God Dag ” di Per Hanefjord, capace anche di momenti di pura suspance.
Il sogno di Icaro è sempre stato quello di volare: nella coproduzione franco-canadese ” Historia tragica com final feliz ” si racconta tramite l’animazione di una tenerissima ragazza uccello; dirige di nuovo una donna, la giovane Regina Pessoa.
Aperto ad ogni considerazione il cortometraggio ” Nasja ” di Guillermo Rios Bordon, proveniente dal lontanissimo, adirittura dalle Isole Canarie.Controversa è la materia cha parla di diritti negati alle donne e di infibulazione, a tratti affiora la retorica anche se probabilmente in buona fede.
Il tema degli extracomunitari e del loro rapporto con la religione prende corpo nel cortometraggio ” Zacaria ” diretto a quattro mani da Gianluca e Massimiliano De Serio: un modo quasi minimalista di spiegare quello che in occidente è difficilmente spiegabile.
Si torna a tematiche senz’altro più leggere con ” Dreams And Desires ” di Joanna Quinn, che posiziona una telecamera sulla schiena di un cane che ne combinerà di tutti i colori.
Temi scottanti come l’identità infantile e quella adulta e la pedofilia sono invece materia per ” Compito in Classe ” di Daniele Cascella che in chiave anticonsolatoria racconta una storia di soltudini appuntamento a domani per le prossime ricche proiezioni!
Riccardo Visintin

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DIARIO DI BORDO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL 26 GIUGNO

UNA MATTINA, UN ALBERGO, UN’ONDA AZZURRA DI CINEMA….
Martedì 26 giugno 2007, Hotel Continentale a Trieste: il nuovo, lunghissimo ed azzurro percorso di Maremetraggio comincia qui, tra turiste straniere bionde incerca della Libreria Saba e gruppi di adolescenti ora immuni da impegni scolastici.
Una conferenza stampa trascina con sè, di solito, un’aura di ufficialità un pò polverosa ed antipatica: non è mai così a Maremetraggio, dove appassionati di cinema, addetti ai lavori e giornalisti si riconoscono e si salutano all’insegna del motto “ancora qui, dopo un anno…”
Nonostante la mole di materiale da illustrare, le organizzatrici del festival Maddalena Mayneri e Chiara Valenti Omero si sono distinte per concisione!
Due le sedi artistiche della manifestazione, il Cinema Ariston e l’arena estiva del Giardino pubblico, due sedi pronte a bombardare simpaticamente di immagini il pubblico triestino.
Una nuova, centralissima, inedita location per gli incontri e i dibattiti sarà rappresentata dalla Piazza S.Antonio, che ospiterà il Maremetraggio Village, vero e proprio… paese dei balocchi di celluloide!
Una nuova presentatrice, Sara Del Sal, assicurerà quella ventata di giovanile entusiasmo che rappresenta il nirvana di ogni manifestazione culturale;
Una sezione inedita dedicata ai cortometraggi d’animazione si è resa necessaria perchè- come ha sottolineato Chiara Valenti Omero- ne vengono prodotti moltissimi di eccellente fattura.
Naturalmente largo e giustificato orgoglio per il successo della rassegna “Gli sguardi di Laura” dedicata a Laura Morante e tuttora in fase di svolgimento al Cinema Ariston: antipasto d’argento in attesa del… pranzo d’oro, cioè l’incontro vero e proprio con l’attrice previsto per la prossima settimana.
Riflettori puntati, con trepidazione, sul daily cartaceo che quotidianamente informerà i triestini su tutto quanto concerne Maremetraggio 2007, comprese le ultimissime novità: una bussola indispensabile.
Rimane invariato il contributo prezioso del webmagazine Fucine Mute, mentre molti supporti multimediali, da Sky a Radioattività, seguiranno gli eventi.
Alla fine, brindisi all’aperto per tutti, in attesa che l’avventura inizi!

Riccardo Visintin

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