“PER AGNESE”, per il Cinquantenario del rientro di Trieste all’Italia

NOTA INTRODUTTIVA

Una storia minima, nuove invasioni. La memoria è frutto del passaggio di una collettività, la marca che un gruppo di persone ha saputo dare al luogo che occupava. La collettività è però composito di vite singole, vite dai percorsi singolari ed eterogenei, non strettamente legate a un luogo o un passato unico ma trasversali ad esso, tangenti. Che cos’è allora la memoria e come questa può divenire collettiva? Nell’incrocio forse, quando i ricordi singoli vengono iscritti in un substrato comune, e quando le esperienze private divengono humus per la memoria collettiva. A volte mi è capitato di infilare il piede in questo solco e di averlo seguito per un buon tratto, mi ricordava quello lasciato dagli aratri prima di seminare. Se l’inverno non sarà troppo rigido qualcosa crescerà.

SOGGETTO

Prologo

Trieste, Maggio 45

La città ancora scossa, i Titini, cacciati i tedeschi, si apprestano ad occupare interamente Trieste. Nel frattempo anche le truppe alleate, ormai superato il Tagliamento, si avvicinano velocemente al capoluogo.

Una ragazza chiusa nella sua camera attende febbrile lo svolgersi degli eventi,  il baccano dalla strada fa eco alle voci concitate dei famigliari.Qualcuno dev’essere entrato in casa, rumori di passi che salgono le scale. La porta della stanza si spalanca improvvisa. Sulla soglia un giovane soldato, << Americano?>>  Domanda la ragazza. Pronta la risposta  <<New Zeland, Misses>>

Passano alcuni anni da quell’incontro, le truppe alleate lasciano Trieste allo Stato Italiano. Ritornano tutti in patria. Con loro se ne và anche la ragazza, lascia una casa, un padre, una sorella.

Nuova Zelanda, maggio 2004

Un uomo di mezz’età sta preparando una valigia. Parte per l’Italia.Ha appena ereditato una vecchia casa, proprietà della madre appena scomparsa. L’intenzione e quella di vendere l’immobile e tornare indietro appena concluso l’affare.Una giornata particolare gli farà forse cambiare idea.La casa che trova a Trieste non è del tutto vuota, la zia materna che non ha mai smesso di abitare lì, si è attardata a trasferirsi. E’ la prima volta che si vedono, forse non si ricordavano neppure della reciproca esistenza. L’incontro non è dei migliori. La signora ormai in là con gli anni è una piccola zitella che da un po’ di tempo non c’è più con la testa, solo adesso nell’impossibilità di mantenere la casa da sola si è decisa di appartarsi in una casa di riposo. L’uomo, spaesato e dall’àplombèe anglosassone, intende a malapena l’italiano, abbastanza però per capire di essere ormai l’ultimo parente dell’anziana signora. Tocca perciò a lui accompagnarla alla sua nuova dimora.Caricata l’auto i due si mettono in carreggiata, l’uomo per giocoforza alla guida, la signora al suo fianco in un imbarazzante silenzio.Le incomprensioni linguistiche, la convivenza forzata e soprattutto la guida a destra non mettono a suo agio il conducente che poco dopo la partenza finisce fuori strada. L’auto è in panne, ai due non resta che attendere l’arrivo di un carro attrezzi.Il viaggio si è interrotto in un luogo conosciuto dall’anziana, un posto che già molti anni prima soleva frequentare. Un luogo molto bello, sopra la città, di fronte al mare.Tutti i giovani ci andavano, tra questi, secondo le parole della vecchia, anche il padre e la madre dell’uomo. I due si incamminano nella stessa direzione, ciò che lui ora vede, dinanzi a sè, oltre le spalle dell’anziana è proprio lo stesso mare, le stesse rocce, lo stesso ripido scosceso  che vedevano tempo addietro i suoi genitori. Per un momento gli sembra molto bello, per un momento gli pare tutto molto famigliare e a guardar bene il profilo di quell’anziana signora è uguale a quello di sua madre. Il clacson del carro attrezzi lo richiama dai suoi pensieri, è ora di ripartire. Prende la mano alla signora e l’aiuta a rimettersi in cammino.La casa di riposo è vicino, dopo pochi minuti sono già là, non c’è che il tempo per un breve saluto, poi i due si devono lasciare.L’uomo ritorna nella sua nuova casa, vuota come non lo era mai stata.  Con lo sguardo si mette ad abbracciare tutte le pareti e con i passi misura la lunghezza delle stanze. Passa in rassegna una a una tutte le finestre, con piacere nota che anche da qui si vede il mare.Ma qualcosa è cambiato, l’uomo stenta ad andarsene, si sofferma troppo, indugia ad ogni passo…troverà qualcosa che forse gli farà cambiare idea…

SINOSSI

Trasloco di oggetti ma soprattutto scambio di memorie, memorie che si sedimentano nel terreno,  non si affievoliscono nemmeno dopo cinquant’anni. Resistenti.Due personaggi dai percorsi opposti, così lontani ma così simili si incontreranno per passarsi questo testimone. Nessuno vincerà, non è una gara ma la corsa continua, continua perché qualcuno è ancora disposto a ricordare. Storia di eredità e di tempi che ritornano. Il ricordo di una cosa è una memoria di tutti, la fine di una cosa è l’inizio di quella successiva.

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