Diario di bordo di martedì 30 giugno

Si chiama scirocco il vento caldo che soffia dal deserto, impedendo la concentrazione e annebbiando i pensieri. Anomalia estiva o sberleffo metereologico, comunque sia persiste ed è compagno di viaggio (insieme alla pioggia) di questa lunga avventura
denominata Maremetraggio 2009.

Martedì all’insegna del richiamo sociale e dello sguardo sul dolore umano: in contemporanea alla Casa Circondariale di Trieste ecco due visioni
da custodire in una scatola segreta della memoria: “Come un uomo sulla terra” a firma del talentuoso terzetto Andrea Segre – Dagmawi Ymer – Riccardo Biadene. Videodocumentario di urgente necessità e fattivo valore, per capire quello che in tanti si ostinano a non voler capire: che sia Libia oppure un altro Paese, il codice comportamentale è lo stesso, e riguarda la volontà di certi uomini di sconfiggere il sopruso e l’ignominia.

Ricerca storica e culturale , un’attenzione quasi millimetrica alla genetica del mondo rurale: questi i segnali distintivi del film “Piazzati” di Giorgio Diritti, già conosciutoa Maremetraggio per il bellissimo, evocativo “Il Vento fa il suo giro”. La sua nuova creazione è un vocabolario d’istruzione sui confini e sui comportamenti degli umani, nello stile dell’autore che non è uomo da facili retoriche.

Tardo pomeriggio, invece, tutto dedicato alle donne: l’altra metà del cielo presenta il Concorso Internazionale di Scrittura Femminile “Città di Trieste”,e tra tanti frammenti di poesia sparpagliati generosamente come piccole mimose, l’ultimo viene letto proprio dalla Presidente del Festival Maddalena Mayneri.

Ricollocati al Giardino Pubblico dopo gli scherzi acquatici ,possiamo concentrarci sulle proiezioni, un bicchiere di menta verdissima tra le mani.

Dolcissima ma ostinata, una gracile vecchina ha un solo pensiero in testa: rifocillare il suo cagnolino, che non è proprio bestiola da Salone di Bellezza Canina. Peccato che attorno a lei le pareti del supermercato trasfigurino diventando più temibili delle mura di Alcatraz… Animazione di eccellente qualità, per due giovani burattinai di talento a firma Marcos Valìn e David Alonso (Spagna). Il titolo è “Atencìon al Cliente”.

Se Roberto Benigni ne “La vita è bella” riusciva a verniciare di rosa gli orrori abnormi del nazifascismo, la componente favolistica è quasi assente nel
cortometraggio “Spielzeugland”di Jochen Alexander Freydank (Germania) dove nuovamente i bambini sono pedine di un gioco a scacchi tragico, tormentato. Parlare in termini surreali della maternità è impresa da far tremare i polsi: bisogna possedere coraggio, inventiva, persino una scintilla di autentica cattiveria.
Il pubblico in sala è un pò sconcertato, perchè vedere una donna ficcare in lavatrice il proprio infante non è spettacolo piacevole: cotanta audacia è firmata Spagna, il film si intitola “Primer Domingo de Mayo”, gli anacronistici autori Martìn Romano e Inaki Antunano.

Co- produzione tra La Spagna e la Svizzera, “Un Dìa Y Nada” di Lorenz Merz è pieno di buone intenzioni ma manca sostanzialmente il bersaglio. Vorrebbe essere un racconto incrociato e spendere miele e veleno in un colpo solo, ma nonostante l’impegno rimane irrisolto.
Alberto Garcìa Martin è un giovane cineasta spagnolo che possiede il gusto del paradosso; lo aiutano interpreti duttili quali Jorge Bosch e Roberto Alvarez, individui quanto meno originali che partono dalla ricerca degli occhiali di Woody Allen e finiscono a sproloquiare sui massimi sistemi.
Capita in “Las Gafas”,e stavolta in sala si ride a sirene spiegate.

Merita più di un applauso di quelli con l’eco “Smàfuglar” di Rùnar Rùnarsson, che dai ghiacci dell’Islanda porta un souvenir d’ambra che parla di primo amore, di linguaggio adolescenziale e di sesso, di confusione e diversità: qualche lacrima fugace sulle guance degli spettatori denota piena approvazione popolare.

Ancora molta poesia per “Felix” di Andreas Utta, dove l’incomprensione tra genitori e figli sfocia nella romanticissima storia d’amore tra una ragazzina
sorda e un quasi adolescente che finge di esserlo. Paese di produzione, la Repubblica Tedesca.

Veloce e stordente come un giro di giostra, ecco “Surprise!” di Fabrice Maruca, gioco degli equivoci dove un microcosmo casinista combina danni a ripetizione.

Animazione avveniristica e stralunata per “Berni’s Doll” di Yann J. dove un ometto si autocostruisce una donna virtuale ma ne resta orfano dopo tante tribolazioni.

“La ritirata” di Elisabetta Bernardini sarebbe piaciuto a Pupi Avati, ed è un accorato apologo sulla guerra, sul mondo contadino e le sue scintille d’amore.

Conclude la serata “Il cuore all’improvviso” di Chaterine Mc Gilvray, e di come le donne raccontino bene l’amore e non solo, parleremo in un prossimo futuro.

Appuntamento a mercoledì sera.

[b]Riccardo Visintin[/b]

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