FOOD
Il cibo è un bisogno primario quotidiano. E la consegna di cibo a domicilio sta diventando una delle forme più banali per soddisfare questa necessità nella realtà urbana. Alla base di tutto c’è il dialogo tra i due protagonisti di questo processo: chi ordina e chi consegna, natura e flusso della transazione…
regia/director péter fazakas sceneggiatura /screenplay péter fazakas fotografia/cinematographer tamás lajos musica le hammono inferno suono stereo cast/cast hermina fátiol genere /genre fiction formato originale/original format 16 mm – color durata/running time 4’ 33’’ anno di produzione 2003 paese di produzione/country of production ungheria/unghery produzione/production filmpositive productions |
BIOGRAFIA Nato a Budapest nel 1967, Péter lavora alla regia di spot pubblicitari dal 1997. Ha studiato Lingua Inglese e Audiovisivi presso l’università ELTE di Budapest. Ha lavorato anche come attore e copywriter.
SINOSSI Il cibo è un bisogno primario quotidiano. E la consegna di cibo a domicilio sta diventando una delle forme più banali per soddisfare questa necessità nella realtà urbana. Alla base di tutto c’è il dialogo tra i due protagonisti di questo processo: chi ordina e chi consegna, natura e flusso della transazione. Ma non questa volta. In questo contesto dal cibo scaturisce un conflitto esistenziale quotidiano che congiunge i due estremi (chi trasporta e chi riceve) in un duello psicologico snervante. Il ragazzo delle consegne è un omone istintivo e sudaticcio che svolge un lavoro praticamente fisico. Il suo nemico è una ragazza apparentemente fragile, forse interiormente frustrata, ma fredda come il marmo e provocatoriamente sincera nei confronti del prossimo. Tra i due è il ragazzo delle consegne ad essere meno preparato allo scontro ed è lui che accusa maggiormente il colpo. Non è in grado di capire né di sostenere le domande inquisitorie su un processo tanto semplice e ovvio come quella della consegna. Il “colpo di grazia” esistenziale della ragazza è il più crudele in assoluto: gli rinfaccia la sua sprezzante percezione di quello che il ragazzo rappresenta ai suoi occhi. La terribile arma usata è una dei più potenti simboli dello stile di vita metropolitano: la plastica. L’uomo si allontana distrutto, ma consolato dalla sua carnefice. La ragazza, infatti, resta lì e mangia. La transazione è completa. La vita continua, al ristorante arrivano nuovi ordini, la plastica sopravvive. |
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