Poliedrico, intraprendente, caparbio, lungimirante. Gabriele Mainetti, quarantacinque anni di Roma, laureato in Storia e Critica del Cinema, formatosi in corsi tecnici di vario genere, via via attore (dal 2000 al 2011 si fa notare in serie top Rai-popolari (Un medico in famiglia, Stanno bene insieme) e crime-musicista, sceneggiatore, produttore (dal 2011 con la sua Goon Films) e naturalmente regista. Sette i suoi cortometraggi dal 2003 al 2016 fra i quali i premiatissimi Basette e Tiger Boy (ai premi nazionali Nastri d’Argento e David di Donatello, il secondo arriva fino alla shortlist degli Oscar). Quindi i film Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) che ottiene candidature e premi in quantità sorprendente, e Freaks Out (2021) in Concorso alla Mostra di Venezia e quest’anno nominato copiosamente ai David (con premi nelle categorie produzione, fotografia, scenografia, trucco, acconciature, effetti visivi) e ai Nastri (vinti per scenografie, costumi, montaggio). Il suo Jeeg Robot ideato e scritto col sodale Nicola Guaglianone ha dovuto aspettare anni per realizzarlo, alla fine lo ha “chiuso” con sforzi davvero personali, poiché produttori e broadcasters non credevano a una storia su un semi emarginato quarantenne improvvisamente dotato di poteri da supereroe “teverino”. L’ambizioso Freaks Out ambientato nella devastata Roma bellica 1943, protagoniste quattro creature fuori norma che vagano in cerca di rifugio e di se stessi dopo che il circo che li utilizzava si è letteralmente dissolto e il suo proprietario ebreo dato alla fuga, è un altro esempio di sua sana follia narrativa non esente da saliscendi drammaturgici ma di originale impatto tecnico-visivo e alieno da altre tipicità fantasy noir comiche Made in Italy. Gabriele Mainetti dunque lavorando con tocchi sostanziali di anomala verosimiglianza sull’immaginario del fumetto già dal suo corto Basette ispirato al manga Lupin e ovviamente nei suoi lungometraggi, è un atipico polivalente autore del presente, sorta di pentatleta della macchina cinema che va veloce, in alto, in lungo, lancia scenari e interpreti, punta a lunghe distanze narrative. Le imprese non lo spaventano, i “pubblici” sono il suo riferimento, il cuore sempre giovane dei personaggi gli dà ritmo narrativo. Aspettiamoci da lui altre donne incredibili, altri umanissimi mostri. O chissà cos’altro da fare emergere in questo eterno presente.
Maurizio di Rienzo
Biografia Gabriele Mainetti
Gabriele Mainetti (Roma, 1976) è un regista, attore, compositore e produttore cinematografico. Dopo aver realizzato i corti Basette, selezionato al Festival di Locarno, e Tiger Boy, entrato nella shortlist della nomination all’Oscar, nel 2015 dirige Lo chiamavano Jeeg Robot, prodotto dalla sua Goon Films e vincitore – tra gli altri riconoscimenti – di sette David di Donatello, due Nastri d’Argento, 4 Ciak d’Oro e del Globo d’Oro. Freaks Out è il suo secondo lungometraggio.
2021 Freaks Out
2015 Lo chiamavano Jeeg Robot
2012 Tiger Boy
2008 Basette

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