Diario di bordo – Day 5

Martedì 5 luglio – Day 05

Il vecchio uomo si addormentò e sognò di essere una farfalla…o forse era una farfalla che sognava di essere un vecchio uomo addormentato”

Angelo Branduardi, cantautore italiano

Platea gremita di adulti e bambini, una massa colorata che non può non inorgoglirci, mentre viviamo le fasi più salienti della 17esima edizione dell’International ShorTS Film Festival di Trieste.

Si inizia con il cortometraggio inglese Help Point…nell’assolato parcheggio di un aeroporto un giovane uomo e una altrettanto giovane donna si accorgono di non sapere più dove è ubicata la loro rispettiva automobile; il tentativo di seduzione da parte di lui conosce preziosi ostacoli anche grazie al complotto dei sistemi di controllo.

Ghiaccio e neve per una vicenda che si svolge in alta montagna, molto suggestiva e gelida come la materia ecologica di cui si circonda.

Last Base di Aslak Danbolt corre su un binario ambiguo e l’attenzione dello spettatore resta sempre vigile per cogliere i veri connotati della storia.

Siamo poi fulmineamente sorpresi dai due minuti di OTTO a firma di Salvatore Murgia e Dario Imbrogno, quasi una esercitazione grafica che si segnala per un pregevole uso del Dolby Surround e per la frenetica accumulazione dei dati visivi.

Molto più lungo, invece, Per Anna di Andrea Zuliani, dove attraverso una accorta e partecipe regia siamo inseriti nel mondo a forma d’acquario di un bambino muto.

La sensibilità di una piccola e dolce coetanea lo aiuterà a comunicare mentre tutt’in torno vive un tipico paese del Sud, tradizioni e riti compresi.

Kak da nadebeleem zdravoslovno di Kevork Aslanyan ci trasporta in un mondo impazzito dove i personaggi lievitano in aria facendosi beffe della legge di gravità, e dove esistono strane diete per prendere peso.

Un Hellzapoppin’ dei giorni nostri con una eccellente grana narrativa.

Si snoda attraverso introversioni e realtà omesse la parabola verbale del cortometraggio Elena della coppia Le Floc’h – Pinto Monteiro che ambienta in Belgio una vicenda meno evanescente di quanto si potrebbe supporre.

Possiamo parlare di estetica gay, ma in questo caso manipolata per il cinema d’animazione, descrivendo Lady of the Night di Laurent Boileau…elegantissimo nella fattura come una copiosa porzione di Saint Honoré.

Dietro questo elegante drappeggio di sete e di velluti, ci sono però anche altri risvolti umani.

Con la boca cerrada di Anna Farré Añó rappresenta nuovamente una ricerca all’interno del mondo adolescenziale, evidentemente si tratta di una materia molto cara ai registi, ed anche in questo caso il risultato è notevole, anche considerando la delicatezza del tema trattato.

Avvolti in una scenografia fluttuante i protagonisti di Carapace di Flora Molinie vivono lo yin e yang della passione amorosa, un percorso accidentato che non possono evitare di attraversare.

L’autore di August, vale a dire Jeroen Perceval, sembra accompagnare per mano il suo giovane protagonista lungo i corridoi della crescita laddove i fiori che si colgono sono sovente irti di spine.

Mentre gli eleganti spettatori del Teatro Verdi escono dal medesimo, contribuendo ad arricchire di colori il paesaggio, scorrono sul megaschermo le immagini di The Smiling Man.

Lo dirige A.J. Briones ed è un autentico balzo nell’oceano grottesco dell’horror, quello arrogante e violento che piace a Sam Raimi, e la bambina protagonista aggiunge pathos con la sua neutra ed infantile presenza.

Successo inequivocabile delle ore pomeridiane per SWEETS4KIDS, che al cinema Ariston ha permesso al pubblico più giovane di tenere il timone del linguaggio cinematografico, e chissà quanti di loro ritroveremo nelle successive stagioni a dirigere, scrivere, realizzare quelle piccole o grandi rapsodie per immagini che tutti noi amiamo moltissimo.

Diceva François Truffaut che il cinema “arriva” indistintamente a tutti, una sorta di linguaggio universale che annulla le distanze, uguale per tutti, dall’Argentina alla Siberia.

Appuntamento a mercoledì sera.

Riccardo Visintin

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