Diario di bordo di venerdì 5 luglio

Il cielo è blu sopra le nuvole, cantavano illo tempore i Pooh; oggi pomeriggio verso le 15 la situazione sembra mutare verso il peggio, invece no, trattasi di falso allarme e bye bye  ai cattivi presagi metereologici!
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Presenza attesa, ecco finalemente a Maremetraggio Luca Marinelli, protagonista di una Prospettiva a lui dedicata, nelle sale del Teatro Miela; nonostante il bailamme degli avvenimenti che si succedono a ritmo vertiginoso, riesce anche a fare un salto in piazza  Verdi per salutare il pubblico.
La sua simpatica presenza, unita ad un’innegabile capacità artistica in divenire, predispone al meglio per la lunga serata di proiezioni.
Esiste vitalità cinematografica, verve verbale, voglia di confronto e di discussione, durante l’incontro pomeridiano con la Giuria del Festival e con alcuni autori.
Tanta buona discussione, di quella meditata, tra i tavolini del Caffè Verdi. Se sollecitato, lo spettatore è sempre un’inesauribile miniera di spunti e di riflessioni.
Avete mai sentito la voce incredibile di Mario Biondi alle prese con la cover di “My girl”? La ritroverete protagonista morale del bellissimo Ella di Ivan Montes de Oca: è la dimostrazione che l’amore sopravvive alle griglie incandescenti dell’età, una favola afroamericana d’animazione commovente e romantica.
Veramente gelida come una mannaia la gotica sindrome psichica al centro del corto francese L’accordeur di Olivier Treiner; un personaggio si finge cieco, ma è proprio nell’esasperante dicotomia tra realtà e finzione che si ritroverà in una palude metaforica  popolata da presagi di morte.
È il nostro Piero Messina a firmare La prima legge di Newton: anche qui un’ammirevole gemma consacrata alla passione in tarda età, alla lotta  alle convenzioni e alle difficoltà, in modo che vinca su tutto il Sentimento.
Sempre italiano il sogno agonistico pensato da Mario Piredda per Los aviones que se caen; s’inserisce nella tradizione dei racconti che fanno combaciare il tenero dell’infanzia con la ruvidezza ed il disincanto scolorato del mondo adulto.
I venditori ambulanti, spesso di colore, abitano le nostre strade e quasi non decodifichiamo la loro presenza; la coppia spagnola Del Olmo e Valledor sceglie una chiave satirica per raccontare un’altra storia di povertà sociale. Succede in Ngutu.
Chi ama le atmosfere claustrofobiche del thriller, quello a denominazione di origine controllata, non potrà che seguire con apprensione le vicende urbane dei protagonisti di Ombre di Emanuele Pica.
Tutto sembra sfuocato, incomprensibile, sappiamo solo, da spettatori, che lo spettro della Morte aleggerà tra un inseguimento e l’altro; eccellenti gli interpreti.
Znikniecie di Bartosz Kruhlik arriva dalla Polonia e fin da subito ci immerge in un catino gelato di atmosfere da brivido; c’è una sparizione in famiglia, l’angoscia di una madre, tutti i crismi di una storia che ha poi un voltafaccia inaspettato.
Evviva le pecore! Non popolano solo le notti dei sonnambuli, ma anche le surreali sequenze di Oh sheep! di Gottfried Mentor, autore tedesco.
C’è chi vuole dividerle a tutti i costi, sarà un grottesco massacro a base di botte in testa e vittime sul campo.
Dal Giappone arriva una storia della più pregiata perizia manifatturiera; davanti al cadavere mummificato della madre un giovane uomo che viene da molto lontano, sviluppa una sorte di dialogo interpersonale tra il mondo dei vivi e quello dei trapassati; la bianchissima luce del finale dimostra una conquista di dimensioni non ordinarie. Dirige Atsuko Hirayanagi, titolo del lavoro Mo ikkai.
Fa piacere ritrovare una straordinaria attrice teatrale come Erica Blank, per chi ama la prosa indimenticabile compagna di vita e di scena del compianto, grandissimo  Alberto Lionello. Qui presta il suo volto trasognato ad una vicenda di malattia mentale, di confessioni e agnizioni, che solo nelle ultime scintille temporali reimposta tutto il plot. Orgogliosamente, possiamo dire che è un lavoro italiano, intitolato La visita e diretto da Marco Bolla.
Senz’altro l’autore polacco Marcin Janiec ha tenuto presente la grande lezione cinematografica di Ingar Bergman e del suo “Settimo Sigillo”; in questo cortometraggio d’animazione due personaggi giocano a scacchi ed è sempre la stessa signora ad essere corteggiata, implorata, voluta: la Vita.
Le proiezioni sono finite, notiamo con grande piacere tante presenze straniere in platea, tanti spettatori uniti dal messaggio universale del Cinema; domani è sabato, giornata di premiazioni e festeggiamenti.
Ci sarà anche la notte bianca, iniezione salvifica di meeting ed appuntamenti sociali, attenzione al rush finale di Maremetraggio 2013, perché gli eventi sono tutt’altro che finiti!

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