Diario di bordo – Day 6

Mercoledì 6 luglio – Day 06

Mentre la foga calcistica dell’Italia si concede una catarsi liberatoria, abbiamo il piacere di irrompere una Piazza Verdi completamente coperta di spettatori.

Vale sempre la pena di osservare per qualche attimo questo colorato giardino umano, dove il materiale inerente il Festival viene sfogliato con curiosità, mentre la compagine più infantile aspetta ansiosamente la proiezione dei cartoni animati.

Partenza di ambito domestico – privato con Y mañana navidad, dove un non più giovanissimo signore sceglie una pranzo conviviale per smascherare il tradimento della propria compagna. Dirige Héctor Rull, a cui bastano nove minuti per stigmatizzare uno scottante tema interpersonale.

Avete mai pensato alla suggestione dell’acqua come elemento vitale, dove ci si può perdere, quasi un oasi salvifica per sopravvivere alle pugnalate del quotidiano? In Dans les eaux profondes di Sarah Van Den Boom succede proprio questo, in una vicenda che unisce l’omosessualità al pulpito vitale che è nell’embrione di tutti noi.

Non è mai scontato il rapporto umano che si crea tra persone esterne ad un nucleo familiare, la donna di servizio del cortometraggio El adiós di Clara Roquet comprende, dopo un lutto, che la sua vita all’interno di quello che sembrava un nido protetto, non sarà mai più la stessa.

Concedeteci uno slancio di orgoglio italico, ma dobbiamo confessare un amore incondizionato nei confronti della grande tradizione teatrale e cinematografica meridionale; come non definire eminentemente straordinaria la prova d’attore di Gianfelice Imparato, già apprezzato sul grande schermo ne Il divo e Gomorra.

Protagonista de La smorfia di Emanuele Palamara, l’eccellente Imparato copre il ruolo di un celebre cantante napoletano colpito da ictus; nella sua difficile giornata convivono i ricordi brucianti di un dolcissimo passato artistico e le intolleranze nei confronti di una moglie troppo oppressiva.

Soltanto nel finale scopriremo il vero affetto della protagonista femminile del cortometraggio. Palese l’apprezzamento del pubblico.

Di nuovo, l’elemento acquatico come passe – partout per raccontare le risorse degli uomini nei confronti della vita; un accurato uso dei silenzi e dei suoni molto più che della recitazione, consentono alla cineasta polacca Paulina Skibińska di vincere la propria sfida artistica intitolata Obiekt.

Momenti di pura emozione, una straordinaria direzione d’attori ed un messaggio disarmante nella sua unidirezionalità: la guerra va condannata in qualsiasi forma si presenti e da qualsiasi latitudine provenga.

Bravissima Sandra Ceccarelli, attonita spettatrice di scene di morte e di sangue, il suo ruolo da anziana vede come doppiatrice un nome sacro del miglior teatro italiano, la grande Marzia Ubaldi.

Credevamo che la satira clericale al cinema avesse conosciuto i propri risultati più pieni grazie ad autori come Pupi Avati (ricordate il suo vecchio classico “La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone” anno di grazia 1975), ma davanti a noi c’è qualcosa di altrettanto esilarante.

Alludiamo a Sous les soutanes di Michel Zarazir, dove uno strampalato gruppo di suore pasticcione si ritrova a dover salvare un corpulento monsignore dalle trappole di una mina occultata dal terreno.

Contesto completamente diverso per il grigio tunnel professionale dei due operai protagonisti di Mamci i udice…una regia quasi neorealista ci introduce in un ambiente dove i cambiamenti sono sempre irti di ostacoli.

Affronta una materia delicatissima Prends – moi di Anaïs Barbeau-Lavalette, dove si racconta con accorata partecipazione il diritto dei disabili ad avere una propria vita sessuale; l’ambiente ospedaliero ci restituisce un quotidiano che gronda disperazione ma anche estrema rivendicazione sociale.

Il principe di Davide Salucci è un cortometraggio d’animazione davvero molto divertente, che rielabora la vecchia cara leggenda del cavaliere sul proprio fido destriero, in chiave ironica e parossistica.

Azzeccate soluzioni visive a livello di painting ed una surreale scenografia dove i palazzi moderni e gli aeroporti vanno a braccetto coi ponti levatoi dei castelli medievali.

Beata potenza del cinema horror, una vedova nera sempre in agguato! Provate ad assistere a Tuck Me In di Ignacio F. Rodó e scoprirete come può bastare un solo minuto di narrazione per gelare l’atmosfera.

Con qualche brivido in più – assolutamente necessario in questa stagione di fuoco infuocato – ci soffermiamo a parlare con alcuni ospiti del festival, e sono momenti di impagabile comunicazione internazionale.

Appuntamento a giovedì sera.

Riccardo Visintin

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.