2007

Il tarlo della semplicità

L’opera prima di Alessandro Angelini, vincitore della sezione Ippocampo al festival Maremetraggio, indaga in modo originale la scissione tra la vita dentro e fuori dal carcere attraverso il vissuto dei diversi personaggi. Continua a leggere

Rassegna stampa

La rassegna stampa dell’edizione 2007 del Festival. Continua a leggere

Un percorso di ricerca

Fucine Mute intervista Laura Morante presente a Maremetraggio con una retrospettiva a lei dedicata. Continua a leggere

La musica del cuore

È stato il film musicale Guča! Distant Trumpet, una coproduzione tra Germania, Serbia, Bulgaria e Austria, ad aprire la sesta edizione di Maremetraggio, festival internazionale del cortometraggio e delle opere prime. Continua a leggere

DIARIO DI BORDO DI SABATO 7 LUGLIO

QUESTI POSTI VICINO AL MARE…
Più di una goccia di malinconia scende durante la serata di sabato: siamo nel pieno della festa conclusiva di Maremetraggio 2007 allo stabilimento balneare Sticco, ed è decisamente tempo di bilanci.

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I VINCITORI DI MAREMETRAGGIO

Sono stati consegnati ieri sera i premi dell’ottava edizione di Maremetraggio, il Festival Internazionale del Cortometraggio e delle Opere Prime. La cerimonia di premiazione ha avuto luogo presso il Maremetraggio Village di Piazza Sant’Antonio a Trieste.

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LAURA MORANTE INCANTA IL PUBBLICO DI MAREMETRAGGIO

Nella giornata di ieri 6 luglio alle 11.00, il Maremetraggio Village di Piazza S. Antonio ha ospitato una delle attrici italiane più acclamate e più apprezzate e dalla critica: LAURA MORANTE. Tantissimi gli spettatori presenti a salutare l’ attrice e a omaggiarla.

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DIARIO DI BORDO DI VENERDI’ 6 LUGLIO

L’AURA DI LAURA ED ALTRE VISIONI…

Dopo tanta attesa, eccoci al clou di Maremetraggio 2007,
con uno di quegli appuntamenti attsi per mesi.
Di nero vestita, sorridente e disponibilissima al dialogo, Laura
Morante arriva a Trieste sulla scia della bella rassegna a lei
dedicata, “Gli sguardi di Laura” .
L’incontro si è subito segnalato per una fortissima atmosfera legata al cinema italiano che preferiamo, quello che soffre per uscire nelle sale e poi diventa magari un grande successo popolare.
Ricostruire la copiosa filmografia dell’interprete di “Colpire al
cuore” era quasi impossibile, ma lei stessa ha fatto del suo meglio per inanellare ricordi, testimonianze e speranze per l’immediato futuro; pubblico delle grandi occasioni e tanta voglia generalizzata di stringere la mano o almeno salutare l’attrice.
La magia si è ripetuta la sera al giardino pubblico quando Laura Morante è ricomparsa per presentare il film “Liscio” di Claudio Antonini.
Vivo interesse ha suscitato questo buon lavoro italiano incentrato su d’una madre simpatica e un po’ volubile ed il figlio piccolo ma molto protettivo nei suoi confronti; il tutto contornato dalle musiche tipiche delle grandi orchestre emiliane, quelle che hanno fatto la gioia di Pupi Avati.
Ultimo incontro poi con la cinematografia dal breve impatto quella che in pochi minuti deve condensare le storie personaggi ed emozioni.
Angosciante come un road-movie americano ma pienamente slavo per la crudezza ed il piglio il cortometraggio ” Sretan put nedime” di Marko Santic percorre letteralmente l’angosciante parabola d’un uomo malato terminale, e di un fratello disperato e disposto a tutto per aiutarlo; si tratta d’un lavoro anomalo e che forse avrebbe potuto “respirare” anche nei sentieri del lungometraggio.
La favola nera, non falsamente poetica e sarcasticamente erotica narrata in “Divini incontri d’orgasmo” di Barbara Cacciati, vive di certe atmosfere notturne e morbose che si risolvono in un finale beffardo.
Forse non esiste uno strumento di alimentazione caro agli italiani come la macchina per il caffè.
Esiste tutta una storiografia in merito, infarcita di caroselli e
spot pubblicitari che appartengono ormai all’immaginario collettivo; se ne ricorda acutamente il regista Mariano Fiocco per il suo corto “Moka”, che sfrutta la tecnica dell’animazione per una vicenda autoironica molto apprezzata dal pubblico.
Una vera e propria compagine di autori si è messa al lavoro per realizzare il divertentissimo “Amperio”, surreale e grottesca vicenda con protagonista un ragazzino “elettrico” e dalla testa quadrata a cui ne capitano di tutti i colori soprattutto in versante sentimentale; prova pienamente riuscita per il quintetto Ciccotti-Monti-Pizzinini-Taurino-Alliaud forse il più originale dei cortometraggi visti quest’anno.
“A trazione interiore” di Giacomo Mondadori è una sorta di cerimonia funebre compiuta ai danni di un vecchio archeologo sognatore e allo stesso tempo rappresenta un cauto avvertimento sugli scherzi del destino e sull’incapacità umana di sfuggire al medesimo.
Ancora cinema italiano sotto il microscopio dei giovani per “Un
inguaribile amore” di Giovanni Covini racconto di coppia dalle
rarefatte atmosfere malinconiche.
Si ritorna allo sfruttatissimo tema del mondo visto da un occhio infantile per ” Chronicles of impeccabile sportmanship” dell’autrice Erika Tasini, dimostrazione che l’altra metà del cielo guarda sempre a certi temi da un’ angolazione eminentemente personale.
Irlandese e quindi aspro, sanguigno e sfacciato insieme il
cortometraggio ” Nun more deadly” di David O’Sullivan, che certo si aggancia alle atmosfere tipiche dei registi senza fronzoli del suo paese.
Difficile non affezionarsi alla dolcissima bambina d’animazione
protagonista del cortometraggio italiano “La mia migliore amica” di Stefano Bonamico; assolutamente commovente ed antiretorica la vicenda della piccola pachistana e della sua bambola, la migliore amica del titolo, che diventa soggetto umano di una storia permeata di onestà nei confronti dei popoli stranieri.
Per chi ha sempre amato capire le dinamiche cinematografiche dal proprio interno analizzando tutti i molteplici passaggi che portano poi – non sempre – al prodotto finito il convegno di ieri pomeriggio “La rete dei Festival o i Festival nella rete” ha chiarito più di qualche dubbio.
Diversa la natura del secondo incontro pomeridiano dedicato ai cortometraggi aziendali ed al rapporto molto personale delle aziende con l’evento artistico.
Un po’ tristi per l’imminente conclusione del festival ci apprestiamo a vivere la giornata di sabato nella maniera migliore, aspettando soprattutto la proclamazione dei vincitori delle varie sezioni e il consueto bagno di folla finale; c’è chi dice che in questa settimana di caldo soffocante la temperatura delle acque abbia raggiunto livelli buoni per bollire la pasta: la nostra personale adrenalina peggiorerà piacevolmente la situazione.
Appuntamento a tutti per il gustosissimo rush finale!

Riccardo Visintin

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A MAREMETRAGGIO ANCORA TANTO CINEMA DA TUTTO IL MONDO

Nella giornata di ieri 5 luglio alle 11.00, all’ interno del Maremetraggio Village di Piazza S. Antonio, il Festival, in collaborazione con la Fondazione Luchetta Ota D’ Angelo Hrovatin ha offerto al suo pubblico un’ampia presentazione del Premio Luchetta, con la proiezione di un montaggio di immagini scelte dalle serate conclusive delle prime tre edizioni (2004 / 2006).

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DIARIO DI BORDO DI GIOVEDI’ 5 LUGLIO

CREANDO UN PONTE TRA IL CIELO E IL MARE…
Quando si dice la forza del destino… incupiti dalla medesima cupezza del cielo triestino, eravamo quasi rassegnati ad una consistente serie di visioni “a domicilio”; invece come nel racconto di Heminguay “Il vecchio ed il mare”, ogni onda può cambiare le sorti e le geometrie.
Un benvenuto sincero al bel tempo, quindi, e pubblico delle grandi occasioni per la presentazione del Premio Lucchetta al Maremetraggio Village.
Si tratta di un avvenimento molto sentito a livello morale in città, come hanno spiegato gli organizzatori del premio che porterà tra l’altro la preziosa musica degli Stadio e di Simone Cristicchi tra le pietre di Piazza Unità.
Qualche maglione in più in platea al giardino pubblico, per l’ennesima gradita compagine di cortometraggi provenienti da ogni latitudine.
Inizia la Francia con l’inquietante ed introspettivo rapporto a due di Emmanuel Malherbe, che nel suo ” Pure Laine Vierge” imbastisce una relazione allucinata che avrebbe fatto la gioia di Roman Polansky.
L’inverno, il freddo e i panorami glaciali si sono curiosamente ripetuti negli storyboards dei giovani autori di questa edizione del Festival; ne fa ulteriore fede il lavoro non consolatorio di “Winterlong” di Timo Valevi Puukko.
Polare, ancora di più, il climax anche emotivo della regista finlandese Mia Tervo, che nel suo “Hylje” imbastisce una vicenda anche psicologica tutta al femminile.
Il rapporto amichevole e rudemente conflittuale tra due giovani soggetti maschili sottolinea ciò che accade in ” Due bravi ragazzi” di Toni Palazzo, avventura on the road dai contorni inaspettati.
Quasi tutti i corti di animazione visti quest’anno si distinguono per il caleidoscopio di colori e di gags verbali e sonore: non è questo il caso dell’opera italiana “La memoria dei cani”, che in maniera orientale procede per sottrazione diventando un gioco di ombre cinesi; dietro la macchina da presa fa del suo meglio il giovane “Simone Massi”.
Lontano dalla fantasia creativa e dai mondi fantastici, il nostro Claudio Bozzatello sceglie la formula narrativa del documentario intinto nella fiction; si parla di operai, di stenti, di immense acciaierie dove la fatica fisica dell’uomo sembra non finire mai.
Un lavoro livido e drammatico, senz’altro da ascrivere tra i migliori visti quest’anno.
Versante completamente antitetico per lo spassoso ” One at time” della coppia di autori Barrocu-Cordini-Ghignone-Ventimiglia, cartoon che rinverdisce i fasti della mitologica Arca di Noè.
Infine, un tocco di minimalismo tutto francese e perciò attento alla levità dei toni per il regista Patrick Poubel per il suo “For interieur”.
Conclusione all’insegna del grande cinema d’autore grazie ad un film che ha riscosso un eccellente successo alla sua uscita nelle sale, vale a dire “Io, l’altro” di Mohsen Melliti: un film fin troppo ricco di istanze psicologiche, teso come un’ autentica corda tesa, benissimo recitato da un Raoul Bova che si lascia definitivamente alle spalle gli zoppicamenti recitativi del passato.
Appuntamento a venerdì mattina per l’incontro con Laura Morante.

Riccardo Visintin

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