Diario di Bordo – Day 04

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In un film molto bello e sottovalutato, “All’ultimo respiro”(1983, regia di Jim Mc Bride) Richard Gere in una rivendita di giornali aperta anche di notte, a Los Angeles, litiga con un ragazzino munito di skateboard. La materia del contendere è il valore morale di Silver Surfer, araldo delle stelle e personaggio della Marvel Comics; poetica e commovente, la scena è anche un grande omaggio al mondo colorato e denso di significati del Fumetto.
SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL si fa partecipe di questa realtà culturale attraverso 24H SHORTS COMICS MARATHON, la maratona del fumetto che attraverso ventiquattro ore non stop permette ai più avventurosi di concretizzare un proprio fumetto, dallo story board al risultato grafico finale. Una formidabile iniziativa, completata dalla giuria che allinea Filippo Mazzarella, Lorenzo PK Pastrovicchio e Sio.
Mentre proseguono nelle vellutate sale del Cinema Ariston le proiezioni della sezione NUOVE IMPRONTE, eccoci in Piazza Verdi dove un giovane neolaureato travestito da Joker festeggia, in modo un po’ rumoroso, il proprio successo didattico, creando una sorta di spettacolo nello spettacolo. Veloci e simpatiche presentazioni a cura di Chiara Valenti Omero e Feancesco Ruzzier, e lo schermo è in posizione di sparo, pronto ad ipnotizzarci con immagini e sequenze provenienti da tutto il mondo.
Si parte subito bene con l’animazione firmata da Daniela Leitnen, talentuosa regista austriaca. NACHSAISON racconta di una coppia molto più che anziana, assisa in una spiaggia, quasi persa in una propria catarsi… ma ecco profilarsi un granchio prodigioso, capace di trasformare il tutto in una danza messicana, metafora di una Vita che non si arrende.
Veramente emozionante, gravido di significati morali, il seguente MURCIÉLAGOS a firma Felipe Viloches, che narra della Nazionale Argentina di Calcio dei non vedenti. Sciolta in una luce prima sfocata poi vivida, sottolineata dalle voci narranti dei protagonisti, la vicenda coglie ogni aspetto del disagio dei disabili, ma anche l’arcobaleno orgoglioso del loro non arrendersi.
Siamo poi, istintivamente e naturalmente, partecipi della fibrillazione angosciosa del giovane soldato di SHEVA DAKOT, battente bandiera israeliana e firmato Assaf Machnes. Per lui sette minuti sono fondamentali, una spirale di tempo che gli si attorciglia addosso come un serpente a sonagli.
Fulminanti, invece, i due minuti – due pensati dalla coppia Boutry – Chaufourier per RENDEZ – VOUS, la definiremmo una scintilla gotica, un giovane uomo ed il suo confronto con l’Arcano.
A DROWNING MAN promuove invece una materia ostica, i toni si fanno più aspri ed il processo di immedesimazione tra spettatori e personaggi è puntuale, segno di una accurata sceneggiatura drammatica. Si tratta di una coproduzione tra Grecia, Inghilterra e Danimarca, dietro la macchina da presa Mahdi Fleifel.
Immaginate, adesso, di essere attorno ai vent’anni e di avere una mamma che vi somministra pranzo e cena solo ed esclusivamente patate. Normale, più che logico diremmo, agognare ad una bella pizza, coloratissima ed abbondantemente farcita. Non sarà facile ottenere tale delizia gastronomica, come ci spiega Teemu Nikki nel suo ilare FANTASIA.
Alain Parrani è invece un autore italiano, ed il suo cortometraggio ADAVEDE contiene più di un elemento di interesse. Immersa in una dimensione allucinata, quasi da liquido amniotico, da narcolessia addirittura, la sua storia giovanile ci trasporta in un clima di abbandono, a cui fanno buon servizio i volenterosi interpreti.
LES MISÉRABLES, ambientato a Parigi, si prende carico di un tema incandescente, i soprusi di talune autorità nei confronti dei negletti e dei piccoli criminali, soprattutto se di colore.
Scene forti e violenza suburbana a cura del regista Ladj Ly.
Ci si rilassa poi addentrandosi nel mondo soffuso e fiabesco di KÖTÜ KIZ, dove una bambina turca vive la sua tenera età tra spaventi ed incanti, mostri ed orsacchiotti.
Cortometraggio d’animazione morbidissimo, diretto da Ayce Kartal.
Il genere horror – con tutte le sue filiere e diramazioni – è molto ben rappresentato da questa edizione del nostro Festival, che presto ospiterà i Manetti Brothers.
Nel frattempo, ci gustiamo la vicenda ambientata in montagna e diretta dall’autrice serba Jovana Avramovic., vale a dire TIŠINA.
Una sensibile regista, che ha molto ben presente il connubio Eros e Thanatos…
Una scintillante luce notturna scende su Piazza Verdi, e in men che non si dica è l’ora del congedo.
Appuntamento a martedì sera….

[:en]In un film molto bello e sottovalutato, “All’ultimo respiro”(1983, regia di Jim Mc Bride) Richard Gere in una rivendita di giornali aperta anche di notte, a Los Angeles, litiga con un ragazzino munito di skateboard. La materia del contendere è il valore morale di Silver Surfer, araldo delle stelle e personaggio della Marvel Comics; poetica e commovente, la scena è anche un grande omaggio al mondo colorato e denso di significati del Fumetto.
SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL si fa partecipe di questa realtà culturale attraverso 24H SHORTS COMICS MARATHON, la maratona del fumetto che attraverso ventiquattro ore non stop permette ai più avventurosi di concretizzare un proprio fumetto, dallo story board al risultato grafico finale. Una formidabile iniziativa, completata dalla giuria che allinea Filippo Mazzarella, Lorenzo PK Pastrovicchio e Sio.
Mentre proseguono nelle vellutate sale del Cinema Ariston le proiezioni della sezione NUOVE IMPRONTE, eccoci in Piazza Verdi dove un giovane neolaureato travestito da Joker festeggia, in modo un po’ rumoroso, il proprio successo didattico, creando una sorta di spettacolo nello spettacolo. Veloci e simpatiche presentazioni a cura di Chiara Valenti Omero e Feancesco Ruzzier, e lo schermo è in posizione di sparo, pronto ad ipnotizzarci con immagini e sequenze provenienti da tutto il mondo.
Si parte subito bene con l’animazione firmata da Daniela Leitnen, talentuosa regista austriaca. NACHSAISON racconta di una coppia molto più che anziana, assisa in una spiaggia, quasi persa in una propria catarsi… ma ecco profilarsi un granchio prodigioso, capace di trasformare il tutto in una danza messicana, metafora di una Vita che non si arrende.
Veramente emozionante, gravido di significati morali, il seguente MURCIÉLAGOS a firma Felipe Viloches, che narra della Nazionale Argentina di Calcio dei non vedenti. Sciolta in una luce prima sfocata poi vivida, sottolineata dalle voci narranti dei protagonisti, la vicenda coglie ogni aspetto del disagio dei disabili, ma anche l’arcobaleno orgoglioso del loro non arrendersi.
Siamo poi, istintivamente e naturalmente, partecipi della fibrillazione angosciosa del giovane soldato di SHEVA DAKOT, battente bandiera israeliana e firmato Assaf Machnes. Per lui sette minuti sono fondamentali, una spirale di tempo che gli si attorciglia addosso come un serpente a sonagli.
Fulminanti, invece, i due minuti – due pensati dalla coppia Boutry – Chaufourier per RENDEZ – VOUS, la definiremmo una scintilla gotica, un giovane uomo ed il suo confronto con l’Arcano.
A DROWNING MAN promuove invece una materia ostica, i toni si fanno più aspri ed il processo di immedesimazione tra spettatori e personaggi è puntuale, segno di una accurata sceneggiatura drammatica. Si tratta di una coproduzione tra Grecia, Inghilterra e Danimarca, dietro la macchina da presa Mahdi Fleifel.
Immaginate, adesso, di essere attorno ai vent’anni e di avere una mamma che vi somministra pranzo e cena solo ed esclusivamente patate. Normale, più che logico diremmo, agognare ad una bella pizza, coloratissima ed abbondantemente farcita. Non sarà facile ottenere tale delizia gastronomica, come ci spiega Teemu Nikki nel suo ilare FANTASIA.
Alain Parrani è invece un autore italiano, ed il suo cortometraggio ADAVEDE contiene più di un elemento di interesse. Immersa in una dimensione allucinata, quasi da liquido amniotico, da narcolessia addirittura, la sua storia giovanile ci trasporta in un clima di abbandono, a cui fanno buon servizio i volenterosi interpreti.
LES MISÉRABLES, ambientato a Parigi, si prende carico di un tema incandescente, i soprusi di talune autorità nei confronti dei negletti e dei piccoli criminali, soprattutto se di colore.
Scene forti e violenza suburbana a cura del regista Ladj Ly.
Ci si rilassa poi addentrandosi nel mondo soffuso e fiabesco di KÖTÜ KIZ, dove una bambina turca vive la sua tenera età tra spaventi ed incanti, mostri ed orsacchiotti.
Cortometraggio d’animazione morbidissimo, diretto da Ayce Kartal.
Il genere horror – con tutte le sue filiere e diramazioni – è molto ben rappresentato da questa edizione del nostro Festival, che presto ospiterà i Manetti Brothers.
Nel frattempo, ci gustiamo la vicenda ambientata in montagna e diretta dall’autrice serba Jovana Avramovic., vale a dire TIŠINA.
Una sensibile regista, che ha molto ben presente il connubio Eros e Thanatos…
Una scintillante luce notturna scende su Piazza Verdi, e in men che non si dica è l’ora del congedo.
Appuntamento a martedì sera….[:]

Diario di Bordo – Day 04

[:it]

In un film molto bello e sottovalutato, “All’ultimo respiro”(1983, regia di Jim Mc Bride) Richard Gere in una  rivendita di giornali aperta anche di notte, a Los Angeles, litiga con un ragazzino munito di skateboard. 

La materia del contendere è il valore morale di Silver Surfer, araldo delle stelle e personaggio della Marvel  Comics; poetica e commovente, la scena è anche un grande omaggio al mondo colorato e denso di  significati del Fumetto. 

SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL si fa partecipe di questa realtà culturale attraverso 24H SHORTS  COMICS MARATHON, la maratona del fumetto che attraverso ventiquattro ore non stop permette ai più  avventurosi di concretizzare un proprio fumetto, dallo story board al risultato grafico finale. 

Una formidabile iniziativa, completata dalla giuria che allinea Filippo Mazzarella, Lorenzo PK Pastrovicchio e  Sio. 

Mentre proseguono nelle vellutate sale del Cinema Ariston le proiezioni della sezione NUOVE IMPRONTE,  eccoci in Piazza Verdi dove un giovane neolaureato travestito da Joker festeggia, in modo un po’ rumoroso,  il proprio successo didattico, creando una sorta di spettacolo nello spettacolo. 

Veloci e simpatiche presentazioni a cura di Chiara Valenti Omero e Feancesco Ruzzier, e lo schermo è in  posizione di sparo, pronto ad ipnotizzarci con immagini e sequenze provenienti da tutto il mondo. 

Si parte subito bene con l’animazione firmata da Daniela Leitnen, talentuosa regista austriaca. 

NACHSAISON racconta di una coppia molto più che anziana, assisa in una spiaggia, quasi persa in una  propria catarsi… ma ecco profilarsi un granchio prodigioso, capace di trasformare il tutto in una danza  messicana, metafora di una Vita che non si arrende. 

Veramente emozionante, gravido di significati morali, il seguente MURCIELAGOS a firma Felipe Viloches,  che narra della Nazionale Argentina di Calcio dei non vedenti. 

Sciolta in una luce prima sfocata poi vivida, sottolineata dalle voci narranti dei protagonisti, la vicenda  coglie ogni aspetto del disagio dei disabili, ma anche l’arcobaleno orgoglioso del loro non arrendersi. 

Siamo poi, istintivamente e naturalmente, partecipi della fibrillazione angosciosa del giovane soldato di  SHEVA DAKOT, battente bandiera israeliana e firmato Assaf Machnes. 

Per lui sette minuti sono fondamentali, una spirale di tempo che gli si attorciglia addosso come un serpente  a sonagli. 

Fulminanti, invece, i due minuti – due pensati dalla coppia Boutry – Chaufourier per RENDEZ – VOUS ,la  definiremmo una scintilla gotica , un giovane uomo ed il suo confronto con l’Arcano. 

A DROWNING MAN promuove invece una materia ostica, i toni si fanno più aspri ed il processo di  immedesimazione tra spettatori e personaggi è puntuale, segno di una accurata sceneggiatura drammatica. 

Si tratta di una coproduzione tra Grecia, Inghilterra e Danimarca, dietro la macchina da presa Mahdi Fleifel. 

Immaginate, adesso, di essere attorno ai vent’anni e di avere una mamma che vi somministra pranzo e  cena solo ed esclusivamente patate.

Normale, più che logico diremmo, agognare ad una bella pizza, coloratissima ed abbondantemente farcita. Non sarà facile ottenere tale delizia gastronomica, come ci spiega Teemu Nikki nel suo ilare FANTASIA. 

Alain Parrani è invece un autore italiano, ed il suo cortometraggio ADAVEDE contiene più di un elemento di  interesse. 

Immersa in una dimensione allucinata, quasi da liquido amniotico, da narcolessia addirittura, la sua storia  giovanile ci trasporta in un clima di abbandono, a cui fanno buon servizio i volenterosi interpreti. 

LES MIRABLES, ambientato a Parigi, si prende carico di un tema incandescente, i soprusi di talune autorità  nei confronti dei negletti e dei piccoli criminali, soprattutto se di colore. 

Scene forti e violenza suburbana a cura del regista Ladj Ly. 

Ci si rilassa poi addentrandosi nel mondo soffuso e fiabesco di KOTU KIZ, dove una bambina turca vive la  sua tenera età tra spaventi ed incanti, mostri ed orsacchiotti. 

Cortometraggio d’animazione morbidissimo, diretto da Ayge Kartal. 

Il genere horror – con tutte le sue filiere e diramazioni – è molto ben rappresentato da questa edizione del  nostro Festival, che presto ospiterà i Manetti Brothers. 

Nel frattempo, ci gustiamo la vicenda ambientata in montagna e diretta dall’autrice serba Jovana  Avramovic., vale a dire TISINA. 

Una sensibile regista, che ha molto ben presente il connubio Eros e Thanatos…. 

Una scintillante luce notturna scende su Piazza Verdi, e in men che non si dica è l’ora del congedo. Appuntamento a martedì sera…. [:]

Diario di Bordo – Day 03

Veloce come una freccia siderale, SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL prosegue il suo percorso multimediale tra belle proiezioni ed altrettanto emozionanti momenti di approfondimento. Stiamo vivendo una curiosa, eccentrica estate che scioglie il vento caldo in rovesci acquatici improvvisi, uno scenario in continua evoluzione.
Stavolta le proiezioni si svolgono al chiuso, proprio per le ragioni sopra elencate.
Eccoci dunque al Teatro Miela , poltroncine rosse come le guance tonalità mela degli spettatori accaldati.

L’ufologia, che straordinaria passione… vere e proprie corporazioni di individui nel mondo nutrono una fede cieca nei confronti di tale misteriosa materia. ALONE, NATURALLY della regista spagnola Elena Miravitles ironizza con sagacia su alieni e speranze umane nei loro confronti , ed il pubblico sedotto dalla colorata ironia, si concede una lunga risata liberatoria.
Ancora ilarità a piene mani con le tribolazioni canore del simpaticissimo zingaro protagonista di RINGO ROCKET STAR AND HIS SONG FOR YURI GAGARIN , firmato dalla coppia Nujens – Bassi. Geniale nella ricostruzione grottesca di un ambiente nomade tendente al kitsch, il cortometraggio si avvale di un baffuto, irresistibile eroe naif.
Ambiente clericale silente, un monastero tutto al femminile dove anche un normale pranzo tra consorelle può nascondere divertenti sorprese. Succede in ARTEM SILENDI del francese Frank Yahau , sette minuti peccaminosi.
Veramente ammirevole, per forza evocativa ed originalità del soggetto, il seguente HOISSURU del film maker spagnolo Armand Rovira. Una ragazza, perseguitata da un costante dolore uditivo, una vera e propria frequenza sonora nella testa, analizza scientificamente l’origine del male, ed è un vero e proprio tunnel esistenziale che si dipana davanti a noi.
L’atmosfera collettiva si ricolloca su modalità più rilassate grazie a CATHERINE proveniente dal Belgio e diretto da Britt Raes. Si tratta della beffarda storia di una bambina che porta sfortuna a tutti gli animali domestici che possiede.
Un cortometraggio d’animazione, dove si ride e si rimane ammaliati da momenti di celeste poesia. Umorismo nero di marca francese, invece, con la strana vicenda in ambiente chiuso pensata da Sacho Barbin per il suo ORDALIE : il sapore del delitto e dell’espiazione, una elegante mistery tale. Francamente spassosa, come la consumazione di un buon bicchiere di Barbera quando se ne ha la voglia, la storia della mucca irremovibile ,nel tinello domestico di una famiglia che abita al quattordicesimo piano.
Il pubblico ride ininterrottamente, segno che MILK di Daria Vlasova ha colpito nel segno.
Conclusione all’insegna del più stretto rigore formale grazie a LA GABBIA della nostra Caterina Ferrari , cupa vicenda di combattimenti corpo a corpo , di pugni e di umiliazione.
Dietro a questa storia , c’è una convincente riflessione sulla compagine umana, cruda e toccante.
Ventitrè e cinquanta precise, fuori non piove ma qualcuno si attarda a dialogare, a prolungare attraverso il dialogo questa magia chiamata cinema.
Appuntamento a Lunedì sera.

Diario di Bordo – Day 02

“Cosa succede in città?” Si chiedeva Vasco Rossi con la sua voce di miele bruciato in una canzone di qualche anno fa; succedono moltissime cose, soprattutto all’interno del nostro Festival che è stato salutato fin da subito da un collettivo abbraccio popolare.

Una serata di quelle indefinite a livello meteorologico, e, soprattutto, la spiazzante e bellissima atmosfera degli spettatori, così numerosi nel loro amalgamarsi con quelli provenienti dal Teatro Verdi. Una marea umana che porta colore e sapore, e ci ricorda che la condivisione è un valore aggiunto al quale è un peccato sottrarsi.

Dietro il drappo rosso della prima proiezione, c’è un vecchio amico di SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, vale a dire Diego Cenetiempo, film maker giovane ma già attento alle tematiche sociali più spinose. 2 PENNELLATE ci introduce in un ambiente ospedaliero dove la quotidianità è intrisa di bocconi amari e di continui spasimi emotivi, specialmente quando è un’infermiera a viverli sulla propria pelle, laddove l’epidermide raccoglie lo zucchero e il sale della vita. La vita, appunto, un diamante unico ed insostituibile che brilla al di là di ogni età, situazione anagrafica, depressione, vincolo morale; una splendida prova narrativa palesemente apprezzata dagli astanti.

Chiunque ami l’ambiente agonistico che attiene al nuoto ed alle sue istanze, saprà cogliere lo spirito fortemente dissacratorio di HOPPTORNET degli autori svedesi Danielson-Von Aertyck. Quasi una tangenziale thriller circoscritta ad una piattaforma sotto l’acqua, ma anche lo spasimo psicologico di chi deve affrontare una discesa non solo fisica. Sapiente l’uso del montaggio, la definiremmo una meridiana delle emozioni a tutto vantaggio della fruizione visiva.

Ecco, quindi, le straordinarie e geniali invenzioni figurative presentate da Aeddan Sussex, britannico fino alla punta dei calzini della sua sagace satira. Siamo in un improbabile ospedale infantile, dove tutti cantano e ballano intorno al tavolo dove vive POTTY THE PLANT, una verdissima creatura vegetale dai sentimenti umani, somigliante alla storica rana Kermit del Muppet Show. Ad un certo punto, la vicenda perde ogni inibizione in una sorta di omaggio palese al THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW, irridendo il terrore, il sesso, le convenzioni con un linguaggio a volte vietato ai minori. Viviamo in un’epoca di comunicazione, dove ogni scintilla verbale deve essere collocata nella sua giusta orbita, e, soprattutto, dove gli interlocutori devono interagire polverizzando le tempistiche e le distanze.

Figuratevi come può essere accettato in società un giovane e spaurito individuo che verbalizza un linguaggio tutto suo… Succede in WAVE del cineasta irlandese Benjamin Cleary, che colloca la sua macchina da presa come un pungiglione sociale.

JE NE VEUX PAS MOURIR della coppia Loi-Mangiasciutti si confronta, invece, con tematiche esistenziali ed è un passo in avanti nella descrizione dell’ineluttabile.

Mentre la compagine sportiva è alle prese con la comprensione di questi strani mondiali 2018, è quanto mai attuale la parabola del bambino innamorato del calcio, e, di conseguenza, anelante a possedere un pallone tutto suo. In realtà, l’autore greco Faidon Gkretsikos prende a pretesto la metafora calcistica per raccontarci uno spaccato sociale, il frutto amaro dell’incomprensione tra adulti e minori, il bisogno di aggrapparsi ad un sogno collettivo. Titolo del cortometraggio: BRAZUCA.

Buona parte del patrimonio cinematografico del cinema muto costituisce ancora oggi un punto di riferimento per gli autori, basti pensare a Charlie Chaplin e Buster Keaton. IL POLLO ERMANNO è un elegante omaggio del regista Stefano Lalla a quelle atmosfere senza parole, a quelle risate semplici ed importantissime che hanno rappresentato una linfa primigenea di quella meravigliosa creatura chiamata Cinema.

Proviene dagli Stati Uniti THREE RED SWEATERS dell’autrice Marta Gregory, quasi una macchina del tempo versione celluloide, elegante e sinuosa, condotta con maestria.

Caricaturale nella migliore accezione del termine, la satira di animazione BLACK HOLES dell’autore americano Meat Dept, che sembra una versione onirica di SPACE COWBOYS con Clint Eastwood; qui, signori, si parla di viaggi sulla luna e sembra quasi di rivedere lo storico astronauta Armstrong con la sua parlata Yankee e l’aspetto da American Hero. Semplicemente delizioso.

Siamo decisamente in un altro pianeta quando assistiamo al pericoloso dialogo tra quella che sembra essere una prostituta ed un suo potenziale cliente; attraverso uno scambio di battute a dir poco licenziose, veniamo condotti mediante un filo di Arianna psicologico ad una sconcertante verità. L’opera arriva dalla Spagna ed è firmata Hammudi Al-Rahmoun Font.

Sibilla D’Eramo è stata la prima scrittrice apertamente femminista in Italia, quando queste cose non si dicevano né, tantomeno, veniva apprezzate.

Se ne avete il tempo, andate a recuperare il suo meraviglioso libro UNA DONNA, primo seme di un germoglio destinato a perdurare.

Pensavo a tutto questo durante i diciannove minuti di EDGE OF ALCHEMY di Stacey Steers, il risultato: ben 6000 collage fatti a mano, tutti inerenti al mondo femminile, con un’eleganza ormai rara in un mondo di rumori.

Quando le proiezioni si concludono, è scoccata da poco la mezzanotte, non spuntano carrozze né Cenerentole, ma alcune ritardatarie dal Foyeur del Teatro Verdi, che sembrano gareggiare per bellezza delle sete indossate.

Qualcuno alza i calici verso il cielo, lo consideriamo un messaggio ben augurante, e che il medesimo cielo ci sia propizio nelle serate a venire.

Appuntamento a domenica sera.

Diario di Bordo – Day 01

Madrid, la Plaza de Toros, la crudeltà gratuita sotto gli occhi degli spettatori;  oppure Londra, il vortice umano di Trafalgar Square; od ancora Roma, il lancinante confronto tra il glamour di Via Veneto e la periferia desolata di Porta Furba. Il Cinema permette di viaggiare ovunque senza spostarsi dal perimetro della propria poltrona. Il Cinema è la missione ed il compito quotidiano di SHORTS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, giunto con orgoglio alla sua diciannovesima edizione. Conferenza stampa al Caffè San Marco venerdì 22 giugno, giornata di pioggia ma all’interno dello storico locale tutto sa di Storia, arabeschi e stucchi compresi.

Un altro venerdì importante è quello del 29 giugno, apertura ufficiale di una manifestazione quanto mai ricca di eventi e di momenti di incontro.

Lo schermo si accende su un tunnel caleidoscopico e coloratissimo: la parabola della formica errante di OVERRUN della coppia Ropars-Derory e un’occasione straordinariamente puntuale; ci porta infatti ad una riflessione doppia sul genere animale e su quello umano.

Nicola Sarcinelli è invece l’autore del dramma marino MOBY DICK, che si avvale di un’interpretazione quasi muta di Katia Smuniak, e ci parla di appartenenza e di immigrazione in un climax costantemente serrato.

Contesto sociale degradato, un mondo di giovani uomini di colore che sostituiscono la figura del padre con quella del fratello, poi basta un soffio e l’equilibrio conquistato viene annullato dalla polvere da sparo; tematiche ben rese sullo schermo da Ben Holman per il suo THE GOOD FIGHT.

I francesi, che tipi! esiste sempre nel loro narrare quel senso di snobismo caustico e corrosivo, che li porta ad analizzare con perfidia pregi e difetti. La coppia Castréra-Ravach dice la sua con JUSTICE, che si avvale anche di un non comune lavoro di montaggio. Una storia d’amore vive di sussulti e di spasimi, e nel bello e nell’atroce trova un suo spazio comportamentale; la coppia di FOREVER NOW è immortalata in mille momenti piccoli e grandi, lenzuola gonfie di pianto e particelle di felicità.

Dirige Kristian Haskjold, che proviene dalla Danimarca. Alla Francia va ascritto anche un senso visivo corrosivo e rosa- shocking ben rappresentato da BELLE A CROQUER di Axel Courtière, che sembra omaggiare certi artisti variopinti come Plastic Bertrand; qui a farci ridere sono dei personaggi impegnati in improbabili contatti amorosi.

Quanto si può sbagliare dietro la macchina da presa, quali sono gli errori od addirittura gli orrori in agguato dietro ai vicoli della narrazione? Attraverso un germogliante gioco di brevi scene esprime qualcosa in merito l’argentino Porta con il suo PEQUEÑO MANIFIESTO EN CONTRA DEL CINE SOLEMNE.

On the beach, cantava tanti anni fa il pregevole cantautore australiano Chris Rea, ed in effetti di avventure estive sulla spiaggia ne capitano svariate. Nei due minuti d’animazione NIK SUMMER # 1 di  Oscar Aubry non permette ai suoi piccoli personaggi una tranquilla permanenza sulla sabbia.

Di  tutt’altro tenore il contesto suburbano astemio di carezze e di consolazioni voluto dalla regista Rossella Inglese per il suo DENISE. Siamo di fronte ad una storia che allinea le tematiche del bullismo e della maladolescenza sfruttando un linguaggio crudo quasi urticante.

Lo schermo propone in chiusura di serata un lavoro composito e di non facilissima comprensione come TRANSMISSION della coppia Raman-Hancock; un gioco al massacro ed insieme una crudele e disperata ricerca dell’espiazione, l’amore e la morte come guardiane alle quali chiedere le chiavi della vita.

Qualcuno dotato di spirito umoristico disse una volta che il voyeur è quel personaggio che va alle Folìe- Bergere ed invece delle ballerine osserva il pubblico.

Dotta disquisizione, visto che il pubblico rappresenta sempre uno straordinario serbatoio di emozioni e sensazioni, quasi mai le une uguali alle altre.

Alcune file davanti a noi alcune bambine osservano rapite le immagini che passano sullo schermo, ed il loro stupore disarmante è un’immagine positiva e poetica con la quale congedarsi.

Appuntamento a sabato sera.

Vida en Marte 

José Manuel Carrasco

Spagna / Spain 2016, fiction, 16’

Quale pensate possa essere il desiderio di ogni essere umano?


What do you think is the desire of every human being?

Ni una sola línea

Víctor E.D. Somoza

Spagna / Spain 2017, fiction, 17’

Come ogni pomeriggio, Encarna e Rosario si incontrano per il loro spuntino a base di churros nella caffetteria del quartiere. Tuttavia, oggi è un giorno speciale. Oggi non parleranno delle solite cose.


As they do every afternoon, Encarna and Rosario meet up to have churros for afternoon snack in their neighbourhood café. However, today is a special day. Today they’ll be changing their usual conversation topics.

Madre

Rodrigo Sorogoyen

Spagna / Spain 2017, fiction, 18’

La solita conversazione tra Marta e sua madre si trasforma in tragedia quando ricevono una chiamata dal figlio dell’ex.


The everyday conversation between Marta and her mother turns into a tragic situation when they get a call from the former’s son.

Made in Spain

Coke Riobóo

Spagna / Spain 2016, animazione / animation, 11’

Un ritratto surrealista in miniatura di dimensioni epiche che si svolge in una soleggiata spiaggia spagnola. Cortometraggio in stop motion con miniature in scala H0.


A miniature surrealist portrait of epic dimensions takes place in a sunny Spanish beach. Stop motion short made with scale H0 miniature figures.

La disco resplandece  

Chema García Ibarra

Spagna, Turchia / Spain, Turkey 2016, fiction, 12’

La sera sta finendo e l’ombra della montagna scende sulla città. È sabato. Cinque amici si stanno preparando a una notte di divertimento. Sono giovani, hanno con loro dell’alcol, una macchina e della musica.


The evening is ending, and the shadow of the mountain falls over the town. It’s Saturday. Five friends are preparing a night of fun. They are young, they have alcohol, a car and music.