Foto dal Festival

Diario di bordo – Day 08

C’è una straordinario spicchio temporale, all’interno di una manifestazione artistica , molto difficile da descrivere a parole.

Mi riferisco a quando la nave – metaforicamente parlando – conquista il proprio approdo, acque calme, calde e tranquille, mente e corpo che si accomiatano dalla tensione.

L’atmosfera al Castello di San Giusto, sabato 8 luglio sera, complici le luci soffuse e la location evocativa, è di quelle memorabili, una cordialità collettiva colorata di giallo e di rosso, tante bellissime presenze femminili e, laggiù, la città scintillante di luci tinta amaranto.

Le premiazioni si susseguono rapide, mai come in questa occasione si è tutti insieme, avvolti e consapevoli, le cose da raccontare sarebbero migliaia, istantanee su istantanee…. Chiara Valenti Omero, presidente del Festival, ha un sorriso per tutti, in questo momento di piena festa che suggella il suo lavoro instancabile, la sua generosità umana, il suo innato gusto per l’Immagine.

Federica Naveri è indispensabile come organizzatrice generale , la sua gentilezza immancabile e la capacità di relazionarsi con tutti sono le sue qualità peculiari.

Sempre in movimento – un moto perpetuo di cose da fare e appuntamenti da affrontare – la nostra Vicky Rusalen fa a gara con Francesco Paolo Cappellotto per inventiva e concreta partecipazione.

Francesco, alto giovane e cordiale, ha nelle sue mani l’immagine di INTERNATIONAL SHORTS FILM FESTIVAL: mani creative che sanno sempre come muoversi nella complessa stanza delle idee.

Raffaella Canci da par suo, conosce le dinamiche del cinema per i piccini e per gli adulti, ne fa tesoro e porta il suo contributo per l’apprezzata sezione SWEET4KIDS.

Le immagini cinematografiche hanno ovviamente sempre bisogno delle colonne robuste della carta stampata: Federica Marchesich è la ragazza giusta al momento giusto, sia quando lavora alacremente al personal computer, sia quando discetta con competenza di Cinema ed annesse dinamiche. Senza dimenticare Francesco Ruzzier, che oltre ad essere l’occhio selezionatore di tutti i cortometraggi presenti al Festival nella sezione Maremetraggio, è anche un giovane curioso e cordiale.

Ci fa piacere, naturalmente, ricordare la frizzante e dinamica  Paola Uxa, responsabile degli allestimenti, dei volontari e dei workshop: sorridente, simpatica amica di tutte le serate.

Posto che quello cinematografico è un linguaggio universale, siamo tutti parimenti consapevoli che solo un accurato lavoro di traduzione può consentire una piena comprensione globale di quanto visto…

Non sappiamo se prendono il tè alle cinque del pomeriggio, ma senza dubbio Victoria Ellison e David Mc Connell sono inglesissimi, traduttori di raffinato livello ed oramai triestini d’adozione.

Beatrice Fiorentino – orgogliosa mamma del grande piccolo talento Tommaso Gregori – ha probabilmente ancora negli occhi le tante sequenze della sezione NUOVE IMPRONTE, da lei selezionate. Film proiettati al Cinema Ariston, salutati da un puntuale riscontro di pubblico.

Non di sola arte e poesia cinematografica, vive un Festival: guai se non ci fossero sapienti braccia tecniche abili a destreggiarsi tra fili e cavi, le nostre rispondono ai nomi di Pietro Crosilla e Luca Luisa, pregevoli maestri dello stage, imperturbabili di fronte a temporali e circhi acquatici imprevisti.

Sempre elegante e bella, Zita Fusco ha portato anche lei un pizzico di femminile magia alla serata finale in quel di San Giusto.

Fotografie di altissimo livello a firma di un trio formato dalla nostra cara Martina Parenzan, dalla giovane e allegra Luciana Faino, di origine argentina, e da Jorge Muchut…

L’ARMATA DEGLI SCARTI VIVENTI, altra sezione dedicata ai giovanissimi, è stata resa possibile grazie al lavoro di Francesco Filippi e, di nuovo, Raffaella Canci, impegnati nel promuovere un’iniziativa artistica in crescita.

Al Teatro Miela, come d’uso, l’occhio attento di Paolo Venier in cabina di proiezione, mentre i volontari sempre più giovani inducono il sottoscritto ad osservare con orrore i suoi primi capelli bianchi…

Festival, infine, di luci, colori e grandi ospiti, dalla giornalista Rula Jebreal, affascinante come una fotomodella e ricca di fascino esotico, al regista Alessandro D’Alatri, ad un ‘interprete in evoluzione quale Daphne Scoccia…passando per il pregevole musicista Pivio, funambolo delle sette note.

Abbiamo finito? Senz’altro no, ed errori od omissioni possono contare solo sulla vostra indulgenza.

Mentre i riflettori si spengono, ed il gigantesco luna – park del visivo sbiadisce come una lampada alogena, l’ultimo pensiero va alla nostra fortuna: quella di appartenere ad una società che condivide, che rispetta la liberrtà d’opinione, e dove immagini provenienti da tutto il mondo arrivano a noi, intatte, in un grande vassoio argentato.

Appuntamento al prossimo anno.

 

Riccardo Visintin

 

Diario di bordo – Day 07

Quando un Festival si inoltra nel suo calendario più fitto, il rischio è quello di omettere qualcosa, molto spesso piccole stelle luminescenti che poi ci pentiamo di non aver fatto brillare.

La temperatura esterna è micidiale, neppure la dolciastra brezza che proviene dal mare immobile può qualcosa contro cotanto attacco.

Pomeriggio dedicato ad un approfondimento quanto mai opportuno in questi tempi intrisi di disattenzione.. Il panel UNA BUONA DOSE DI FOLLIA (CINEMA E ALTRI RIMEDI),vede sul palcoscenico del Teatro Miela una nutrita compagine di relatori coordinati dalla nota giornalista Rula Jebreal; una toccante occasione di riflessione e confronto che fa da prolusione al film L’ACCADEMIA DELLA FOLLIA di Anush Hamzehian, una visione non banale che sarebbe bello estendere a quanti più spettatori possibile.

Eccola.. la tanto attesa pioggia sceglie il momento sbagliato per sciogliere il proprio caldo e fosforescente elisir, ma il timone artistico rimane ben saldo nelle mani degli organizzatori, e quindi che Cinema sia!

Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, le proiezioni hanno luogo in una Piazza Verdi contraddistinta da tanti ombrelli colorati.

Amicizia tra uomini e animali, di quelle che piacevano a un pioniere naturalistico come Jack London.. AKITA dei britannici Cummings e Hickman è un cortometraggio con alcune sorprese, dal sapore surreale, segnato da una fotografia di stampo ampiamente realistico.

Eccoci adesso a contemplare la particolare galleria di personaggi intenti a richiedere il lavoro di un ottico; in un suggestivo coté d’animazione SORE EYES FOR INFINITY di Elli Vuorinen cattura con le sue simpatiche immagini l’attenzione dei bimbi presenti in platea, notoriamente i giudici più implacabili.

Cosa succede davanti ai nostri occhi? Lo schermo per interminabili secondi ci mostra una pianura verde ed immota, ma poi ecco una altrettanto interminabile armata di rifugiati e migranti erompere al nostro cospetto…

Succede nel bellissimo e significativo cortometraggio sloveno MEJE di Damjan Kozole.

Non capita soltanto su Discovery Channel di scoprire piattaforme visive anomale, specialmente in tema di animali; LOVE di Réka Bucsi è un curioso e divertito spaccato d’animazione dove tanti animaletti dagli occhi fosforescenti e dai corpicini buffi ci raccontano la loro sui sentimenti.

Vedi Napoli e poi muori, diceva il Poeta, e di certo questa città è una risorsa infinita, soprattutto quando si fa riferimento a quello strano misticismo intriso di superstizione che è una bevanda consumabile solo tra i vicoli del Vomero o nelle bettole a due passi dal mare.

PARUSIA NAPOLETANA di Rosa Maietta è un occhio femminile puntato sulla scaramanzia, e quelle effigi con sopra Maradona ci ricordano una stagione esaltante del tempo che fu.

Sussiste qualcosa di ancestrale, come una strana celebrazione pagana e contadina, tra le scure immagini del film ASCENSÃO di Pedro Peralta: racchiudono nella loro cruda fierezza qualcosa del miglior cinema di Buñuel.

Ovviamente di più facile fruizione la rilettura d’animazione della favola di Cappuccetto Rosso, siglata da Ario Aaffarzadegan, una maniera anticonformista di interpretare una fiaba di universale popolarità.

Non  sempre c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa per costruire un racconto, come ci suggerisce il cineasta Mir Ezwan con il suo cortometraggio RM10.

In questo caso ad aggirarsi in una metropoli probabilmente orientale, luccicante di insegne notturne, è niente meno che una banconota; questo indispensabile oggetto di vita quotidiana inizia la sua corsa con una donna che paga una consumazione alimentare, si inoltra poi tra le dita di una mamma e di un bambino, e sotto le luci costanti dei neon della civiltà che spreca ritorna alla sua originaria detentrice.

Si può sorridere sulla vecchiaia, o almeno proporre una scheda di lettura meno convenzionale del solito? COLOMBI del nostro Luca Ferri non si riferisce ai ben noti piccioni ma a una coppia di vecchissimi coniugi di cui rivediamo gesta, glorie, rassegnazioni e malattie.

Scandita da una voce narrante femminile, la storia si protrae per venti minuti, ricorda in certe istanze brutali le provocazioni in bianco e nero della coppia Ciprì e Maresco.

Un autore italiano posiziona invece la propria cinepresa tra le grate di un carcere, per raccontare una storia di dolorosa solitudine ed aspettativa che potrebbe tranquillamente rinunciare al parlato, talmente chiaro e inequivocabile è il suo messaggio.

Applausi convinti dal cuore della platea.

Proviene da un mondo marionettistico ma non impolverato il piccolo protagonista del cortometraggio sloveno SLOVO di Leon Vidmar.

C’è anche un simpatico nonno che ricorda tanto il Geppetto di Pinocchio, e una allegorica piccola vicenda di ittiche ed acquatiche amenità.

Conclusione inebriante come un Mohito – di quelli dalle foglie ben tritate – per il circo felliniano protagonista di METUBE 2 – AUGUST SINGS CARMINA BURANA di Daniel Moshel, che ci trasporta da una piazza europea  a una discoteca High Tech… Semplicemente impagabile.

Mentre il nostro piccolo grande responsabile di SWEET 4 KIDS Tommaso Gregori parte per Boston (Buon viaggio!), la nostra stagista inglese Victoria Ellison guarda verso lo schermo ed è una presenza gentile e discreta.

Sono due dei tantissimi amici del nostro Festival, che senz’altro enumereremo nel prossimo finale Diario di Bordo.

Appuntamento a sabato al Castello di San Giusto, per l’attesissimo momento delle premiazioni.

Riccardo Visintin

Diario di bordo – Day 06

C’era una volta un signore elegante, coltissimo e sorridente, dai modi gentili quasi d’altri tempi.

Questo signore, senza mai darsi delle arie, andava a braccetto con le massime star di Hollywood, era ospite a cena di Elizabeth Taylor e Tony Curtis, collezionava rarissime riviste di cinema del tempo che fu. Questo signore si chiamava Paolo Limiti, ci ha lasciati qualche giorno fa e vogliamo ricordarlo così.

Serata calda – caldissima in Piazza Verdi , uno spettacolo colorato che è fatto di tante persone di diversa natura intente a vivere il medesimo rito, e la sacerdotessa officiante è l’IMMAGINE.

Apre il sipario l’evento speciale MINDENKI di Kristóf Deák, che parla di canto corale. Una ragazza tenera e indifesa ama oltre ogni modo l’espressione vocale, ma la sua insegnante non è dello stesso avviso, e sarà una beffarda vendetta dei piccoli cantori a raddrizzare i torti subiti.

Si sorregge invece su di un impianto narrativo surreale l’apologo di TIMECODE, a firma Junicio Giménez; in un ambiente lavorativo grigio e monocorde (la vigilanza in un parcheggio ) si innesta una  curiosa vicenda di espressione artistica.  Massimo Loi e Gianluca Mangasciutti sono due giovani autori italiani, e scelgono una storia di amicizia femminile per A GIRL LIKE YOU. Quasi come Thelma e Louise versione adolescenziale, le due ragazze protagoniste compiono un viaggio iniziatico che è luce, ombra, consapevolezza e scoperta, con un sapore fresco di caramella alla menta.

I porti, è notorio, sono luoghi di arrivo e di partenza, di distacco e di abbraccio, mentre il mare rappresenta un muto testimone… nei sei minuti di DIE BRÜCKE ÜBER DEN FLUSS, Jadwisa Kolwaska  sperimenta una tecnica d’animazione in bianco e nero che ci affezionare a questi personaggi.

Il talento artistico femminile – ne abbiamo parlato diverse volte nel tempo – conosce mille sapienti stratagemmi, e quasi mai delude , quasi mai offre piattezza o banalità. MUNITIONETTES di Lara Cochetel lavora sull’animazione e ci illustra un bozzetto raffinatissimo.

Molta tensione, invece, molta indagine sulla morte e su come può essere percepita dai più piccoli in DEATH IN A DAY, dove un giovanissimo orientale vede la sofferenza ed il dolore abbattersi sul proprio nido familiare. Dirige, molto bene, Lin Wang. Siamo di nuovo on the road, tra luci impietose e minacciosi garages, con la favola nera e suburbana a firma Asier Urbieta, vale a dire FALSE FLAG, mozzafiato come ogni thriller che si rispetti.

Arriva invece dal nostro Paese GIONATAN CON LA G di Gianluca Santoni, reportage terribilmente reale dalle borgate romane, lontane anni luce dal glamour del centro storico. Massacrata di botte dal marito, una donna è al Pronto Soccorso mentre il figlio, nove anni soltanto, attraversa il Vietnam della truce periferia capitolina, alla ricerca di qualcuno disposto ad ammazargli il padre. Reportage dal vero, di quelli che non si dimenticano.

L’anziana donna al centro dei cinque minuti di BOWL OF CHERRIES  è talmente inquietante che potrebbe persino spaventare, eppure il suo messaggio espande positività : anche la stagione senile ha i suoi frutti dolci. Dietro la macchina da presa, Hadi Moussally.

MUTANTS, diretto da Alexandre Dostie, è violento come il colpo che annerisce il viso del giovane protagonista, alle prese con le ghiacciaie dello sport e del vivere quotidiano.

Certe scoperte, ci suggerisce l’autore, passano necessariamente attraverso la crudeltà e il rancore, e il finale terrificante elimina ogni idea di happy end.

CURSE OF THE FLESH della coppia Lavielle – Lecoeur arriva dalla Francia e conquisterà tutti quelli che amano i riti ancestrali, l’Africa o qualsiasi altra meta esotico – tropicale.

Dietro le immagini molto seducenti, attenzione, si nasconde una storia di ricerca frenetica , di avventura, ammantata di mistero e di sferzante vitalità.

Britannica è la bandiera che suggella NEST di Chris Brake, curiosa fiaba domestica con una donna dalla testa d’uccello alle prese con il più xche normale consorte. Buffo e deliziosamente demodè.

L’ultimo minuto di proiezione è tutto per 283 FROGS ,davvero originale nel suo accumulare diapositive animali su diapositive animali, in un vorticoso susseguirsi. Dirige Genadzi Buto.

Avvolgente come un bicchiere di Bayleis, l’aroma inebriante della notte ci accompagna.

Appuntamento a venerdì sera.                                                                                                                                                                                                            

The wrong end of the stick

Terri Matthews

Regno Unito / United Kingdom 2016, animazione / animation, 8’

Malcolm Fetcher è un nevrotico insegnante di mezza età, perso nel suo monotono matrimonio con Beverly, sua moglie da 20 anni. Messo alla prova da una forte crisi d’identità, il loro matrimonio si disintegra e Malcom è costretto a esprimere un desiderio nascosto…


Malcolm Fetcher is a neurotic, middle-aged teacher lost in a dull marriage to his wife of twenty years, Beverly. As he faces an all-consuming identity crisis, their marriage disintegrates and he is forced to express a deep, hidden desire…

Three women wait for death

Isabelle Sieb

Regno Unito / United Kingdom 2015, fiction, 16’

Miranda e le sue due figlie sono stipate in un piccolo caravan per stare vicino al loro irascibile nonno durante i suoi ultimi giorni di vita. Lo amano ma i costi delle sue cure sono in aumento e, come se non bastasse, scoprono che ha nascosto alcuni risparmi, ma non riesce a ricordarsi dove.


Miranda and her adult daughters are crammed in a little caravan to be near their irascible Gramps in his final days. They love him but his care bills are mounting and then they discover that he’s hidden his savings and doesn’t remember where.

 

Sweet Maddie Stone

Brady Hood

Regno Unito / United Kingdom 2016, fiction, 24’

Dopo aver scoperto che suo padre è stato arrestato, Maddie deve pagare la sua cauzione. Mentre lotta, perde il controllo del suo mondo e diventa l’uomo che sta cercando di salvare.


After discovering her father has been arrested, Maddie has to make his bail. As she fights, her world spirals out of control – and she becomes the man she’s trying to save.

 

Stems

Ainslie Henderson

Regno Unito / United Kingdom 2015, animazione / animation, 2’

Creare pupazzi fa creare la musica.


Making puppet making make music.

The hope rooms

Sam Yates

Regno Unito / United Kingdom 2016, fiction, 24’

Una dramma che focalizzato su Eamonn e suo figlio Sean, che si riuniscono dopo 15 anni.


A drama centering on Eamonn and his son Sean who reunite after 15 years.

Honeymoon

Ronit Miranda

Regno Unito / United Kingdom 2016, fiction, 10’

Lucy e Johanna sono in luna di miele. Arrivano in un b&b dove trovano una scontrosa proprietaria. Un’apparentemente insignificante divergenza si trasforma in un brutto litigio, dominato dal rumore della vicina diga.


Lucy and Johanna are on their honeymoon. They arrive at a b&b where they are greeted by a sullen landlady. A seemingly insignificant disagreement turns into a hurtful argument, as the noise of the weir dominates the background.